18Luglio2014 Gaza 18 luglio 2014 11° giorno Operazione “Protective edge” – incursioni notturne nella striscia di gaza

Condividi

Aggiornamenti da Meri Calvelli
Dopo le 5 ore di cessate il fuoco che hanno dato respiro alla popolazione  durante la giornata di ieri, non si e’ più’ avuto notizie su incontri, accordi  e tregue in corso tra egitto, hamas e israele. L’esercito militare  ad un certo punto ha iniziato il previsto attacco militare più’ forte e aggressivo. “l’invasione di terra”, che come nell’immaginario di tutti i media internazionali, doveva essere una invasione di soldatini che entrano in forze con carri armati dentro la  citta’ facendo arresti e scacciando il nemico. In realtà’ sono state  incursioni che Israele ha preparato in questi giorni e  praticato per tutta la notte in modo aggressivo  e determinato lungo tutto il confine. Con  violenza maggiore e assurda verso tutta la popolazione civile, senza nessun problema sui danni che man mano ha creato.
Sono entrati di 300 metri lungo la zona di sicurezza  dal nord al sud, con molti carri armati che per tutta la notte non hanno smesso di bersagliare le case lungo il confine. Aiutati maggiormente dall’aviazione hanno tirato sulle  case di civili e bombardato terreni in cerca di tunnel. Tagliando l’elettricita’ in tutta la striscia,  per creare l’atmosfera di terrore e disorientare il nemico, sono avanzati e arretrati a tratti;  hanno tirato gas lacrimogeni, per coprire l’avanzamento e intossicato decine di persone. 2 nel sud sono morti per soffocamento, perché il gas e’ entrato nella casa.
In situazione normale queste operazioni sono considerate di routin, la chiamano “levelling operation”, livellamento del terreno, scavi che monitorano la presenza eventuale di tunnels.  A rimetterci  in genere sono i contadini dei terreni più’ vicini alla buffer zone. In questo caso aumentando la dose di mezzi militari, soldati richiamati al confine (circa 40.000), l’operazione allargata a ventaglio ha coinvolto un numero maggior di popolazione.  Ora le famiglie che hanno perduto le case su quel confine stanno appoggiate in abitazioni di vicini; la situazione umanitaria’ sta allargandosi a macchia d’olio e nei prossimi giorni potrebbe diventare una catastrofe enorme, considerato l’alto numero degli sfollati  previsti ai quali e’ stato richiesto di abbandonare le case.
In questo momento la situazione e’ ancora incerta, l’esercito ha fatto solo qualche tafferuglio con le forze di Hamas che ora hanno diretto i missili non in profondità’ ma verso il confine. L’IDF e’ incerta sul da farsi entrare nella Striscia e’ un rischio e dovrebbe fare ancora più’ vittime sia tra la popolazione di gaza ma anche tra di loro. L’intervento diplomatico può’ essere l’unica soluzione a questo caos. Prendere in considerazione le proposte di tregua dei Palestinesi che sono: fine dell’embargo,  apertura delle frontiere, lasciare i palestinesi vivere la loro vita senza intromissioni, occupazione e colonizzazione.
Se la Comunita’ Internazionale recepisce, questo conflitto finisce in poco tempo.
Per ora e’ tutto sospeso e come al solito lasciano parlare solo le bombe.
paesi d'intervento

11

Paesi di intervento

progetti

250

Progetti

operatori locali

500

Operatori locali

Iscriviti alla newsletter

Come usiamo i fondi

8%Alla struttura

92%Ai Progetti