18Luglio2014 La Camera approva la legge di riforma della Cooperazione internazionale. Accolte in gran parte le richieste delle organizzazioni sociali e delle Ong

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La  Camera ha approvato ieri sera il DDL  governativo per la riforma della cooperazione internazionale, proposto durante il governo Letta e il cui iter è ripreso con l’attuale governo.

Si sono attesi alcuni decenni per aggiornare contesto, contenuti e strumenti dell’azione del ‘sistema Italia’, pubblico e privato, nel quadro globale della solidarietà, del volontariato, dell’aiuto umanitario e della costruzione di relazioni tra popoli e comunità. Finalmente questi obiettivi e pratiche sono riconosciuti come parte integrante della politica estera, tanto che la denominazione del dicastero della Farnesina diventerà ‘Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale’.

Il DDL  raccoglie le istanze delle organizzazioni sociali che lavorano perché tutte le scelte politiche del nostro Paese siano coerentemente indirizzate a garantire un mondo di pace, giustizia e diritti globali. Il testo, se non subirà modifiche sostanziali in sede di approvazione definitiva al Senato, segnerà un cambio di orizzonte della mission della cooperazione internazionale, con una inevitabile  ridefinizione delle politiche diplomatiche dell’Italia. Non si potrà infatti non tener conto, al momento del rinnovo dei trattati commerciali, degli accordi sulla sicurezza e sui flussi migratori con gli altri Paesi del Mediterraneo, delle scelte compiute con la nuova legge in materia di relazioni di cooperazione e sostegno alla pace e alla democrazia, pratiche che, oltre ai Governi, impegnano Comuni, Regioni e il mondo del non profit.

Positiva anche la previsione della nomina ci un viceministro con delega alla Cooperazione e la creazione di un’Agenzia pubblica indipendente. Adesso è necessario che siano stanziate risorse certe, utilizzate nella massima trasparenza, da destinare alla lotta alla povertà e alle discriminazioni, tenendo finalmente fede agli impegni presi in sede internazionale e per troppi anni non rispettati.

L’Arci promuove e pratica la cooperazione dei territori, con una visione della cooperazione internazionale che mette al centro le relazioni tra cittadine e cittadini, associazioni e comunità per un’idea di crescita condivisa, nella convinzione che solidarietà, dialogo, inclusione siano le fondamenta culturali per sconfiggere gli integralismi e dare forza ai processi democratici. In quest’ottica, ha appoggiato il processo di ridefinizione proposto dal DDL, sottolineando l’esigenza che nel testo fosse chiaro il ruolo degli attori sociali e delle istituzioni locali. Valuta quindi positivamente  il riconoscimento che viene dato alle tante istanze sociali attive su questi temi: dalle ong, alle onlus e associazioni di promozione sociale e volontariato, alle comunità di immigrati. L’Arci si impegnerà inoltre perchè venga mantenuta una relazione stretta tra solidarietà,  volontariato internazionale e promozione dei corpi civili di pace, per legare sempre più le politiche di cooperazione con l’impegno per la pace e i diritti.

Oggi la sfida é quella di un approccio in cui ogni attore, pubblico e privato, profit e no profit, sia messo in grado di agire all’interno di una visione e di una programmazione condivise, nel rispetto delle proprie mission e dei diversi ruoli, all’interno di un quadro eticamente sostenibile. Le realtà sociali dovranno essere presenti in tutti gli ambiti politici di programmazione, consultazione e rappresentanza che la legge prevede, costruendo alleanze con Enti Locali e Regioni: su questo presidio e questa azione civile si misurerà nei fatti la forza della riforma e del cambiamento di orizzonte culturale.

 

Roma, 18 luglio 2014

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