19Settembre2014 Scuola, infanzia e normalità nella Striscia di Gaza

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scuola_palestinaIn Italia abbiamo appena festeggiato il primo giorno di scuola. Anche a Gaza il 14 settembre è stato il giorno in cui le scuole hanno riaperto le porte ai loro studenti, ma non è stata una festa. E’ stato un tentativo di tornare alla normalità, dove la normalità non esiste.

Poche scuole hanno davvero potuto riprendere le loro funzioni: 24 scuole sono state distrutte dai bombardamenti israeliani, più di 250 hanno subito gravi danni e circa 90 centri d’istruzione delle Nazioni Unite fungono ancora da rifugi per gli sfollati.

Dopo settimane di ritardo rispetto al normale calendario, le scuole che hanno potuto permetterselo, hanno riaperto e i presidi e l’UNRWA si sono riorganizzati per trovare un posto per tutti i 500.000 studenti gazawi. E’ così che ora ogni classe ospita dai 60 agli 80 bambini, in edifici spesso fatiscenti e con pochissimi materiali a disposizione.

Il primo giorno di scuola per i bambini italiani significa prima di tutto ritrovare gli amici. Provo a immaginarmi come può essere un primo giorno di scuola a Gaza, dove si fa la conta dei morti tra i propri compagni, si realizza chi dei propri compagni di gioco dell’anno precedente è tra i 500 bambini che hanno preso la vita e che quest’anno non torneranno a scuola.

Il programma per questi primi giorni di lezione prevede attività di supporto psicosociale per i bambini, con la speranza di poter riprendere un giorno i programmi normali, la vita normale.

Il Remedial Education Center (REC) è un’organizzazione gazawi che collabora da tempo con ARCI e che lavora per contribuire alla creazione di un ambiente di crescita per i bambini della Striscia sano e positivo. Oggi più che mai crediamo sia necessario sostenerli e lavorare insieme con loro affinché i bambini che hanno vissuto la tragedia di una guerra che ha colpito soprattutto civili, donne e minorenni, possano avere una possibilità di ambire almeno a una vita normale.

Insieme vogliamo sviluppare un progetto che miri a supportare i bambini nell’elaborazione del trauma appena vissuto. Da una parte è il bambino stesso il perno della nostra azione, attraverso un programma di attività artistiche, laboratori ali e ludiche attraverso cui sviluppare il racconto, il confronto e l’elaborazione di quanto vissuto durante il conflitto, e un programma di supporto più mirato alla dimensione scolastica ed educativa attraverso cui affrontare le lacune e le difficoltà di apprendimento particolarmente acute in seguito ad eventi traumatici.

Dall’altra parte, il nostro lavoro intende soffermarsi anche su una seconda dimensione, ossia l’ambiente all’interno del quale il bambino si muove e cresce. La famiglia, gli educatori e la comunità più in generale hanno tutti un ruolo cruciale nel percorso di crescita del bambino, specialmente in un contesto in cui questi ha bisogno d punti fermi a cui riferirsi per poter affrontare eventi tanto dolorosi come quelli appena trascorsi. Per questo puntiamo a coinvolgere tutte queste figure in un percorso volto a sensibilizzare sul tema della protezione dell’infanzia e al contempo a fornire gli strumenti per affrontare consapevolmente la fase di post-conflitto insieme col bambino.

Non porteremo i bambini di Gaza alla normalità, perché a Gaza la normalità non esiste e non esiterà fino a che la Striscia rimarrà sotto l’assedio israeliano. Ma bisogna pur cominciare a sognare un mondo diverso perché esso piano piano cambi. Martin Luther King sognò tempo addietro per i suoi quattro bambini che: “possano vivere un giorno in una nazione dove non saranno giudicati dal colore della loro pelle ma dal contenuto del loro carattere”.

Noi sogniamo per i bambini di Gaza e ci stiamo mettendo all’opera per cominciare a costruire il nostro sogno. Puoi cominciare a sognare con noi attraverso la raccolta fondi a favore del REC sul conto corrente intestato a: Arci Cultura e Sviluppo, Via dei Monti di Pietralata 16, 00157 Roma. Banca popolare etica, Via Parigi 17, – 00185 Roma IBAN: IT96N0501803200000000508080 con Causale REC Gaza.

 

Alessandra Magda

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