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Al via la campagna, promossa da AOI (Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione, solidarietà e volontariato internazionale), che ha come obiettivi:
La drammatica e grave vicenda che ha portato all’assassinio del ricercatore italiano Giulio Regeni ha aperto una finestra, anche a livello internazionale, sulla grave situazione dei diritti umani in Egitto, peggiorata dal 2013 ad oggi, in particolare per quanto riguarda quelli civili e politici.
Le forze dell’ordine e i servizi di sicurezza egiziane hanno sempre goduto di ampio margine di manovra, al punto da rendersi colpevoli, durante la rivoluzione del 2011, dell’eccidio di quasi mille persone. Il Paese ha vissuto dall’estate del 2013 un processo di repressione che ha avuto il suo momento più tragico nello sgombero delle piazze Rābi‘a al-‘Adawiya e an-Nahdha, occupate dai sostenitori di Morsi, il 14 agosto 2013: questo causò in un solo giorno la morte di un numero di persone, equivalente alle perdite sofferte durante i giorni della rivoluzione.
In continuità e con maggiore impegno, la politica della presidenza di al-Sisi ha da subito messo al centro la priorità di rimuovere il dissenso e liquidare l’opposizione politica, sia islamica che laica. Utilizzando a tal fine i mezzi più diversi: dalla persecuzione amministrativa per presunta ricezione di fondi esteri, al sequestro di materiale e documenti, dalla messa al bando di organizzazioni civili con l’accusa di legami con il terrorismo, all’interdizione di viaggiare all’estero imposta a riconosciuti difensori dei diritti umani, dall’arresto arbitrario all’aggressione fisica degli attivisti stessi.
È dunque un imperativo etico e morale il sostegno a tutta la società civile egiziana, che rischia in questo contesto di veder cancellati di fatto i propri diritti: ad oggi sono più di 40.000 i prigionieri politici attualmente rinchiusi nelle carceri egiziane secondo “Human Rights Watch”. Questa vera e propria ondata controrivoluzionaria è maturata anche a causa del silenzio colpevole della comunità internazionale, che in questo modo ha tutelato la presidenza di al-Sisi, considerata strategica nell’arrestare il terrorismo islamico. Questa valutazione di carattere politico-militare è stata accompagnata da un’intensa attività della diplomazia commerciale per avere un ruolo di controllo delle risorse energetiche del Paese. In questo quadro si sono inserite alcune scelte del nostro Governo: per esempio la compagnia ENI si è assicurata lo scorso mese di marzo un contratto del valore di 4,5 miliardi di euro con l’Egitto per l’esplorazione di gas e petrolio.
Significativa l’iniziativa di AITR, Associazione Italiana Turismo Responsabile, a cui aderiscono alcune ong socie AOI: i suoi operatori hanno subito sospeso ogni relazione commerciale e istituzionale con l’Egitto a seguito della vicenda Regeni, chiedendo giustizia e rispetto per i diritti umani. Questa la dichiarazione del Presidente Maurizio Davolio: «l’Egitto è un Paese meraviglioso (…) ma un viaggio e una vacanza non sono possibili in un contesto di dolore e di indignazione».
I punti principali della campagna promossa da AOI:
L’AOI intende rivolgersi al Parlamento italiano perché accolga e sostenga le proposte della campagna, ed al Governo affinché apra un tavolo di dialogo e azione condivisa con i rappresentanti della società civile italiana per l’affermazione della democrazia e la tutela delle organizzazioni sociali e sindacali e degli attivisti dei diritti umani minacciati in Egitto.
Nel lanciarla e promuoverla, AOI mette questa campagna a disposizione di tutte le reti, rappresentanze, coalizioni civili, associazioni, cittadine e cittadini che intendano aderirvi, condividerla e sostenerla divenendone soggetti co-promotori. Perché le parole, gli auspici della famiglia di Giulio Regeni, ribadite in questi giorni negli incontri con l’Europarlamento, non devono essere dimenticati e le richieste inevase.
Hanno aderito finora: Rete della Pace, ARCI, AITR-Associazione Italiana Turismo Responsabile, Link 2007, Un Ponte Per…
Te ne sei andata in punta di piedi, come sapevi fare. Ci hai lasciati in un mondo più grigio e più brutto, senza di te.
Venerdì gli Stati Uniti dell’uscente presidente Donald Trump hanno imposto sanzioni economiche a rappresentanti politici libanesi alleati di Hezbollah
Pubblichiamo il testo integrale del DPCM del 13 ottobre. Questa la sintesi offerta dal Forum Terzo Settore:
“Improvvisamente il palazzo ha tremato, sembrava un terremoto. Abbiamo sentito un boato spaventoso: con le altre persone che sono con me ci siamo riparati in un luogo sicuro, poi siamo scesi in strada e abbiamo capito quello che era successo”. E’ la testimonianza all’AdnKronos di Giuseppe Cammarata, rappresentante in Libano di Arcs Culture Solidali.
di Giuseppe Cammarata – Al momento le vittime accertate sono oltre 100, ben più di 4.000 i feriti e si contano circa 100 dispersi. Le scuole sono state aperte per offrire riparo e ricovero a chi ha avuto la casa danneggiata dall’esplosione, ed il governo ha deliberato di supportare con ogni mezzo gli ospedali cittadini, già pieni di pazienti affetti da COVID-19
di Federico Mei – ARCS, come tutto l’apparato della cooperazione italiana presente nel Paese, ha scelto di rimanere, e se richiesto, aiutare come possibile.
ARCS sta sostenendo i suoi partner sul territorio impegnati nella distribuzione del cibo. Questa la testimonianza che ci arriva dall’associazione Nonna Roma.
ARCS Culture Solidali ha avviato la raccolta fondi “Alimenta la Solidarietà – Dona una spesa col cuore” per sostenere le attività di distribuzione di generi alimentari di alcuni partner distribuiti sul territorio. Ecco la storia della Brigata Unità di Strada attiva a Salerno.
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