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Paesi di intervento
A Lampedusa si è consumata la più grande strage annunciata di profughi nel Mediterraneo. Centinaia di morti, tutti misteriosamente invisibili ai potenti radar che vigilano sulla nostra ‘difesa’ e sulla nostra ‘sicurezza di italiani’.
Ma la sicurezza non è un diritto individuale, non può avere ‘limiti territoriali e culturali di garanzia’ se vuole essere effettiva. Le sue vere radici stanno nella pace, nella solidarietà, nell’inclusione, nel rispetto delle diversità e nella valorizzazione delle differenze.
Di questo sono consapevoli le ong e le associazioni dell’Aoi, impegnate nella solidarietà e cooperazione internazionale, che, dando voce alle vittime di Lampedusa, chiedono di mettere la parola fine a queste tragedie, intervenendo sulle cause oltre che sui tragici effetti.
Queste cause hanno nomi conosciuti: guerre e violenze, diritti calpestati e violati, xenofobia, intolleranza, devastazione ambientale.
Come organizzazioni di Aoi, continueremo nel nostro lavoro, spesso volontario, di assistenza e sostegno alle vittime civili nei loro Paesi, dal Medio Oriente, al Corno d’Africa fino al Sahel.
Per loro e insieme a loro pretenderemo che, nei mari che attraversano e nelle terre che raggiungono, i profughi ricevano aiuto e accoglienza, abbiano riconosciuta la cittadinanza, per garantire giustizia e diritti, a partire dal più importante, il diritto alla vita. Ce l’ha ricordato anche ieri Papa Francesco I, con le sue parole di dolore e denuncia; ce l’ha dimostrato un altro Francesco, pescatore di Lampedusa, ben più ‘umano’ e responsabile di quei parlamentari leghisti che ancora una volta hanno dimenticato le radici democratiche della nostra Costituzione.
Al governo italiano chiediamo:
Il dramma dei profughi non è un ‘affaire’ della gente di Lampedusa o di Otranto, dell’Italia o dei Paesi meridionali del continente. Il progetto di un’autorevole Europa unita, democratica e allargata deve passare dall’assunzione comune di responsabilità verso il Mediterraneo, il Medio Oriente e l’Africa.
L’Europa deve:
Ci uniamo a Don Ciotti, nella proposta di convocare un Consiglio d’Europa a Lampedusa, come fatto non simbolico, ma di grande valenza politica.
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