25Gennaio2011 Berisha deve andarsene. Ora o mai più. intervista del Manifesto al segretario generale della Confederazione dei sindacati albanesi

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Dal Manifesto.it – 23.01.2011 . Kol Nikollaj è il segretario generale della Confederazione dei sindacati albanesi (K.S.SH). Di passaggio ad Ancona insieme a Taf Koleci, Segretario della federazione dei sindacati dell’industria e a Anisa Subashi, direttrice del Centro di formazione e di studi sindacali albanesi, lo abbiamo incontrato grazie ad un amico comune e gli abbiamo rivolto alcune domande sul drammatico momento che il suo paese sta vivendo. Nikollaj era presente venerdì alla grande manifestazione sfociata in incidenti che hanno portato all’uccisione di tre persone da parte delle forze di polizia. «L’Albania – esordisce – è da un anno in una crisi politica specchio anche della grave crisi economica che colpisce il continente. Nel 2010 Berisha per vincere le elezioni ha fatto dei brogli. Riuscendo a governare perché quattro deputati socialisti sono andati con lui ottenendo il 20% degli incarichi di governo».
Come ha reagito il partito socialista, principale forza d’opposizione?
I socialisti hanno 64 deputati e dopo aver ottenuto il riconteggio dei voti, hanno boicottato il parlamento per sei mesi, decidendo successivamente di non votare gli atti del governo fino a quando Berisha non avesse accettato di riverificare il voto nelle regioni dove erano forti i sospetti di manipolazioni. In questi scenario poi è esploso l’ennesimo grave episodio di corruzione, che però stavolta è stato documentato dalla televisione. È infatti andato in onda un filmato dove il vice-primo ministro indicava al ministro dell’economa chi doveva vincere una grossa gara. Questo dopo che l’opposizione aveva costretto la magistratura ad aprire tre inchieste su altrettanti fatti di corruzione. Così la protesta dell’opinione pubblica stava montando sempre di più».
E arriviamo alla giornata di venerdì…
«Un’altra ragione della manifestazione era legata al rifiuto dell’Ue di far entrare il paese nella Comunità europea. E questo anche perché non c’era un accordo tra le forze politiche. In ogni caso tutta l’opposizione, sociale e politica, nell’indire l’appuntamento di venerdì si è appellata anche agli elettori di destra perché partecipassero ad una protesta contro una situazione di illegalità che non può non turbare anche loro. Berisha ha avuto sempre la capacità di rigenerarsi nelle varie fasi della nostra storia recente. Lui non conosce il consenso, la collaborazione, non rispetta i principi fondamentali della democrazia. Dunque venerdì in piazza c’era tanta gente. Soprattutto lavoratori, disoccupati, ma anche intellettuali, giornalisti, insomma la società civile. In testa c’eravamo noi della confederazione sindacale. La manifestazione era pacifica ma poi è degenerata quando una polizia incapace e asservita a Berisha ha iniziato a tirare i lacrimogeni. Però i poliziotti non avevano le maschere antigas e allora è subentrata la Guardia Repubblicana, corpo militare che protegge Berisha e i suoi ministri. Giunti davanti al palazzo del governo non c’era nessuna volontà di sfondare. Ad un certo punto sono stati esplosi dei colpi in aria che hanno fatto arrabbiare la gente. Sono stati divelti i sanpietrini e i sassi hanno rotto i vetri del palazzo. Allora la Guardia ha iniziato a sparare sulla folla e sono morti tre manifestanti. Si sono giustificati dicendo che un sasso ha cambiato la traiettoria dei colpi (vi ricorda qualcosa? ndr). Di fronte ai morti, i manifestanti sono andati dietro il palazzo governativo e hanno incendiato una quindicina di auto, in gran parte della polizia.
Che succederà ora? Come si muoverà tutta l’opposizione, politica e sociale?
Noi abbiamo proclamato il lutto nazionale. Domenica riprenderemo a manifestare. Edi Rama, leader dell’opposizione, ha detto che sarà alla testa delle dimostrazioni e si continuerà ad oltranza, fino a che Berisha non se ne andrà. Per me il nostro capo di governo farà di tutto per mettere il popolo contro altro popolo. Ieri ha detto che ha ricevuto mille messaggi di persone che lo invitavano a difendere le istituzioni. Ha già annunciato che mercoledì prossimo organizzerà una contromanifestazione. Lui ha il consenso dei ceti medi e dei ricchi. In più si avvale della forte corruzione. In questi anni ha fatto politiche neoliberiste in un contesto economico caratterizzato da una economia molto informale, con tanta disoccupazione, aumento dei prezzi di prima necessità. Le rimesse dei migranti sono molto diminuite e gli albanesi sono sempre più poveri. Gli investimenti stranieri scarseggiano anche perché non c’è stabilità politica.
Come sindacato, che proposte fate?
È necessario rilanciare politiche pubbliche che investano nelle infrastrutture, che rilancino la piccola e media impresa, nel settore agricolo. Serve una grande bonifica delle acque, non rinviabile anche a causa delle forti inondazioni che hanno colpito l’Albania.
Che dite sull’ingresso nella Ue?
Ora in Europa vengono fatte politiche apertamente neolibriste, quindi siamo contrari. Quando, speriamo il prima possibile, l’Europa sarà sociale e il vento sarà cambiato, allora l’Albania potrà entrare nella Ue.
Pensi che Berisha se ne andrà?
Ora o mai più.

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