Il 24 marzo a Roma le reti italiane delle organizzazioni della società civile AOI, CINI e Link 2007 hanno organizzato la Giornata Nazionale sull’Efficacia della Società Civile: un momento di consultazione per tutte le organizzazioni, utile a far sì che anche l’Italia partecipi al processo internazionale di analisi e revisione dell’efficacia della società civile negli interventi di sviluppo, promosso dall’ Open Forum for CSO Development Effectiveness.
Tra gli obiettivi dell’iniziativa dell’Open Forum: consentire alle organizzazioni della società civile (CSO) di raggiungere il consenso su un International CSO development effectiveness framework che includa principi, indicatori, linee guida per i meccanismi di accountability e standard minimi per un enabling environment (un ambiente che permetta alla società civile di agire efficacemente); offrire uno spazio in cui le CSO possano discutere le questioni e le sfide rilevanti per il loro operato e le loro relazioni come attori dello sviluppo; promuovere tra i donatori ufficiali, tra i governi e tra altri stakeholder lo sviluppo di un ambiente ‘favorevole’ alle organizzazioni della società civile.
La consultazione italiana si è focalizzata dapprima sugli 8 principi di Istanbul, definiti durante la prima Assemblea dell’Open Forum. Secondo questi principi le CSO sono efficaci quando: rispettano e promuovono i diritti umani e la giustizia sociale, promuovono i diritti di genere; supportano l’empowerment delle popolazioni; si impegnano a essere trasparenti e responsabili; perseguono la solidarietà e eque relazioni con i partner locali; condividono e scambiano conoscenze e competenze; si impegnano a realizzare cambiamenti positivi e sostenibili.
L’importanza di questi principi, però, non deve fa dimenticare altri aspetti fondamentali. In particolare, le organizzazioni intervenute durante il dibattito hanno manifestato la loro visione comune su alcuni punti: bisogna individuare indicatori che vadano al di là dell’efficacia del progetto e che tengano conto dell’efficacia dei ‘processi’; il valore delle organizzazioni della società civile, infatti, risiede anche nel radicamento nei territori e nei rapporti fecondi con i partner e le comunità locali.
Un altro punto condiviso è stato quello della diversità delle organizzazioni per dimensioni, scopi, competenze e attività. Una diversità che è una ricchezza e che non deve scontare la penalizzazione di un approccio alla cooperazione che si sta sempre più facendo strada e che predilige il criterio di ‘pochi, grandi progetti’.
Per un’azione efficace, inoltre, occorre poter contare su maggiori fondi, tema su cui non si può tacere se si vogliono esaminare le condizioni affinché ci sia un enabling environment. E’ importante inoltre che i governi promuovano spazi per permettere alle organizzazioni di sensibilizzare ai temi della cooperazione e che i governi si impegnino nel perseguire la coerenza delle politiche per lo sviluppo.
Info: desilvestri@arci.it