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Il 2015 è stato l’anno più tragico dall’inizio della guerra siriana. A farne le spese i civili siriani stremati dall’inasprirsi del conflitto, dal blocco degli aiuti e dallo stato d’assedio in cui molti si trovano: sono circa 250 mila le vittime secondo le stime delle Nazioni Unite dall’inizio del conflitto – oltre 50 mila solo nel 2015 – con 12 milioni di siriani all’interno del Paese che non hanno accesso all’acqua potabile e 9 milioni costretti a vivere in condizioni insicurezza alimentare. Un contesto atroce, in cui le grandi potenze mondiali, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU – come Russia, Stati Uniti, Regno Unito e Francia (4 su 5) – non hanno risolto l’emergenza umanitaria in atto, ma al contrario hanno contribuito a esacerbare la crisi: attraverso pressioni diplomatiche inadeguate, minando le risoluzioni da loro stesse approvate, fornendo sostegno politico e militare alle diverse parti in conflitto o mediante la stessa azione militare sul territorio siriano.
“Benzina sul fuoco”. Di fronte alla peggiore tragedia umanitaria dalla seconda guerra mondiale, ora però non si può più rinviare: è necessario che i leader mondiali trovino la strada per rafforzare l’unico barlume di speranza rappresentato dal fragilissimo cessate il fuoco appena raggiunto.
E’ l’appello diffuso oggi da 30 organizzazioni firmatarie tra cui Oxfam, Save the Children, Norwegian Refugee Council, Care International e organizzazioni della società civile siriana come The Syrian-American Medical Society (SAMS), Big Heart e Syria Relief and Development, attraverso il rapporto Siria: benzina sul fuoco rilanciato in Italia nel quadro della campagna #WithSyria #Adessobasta, che fotografa il caos e la frammentazione in cui è ulteriormente piombata la Siria a cinque anni dall’inizio del conflitto.
Il quadro umanitario. All’indomani del peggior anno dall’inizio della crisi, nonostante il fragile cessate il fuoco, entrato in vigore a fine febbraio, la situazione umanitaria dell’ultimo anno in Siria appare sempre più drammatica:
“Il mondo non si volti dall’altra parte”. “Chiediamo con forza ai leader mondiali di adoperarsi per fare rispettare il cessate il fuoco affinché questo conduca ad un accordo permanente per porre fine alle violenze e per garantire la sicurezza e la protezione dei civili in Siria. – afferma il direttore generale di Oxfam Italia, Roberto Barbieri – A tale scopo è indispensabile che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite prenda atto delle continue violazioni del diritto internazionale umanitario perpetrate in Siria, anche da parte di alcuni dei paesi membri, intervenendo il prima possibile per fermare il trasferimento di armi alle parti in conflitto, ribadendo la necessità di garantire in primis la protezione dei civili. In questa direzione facciamo appello anche al Governo Italiano affinché, come Stato candidato (tra i membri non permanenti) a sedere nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dal prossimo giugno, possa assumere un ruolo chiave nel guidare le parti ad una risoluzione politica del conflitto. Siamo di fronte alla più grande crisi umanitaria dal secondo dopo guerra ad oggi, il mondo non può più girarsi dall’altra parte”.
Le organizzazioni firmatarie del rapporto Benzina sul fuoco sono:
ActionAid | Alkawakibi Organisation for Human Rights | |
Baytna Syria | BINAA | |
Big Heart Foundation | Bihar Relief Organisation | |
CARE International | Emessa | |
Ghiras Alnahda | IHSAN Relief and Development | |
Dawlaty UOSSM |
Khayr/Watan Human Appeal |
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Non c’è Pace senza Giustizia | Norwegian Refugee Council | |
Mercy Corps | Oxfam | |
People in Need | Physicians Across Continents | |
Save the Children | SAWA for Development Aid | |
SEMA | Sham Humanitarian | |
Social Development International | Syria Relief | |
Syria Relief Network | Syria Relief and Development | |
Syrian American Medical Society | Syrian NGO Alliance |
Nelle recenti elezioni universitarie in Libano molti dei giovani attivisti si sono candidati in liste indipendenti
Te ne sei andata in punta di piedi, come sapevi fare. Ci hai lasciati in un mondo più grigio e più brutto, senza di te.
Venerdì gli Stati Uniti dell’uscente presidente Donald Trump hanno imposto sanzioni economiche a rappresentanti politici libanesi alleati di Hezbollah
Pubblichiamo il testo integrale del DPCM del 13 ottobre. Questa la sintesi offerta dal Forum Terzo Settore:
“Improvvisamente il palazzo ha tremato, sembrava un terremoto. Abbiamo sentito un boato spaventoso: con le altre persone che sono con me ci siamo riparati in un luogo sicuro, poi siamo scesi in strada e abbiamo capito quello che era successo”. E’ la testimonianza all’AdnKronos di Giuseppe Cammarata, rappresentante in Libano di Arcs Culture Solidali.
di Giuseppe Cammarata – Al momento le vittime accertate sono oltre 100, ben più di 4.000 i feriti e si contano circa 100 dispersi. Le scuole sono state aperte per offrire riparo e ricovero a chi ha avuto la casa danneggiata dall’esplosione, ed il governo ha deliberato di supportare con ogni mezzo gli ospedali cittadini, già pieni di pazienti affetti da COVID-19
di Federico Mei – ARCS, come tutto l’apparato della cooperazione italiana presente nel Paese, ha scelto di rimanere, e se richiesto, aiutare come possibile.
ARCS sta sostenendo i suoi partner sul territorio impegnati nella distribuzione del cibo. Questa la testimonianza che ci arriva dall’associazione Nonna Roma.
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