13Dicembre2010 Non c’è più rispetto. Le promesse mai mantenute dall’Italia in tema di diritto alla salute

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Per rendersi conto di quanto sia grave la situazione in merito bastano tre dati:

  • ogni giorno circa 29.000 bambini muoiono prima dei cinque anni, nella stragrande maggioranza per cause facilmente prevenibili;
  • ogni giorno 1.000 donne muoiono per complicazioni facilmente prevenibili legate alla gravidanza o al parto; per ognuna di loro, almeno 20 donne restano vittime di infermità;
  • ogni anno la tubercolosi, l’HIV/AIDS e la malaria uccidono oltre cinque milioni di persone, con un costo di milioni di dollari per le economie di paesi già poverissimi.
    Queste morti, oltre a indicare un’emergenza sanitaria globale, sono la più grande violazione dei diritti umani del nostro tempo.
    Proprio alla salute sono dedicati 3 degli 8 Obbiettivi di sviluppo del Millennio da raggiungere entro il 2015. Mancano solo cinque anni al traguardo, ma la situazione non è migliorata rispetto a dieci anni fa, nonostante gli impegni presi in sede UE, G8 e ONU. L’Europa complessivamente è il maggior donatore al mondo per i paesi in via di sviluppo, ma è ancora indietro sulla percentuale degli aiuti destinata alla salute. Nessun donatore europeo raggiunge l’obiettivo stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di destinare lo 0,1 per cento del PIL in aiuti alla salute globale. L’Italia, tra i paesi donatori, è il più lontano dalla meta, con appena lo 0,025 per cento del suo PIL (2008) destinato alla salute globale.
    La crisi è una scusa
    Molti paesi hanno usato la crisi economica per giustificare ritardi e inadempienze. Tuttavia, Francia, Regno Unito e Svezia hanno aumentato notevolmente l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) nei loro bilanci. Non solo. Anche in questo periodo difficile, basterebbe applicare una tassa sulle transazioni finanziarie a livello globale, o anche solo nell’Eurozona, pari allo 0,05% per generare rapidamente nuove risorse.
    All’Italia la maglia nera
    L’Italia, tra i donatori, è il paese che ha mantenuto il minor numero di impegni rispetto ai tre fronti dell’emergenza sanitaria globale: salute materno-infantile, rafforzamento dei sistemi sanitari e lotta contro AIDS, tubercolosi e malaria.
    Il documento ripercorre dieci anni di promesse puntualmente disattese e rivolge dieci raccomandazioni al governo.
    Contatti per la stampa:
    Sergio Marelli, portavoce della GCAP – cell. +39.335-203315
    Laura Ciacci, portavoce della GCAP – cell. +39.3298315702
    Gemma Arpaia, Iscos-Cisl – cell. +39.3471289337
    Uff.stampa +39.3397302894

13/12/2010

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