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Paesi di intervento
Mai soli, “Never alone” è il nome del bando presentato oggi da otto Fondazioni, bancarie e altre, per dare ai minori stranieri e profughi non accompagnati, un domani possibile. In altre parole: “soluzioni per l’accoglienza e l’integrazione dei minori presenti su tutti il territorio nazionale”.
3,5 milioni di euro messi a disposizione nel quadro dell’iniziativa europea Epim (European Programme for Integration and Migration). Soggetti diversi (Compagnia di San Paolo, Enel Cuore, e le Fondazioni Con il sud, Fondazione Cariplo, CRT, Cassa di Risparmio di Cuneo, Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, MPS) che si muovono con sintonia e forte segno di collaborazione, ha detto il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, cercando di dare anche «un messaggio positivo a livello europeo dove invece assistiamo a contrasti e divisioni anche aspre».
I numeri, infatti, sono preoccupanti, soprattutto se si pensa che i ragazzi sono i soggetti più vulnerabili in assoluto. Dei 16mila minori sbarcati in Italia a fine 2015, erano 11.921 i minori senza adulti di riferimento a sostegno (in crescita del 13% rispetto al 2014), su un complesso di 154mila migranti arrivati sulle nostre coste. Ben 6.135 sono scappati dalle strutture di accoglienza (fenomeno in crescita rispetto al 2014 quando erano il 23% dei circa 10mila arrivi) rendendosi irreperibili con il forte rischio che cadano nelle mani della criminalità organizzata.
In Europa il numero è ugualmente allarmante (nel 2014 erano scomparsi almeno 10mila, più di mille nella sola Svezia). E il dato sembra destinato a crescere nei prossimi mesi. Le origini: vengono soprattutto dall’Egitto, dall’Albania, dall’Eritrea, Gambia e Somalia. Sono per l’81 per cento maschi adolescenti, in una fascia di età tra i 16-17 anni. Rappresentano, spesso, una specie di “investimento” per le famiglie che rimangono nelle terre di origine, con la speranza che presto producano redditi. Per le domande di asilo, 3.790 (oltre il 50% in più rispetto al 2014), l’Italia si colloca al terzo posto dopo Svezia e Germania (che sono infatti i Paesi più ambiti dei giovanissimi che arrivano sulla nostra terra).
Per dare risposte alle drammatiche esigenze (ai sogni, alle speranze e ai desideri) di questi ragazzi («non è un progetto calato dall’alto abbiamo sentito le storie dei ragazzi, devastanti e di grandi debolezze, ma fatte anche di speranza e di fiducia», ha detto Luca Remmert presidente della Compagnia di San Paolo), Le Linee Guida sono concentrate su quattro ambiti: definizione di percorsi di accompagnamento all’autonomia nel passaggio alla maggiore età; rafforzamento e diffusione della pratica di affido; e del sistema dei tutori volontari; accoglienza delle ragazze.
Il bando, nazionale e che incoraggia le articolazioni di rete di più soggetti, si rivolge a partenariati pubblico-privati (e viene presentato come uno dei punti di forza del Progetto, oltre alla forte sintonia con i territori e al contemporanea collaborazione internazionale) composti da almeno tre soggetti senza scopo di lucro aventi una comprovata esperienza in materia di accoglienza e inclusione di minori e/o migranti richiedenti asilo, e prevede due fasi: la primain cui i soggetti capofila presentano un’idea progettuale, che scade il 16 maggio; la seconda, ristretta alle sole idee selezionate, che devono evolversi in cui proposta dettagliata e definitiva da presentare entro due mesi, per poi arrivare alla partenza del progetto al più tardi nel novembre 2016. La durata di ogni progetto sarà da 18 a 36 mesi. I fondi potranno andare da un minimo di 15.000 euro a un massimo di 700mila, al massimo per il 70 per cento dei costi totali di ogni progetto.
I moduli e le procedure sono sul sito di Fondazione Cariplo e su tutti i siti delle fondazioni partecipanti. Per info utilizzare la email. infobandoMSNA@fondazionecariplo.it
«Dobbiamo fare uno sforzo di cambio di paradigma: abbiamo una grande opportunità di integrazione di questi giovani, di creare una realtà multietnica e multiculturale che includa e non escluda. Questo progetto ha della grandissime opportunità in tale senso». Ha sottolineato in apertura Remmert.
Gli ha fatto eco Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud: «Abbiamo intenzione di mostrare un percorso possibile e con percorsi esemplari anche per le politiche pubbliche che mostrano la loro debolezza. La forza di questo progetto – evidenzia Borgomeo – sta proprio nel fatto che c’è un pensiero, che è quello di considerare che i minori sono la parte più vulnerabile delle immigrazioni». «Non c’è bisogno di essere scienziati per capire che chi parla di integrazione non può che lavorare sull’incontro tra adolescenti italiani e stranieri. In alcune zone disastrate per motivi di guerra, questi giovani hanno una sola alternativa: o si imbarcano, o fanno strada nel terrorismo. E allora o l’Europa diventa territorio di accoglienza possibile, con un disegno plausibile di sviluppo, o cerchiamo senza sosta di respingerli con chiusura e difesa».
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