27Agosto2013 Giornate dell’acqua a Bakondji, Camerun

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Una fitta nebbia è calata sul campo da gioco ma i ragazzi conoscono a memoria quel rettangolo che è il loro stadio, centro geografico del villaggio. Una spianata irregolare di terra che oggi è gremita di spettatori che si accalcano sulle linee degli out. L’umidità e la scarsa visibilità non impediscono che si continui a giocare. Alcune zone del campo sono al limite dell’impraticabilità, ha piovuto tutta la notte e le pozzanghere fanno fermare il pallone ogni volta che un rilancio finisce in quella zona. Improvvisamente una leggera brezza pulisce l’aria e gli spettatori possono finalmente smettere di immaginare la partita e seguire le azioni incalzando i loro ragazzi. A bordo campo lo speaker interrompe la musica per ricominciare la cronaca del match. Ecco che un terzino della squadra di Aloga si sgancia dalla difesa e corre verso l’area di rigore avversaria. È una fase concitata di gioco, la squadra è sotto di un gol e ci si gioca il titolo di campione, mancano pochi minuti alla fine della partita. Nessuno tra gli avversari si cura della sua corsa, il gioco si svolge dall’altra parte del campo. La sua è un’intuizione. Un’apertura improvvisa apre un varco nella difesa avversaria. Il pubblico non se lo aspettava e rumoreggia tra la preoccupazione di subire gol e la speranza di farlo. Il passaggio filtra con la complicità di un tocco di testa dell’attaccante lanciato a rete. L’estremo difensore del CEJED si ritrova all’improvviso solo a correre verso il terzino della squadra avversaria, il pallone rotola nel mezzo e con uno slancio entrambi si gettano per cercare l’anticipo. Il terzino di ALOGA è più vicino e con un tiro sporco riesce a prendere il tempo al portiere e a mettere la palla tra i pali. ALOGA festeggia il pareggio, mentre per CEJED è tutto da rifare.
Giusto il tempo di riprendere il gioco che l’arbitro fischia la fine dei tempi regolamentari e decreta i calci di rigore tra l’entusiasmo generale.

Lo speaker e gli organizzatori approfittano della pausa per parlare delle finalità dell’iniziativa e del progetto. È incredibile vedere come lo sport possa diventare un mezzo di comunicazione eccezionale. I giovani del villaggio non fanno altro che parlare delle giornate dell’acqua da settimane, hanno sentito i comunicati via radio e si preparano da tempo. Ragazzi e ragazze con le loro associazioni hanno partecipato all’organizzazione, preparato interventi al microfono, spettacoli di teatro per la serata di festa, selezionato i migliori giocatori per le squadre maschili e femminili. L’evento è seguitissimo anche dagli adulti e dai più piccoli. Nessuno si perde lo spettacolo e sin dalla prima giornata abbiamo capito di aver fatto centro. È con questo spirito che vogliamo incoraggiare la partecipazione al progetto, così come questi ragazzi di 18-20 anni si sono organizzati per fare si che il torneo e le giornate dell’acqua fossero un successo, appropriandosi dell’iniziativa, allo stesso modo vogliamo che i comitati di quartiere si organizzino per gestire l’acqua a Bakondji. Lo spirito e l’entusiasmo sono quelli giusti e la popolazione sente di avere una responsabilità verso i ragazzi che giocano, verso il futuro del villaggio. Non è facile, questo è sicuro, e un torneo di calcio non è lo stesso che gestire una rete idrica ma i tempi per farlo sono maturi e gli scettici saranno convinti.

La palla è di nuovo nelle mani dell’arbitro, i rigoristi sono allineati e si abbracciano per farsi coraggio. I compagni li incitano e i guardialinee fanno fatica a tenere i tifosi al di fuori del campo. La responsabilità maggiore è nelle mani dei due portieri che sentono la tensione. Pronti via, si parte con la lotteria dei rigori. Il primo è messo, ben tirato, imparabile. Il secondo lo imita, i tiratori si succedono senza paura e i portieri si danno il cambio sperando di intuire la traiettoria del prossimo rigore. La folla pronostica, grida e si infervora. Il quarto rigore di ALOGA lascia tutti con un brivido: il calciatore tira, il portiere devia sul palo e si rialza esultando non accorgendosi però che la palla balla sulla linea di porta e finisce in rete dopo aver toccato l’alto palo. Si continua, anche i portieri devono calciare un rigore. La partita sembra poter durare quasi all’infinito. Si aspetta l’errore che fatalmente arriva, ma è quello dell’arbitro. Scoppia la bagarre, la decisione così come il risultato sono contestati. Deve intervenire il delegato del Comune di Bafang per ristabilire la calma, anche lui coinvolto come i tifosi. La partita viene finalmente ripresa e il rigore decisivo assegna la vittoria alla squadra di CEJED. La premiazione è una festa, il trofeo è portato in trionfo dai giocatori, orgoglio del quartiere. Sono tutti figli nostri dicono orgogliose le signore di Bankondji. Anche le ragazze hanno dato spettacolo e ora si contendono il trofeo sparendo nella nebbia che nel frattempo è calata di nuovo sul villaggio, è il crepuscolo.

L’appuntamento è ormai per la serata di teatro e festa, alcune associazioni presentano i loro spettacoli: “L’acqua sporca può ucciderti!” è il primo. Gli spettatori guardano attenti e applaudono gli attori, la recitazione forse lascia un po’ a desiderare ma il messaggio è chiaro. Segue “L’acqua potabile…”, divertente sketch messo in piedi da due bambini di 10 anni che appassionano la platea con momenti comici. L’ultimo pezzo è “Gli effetti dell’acqua sporca”, viene recitato dal gruppo della giovane principessa Erica, figlia di sua Maestà Moumi II°, che si è già distinta sul campo da gioco segnando e fornendo assist.
Negli intervalli prendiamo parola noi dell’organizzazione per ribadire i concetti dell’igiene e della partecipazione. E’ importante insistere sulla sensibilizzazione mettendo l’accento continuamente sul ruolo della collettività. Ci pensano i dj ad alzare un po’ il ritmo dopo ogni intervento. La musica accompagna i balli le coreografie.

Le giornate dell’acqua sono state un successo e una gran fatica da organizzare ma lo spirito che le ha animate ci ripaga di ogni sforzo. Secondo noi è questo l’impegno giusto che serve per avanzare nel progetto. Partecipazione, coinvolgimento, spirito propositivo e volontà di riuscire. Non è un caso che siano stati i giovani ad attivarsi in questo modo per la riuscita dell’idea, sono loro il futuro e la risorsa principale del villaggio. Così come i ragazzi si sono appropriati delle giornate dell’acqua, allo stesso modo la popolazione di Bankondji deve impadronirsi del progetto incaricandosi della gestione della rete idrica.

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