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Paesi di intervento
In autunno si è svolta in Colombia la prima missione di ARCS – Arci per il monitoraggio e la valutazione del progetto “Donne organizzate per la costruzione di una società per la pace”. Il processo che ARCS – Arci sta portando avanti insieme alla Ong colombiana Corporación Viva la Ciudadanía vuole promuovere una maggiore partecipazione delle organizzazioni sociali femminili al governo dei territori. Le attività si sviluppano seguendo due linee d’intervento complementari: una formativa e una di partecipazione attiva alle politiche pubbliche dei municipi d’appartenenza. Le azioni si svolgono in quattro Dipartimenti in cui la guerra civile è particolarmente intensa: Chocò, Cauca, Valle del Cauca e Sucre.
La missione era stata programmata per essere strettamente operativa, ma a causa dell’attualità colombiana ha assunto fin da subito un alto valore strategico e di lobbying con l’obiettivo di ampliare l’impatto delle attività. Il 17 novembre il generale Rubén Darío Alzate, comandante della Forza de Tarea Titàn di stanza in Chocò, prende la decisione, apparentemente incomprensibile, di avventurarsi personalmente in una zona ad alto rischio bellico. Il generale Alzate viene accompagnato da Gloria Urrego, un’avvocatessa che lavora per l’esercito, e dal capitano dell’esercito Jorge Rodríguez Contreras che guida la lancia su cui si muovono. Il generale non indossa l’uniforme, contravvenendo al regolamento delle forze armate, e non porta armi con sé. L’alto ufficiale, infrangendo tutti i protocolli di sicurezza dell’esercito, ordina di inoltrarsi “rio abajo” nella selva chocoana. Nonostante che, inizialmente, il capitano Contreras si opponga e lo avverta che quella è una zona interamente controllata dalla guerriglia, il generale Alzate lo intima di portarlo al villaggio Las Mercedes. Al capitano non resta alternativa che eseguire gli ordini. Appena la delegazione dell’esercito mette piede sulla terra ferma si trovano circondati dal Frente 34 delle FARC-EP che li ammanettano e li dichiarano prigionieri di guerra. Il generale Alzate diventa l’ufficiale di più alto grado fatto prigioniero dalla guerriglia colombiana nei suoi 55 anni di storia. Il presidente Santos, sotto attacco dei partiti politici e dei settori della società che si oppongono ai negoziati di Pace, sospende le trattative con la guerriglia e accusa le FARC-EP del rapimento del generale Alzate.
La società colombiana rimane inizialmente disorientata dall’accaduto. Gran parte della società civile vede nel gesto del generale dell’esercito un tentativo, in stile kamikaze, della destra e di alcuni settori delle forze armate, entrambi recalcitranti a qualsiasi accordo con le FARC-EP, di sabotare i negoziati di Pace. Altri ritengono che il generale abbia commesso un grave errore di valutazione e che il Frente 34 della guerriglia ne abbia approfittato per assestare un duro colpo all’immagine del governo. Comunque sia, risulta evidente che il processo di Pace è ancora molto fragile nella società colombiana e che la spregiudicatezza di un solo individuo possono mettere a repentaglio i negoziati di Pace.
Lo scopo della missione di ARCS – Arci, inizialmente pensata per verificare lo stato d’avanzamento del progetto e per coordinarne le attività formative future, diventa necessariamente quello di presentare il progetto agli organismi internazionali, di creare le maggiori sinergie possibili con gli altri attori della società civile colombiana e di mobilitare tutte le forze per difendere e sostenere il processo di Pace. Nonostante la fragilità evidente dei negoziati di Pace, ancora una volta la società civile colombiana ed internazionale ha dimostrato una grande maturità ed unità d’azione. In un momento così difficile, tutte le organizzazioni colombiane che abbiamo incontrato hanno sottolineato l’importanza che il progetto “Donne organizzate per la costruzione di una società per la pace” assume nel contesto colombiano: diventa fondamentale formare la società civile e fornire gli strumenti affinché si possa partecipare e difendere la costruzione di una Pace con giustizia, direttamente nei territori dove il conflitto si vive quotidianamente. Tutte le organizzazioni colombiane si sono dette disponibili a creare sinergie tra il progetto e le attività che loro portano avanti nei territori. Anche le organizzazioni internazionali hanno reso valore alle attività del progetto e si sono rese disponibili a fornire appoggio organizzativo e politico al percorso formativo e partecipativo. In particolar modo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e l’agenzia UN Women hanno chiesto di poter visitare il progetto e di poter partecipare alle attività. Il sostegno e la valorizzazione del progetto “Donne organizzate per la costruzione di una società per la pace”, sia delle agenzie Onu sia delle organizzazioni sociali colombiane, apporta ulteriore valore e forza alla formazione cittadina e alla costruzione di scenari di Pace in Chocò, Cauca, Valle del Cauca e Sucre. In un momento in cui le speranze di Pace sono state messe in pericolo dall’ ”imprudenza” di un generale dell’esercito, il progetto di ARCS – Arci e di Corporación Viva la Ciudadanía acquisisce ancora maggiore importanza e la società colombiana si dimostra ancora una volta unita nella scelta della costruzione di un Paese giusto e in Pace.
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