01Luglio2016 Attentati in Libano. Aggiornamento dalle nostre cooperanti

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di Micol Briziobello

Il 27 giugno, 4 all’alba e 4 in serata, otto attentati suicidi hanno colpito il villaggio a maggioranza cristiana di al-Qaa che si trova sulla strada principale che collega la città siriana di al-Qusayr con la Valle della Bekaa nel nord est del Libano, (in linea d’aria a davanti ad Hermel).
Le esplosioni hanno colpito la comunità all’alba di lunedì mattina e più tardi kamikaze si sono fatti saltare in aria fuori dalla chiesa dove la gente si era riunita per i funerali delle vittime delle ore precedenti. Intanto altri attentatori suicidi si facevano esplodere vicino ai soldati libanesi, nei pressi di un checkpoint militare.
Sono morte 5 persone (più 8 attentatori) e 28 sono i feriti. Al momento nessun gruppo ha rivendicato gli attacchi. Tuttavia, la tv al-Manar, vicina ad Hezbollah, ha puntato il dito contro l’autoproclamato Stato Islamico (Is).

A quanto pare, è cambiata la strategia, l’idea è quella di compiere attacchi per destabilizzare il Paese e le forze di sicurezza. Probabilmente gli attentatori sono entrati direttamente dalla Siria, dove è facile reperire le armi, e il confine con il Libano dalla parte di al-Qaa è molto poroso; l’obiettivo non era quello di esplodere nel villaggio “isolato” di al-Qaa ma entrare in Libano e compiere operazioni in aree più sensibili del Paese. Per questo motivo, ci potrebbero essere altri attentatori pronti ad esplodere, motivo per il quale l’allerta resta alta in tutto il Paese.

Nel frattempo, per allentare la tensione, è stato imposto il coprifuoco sul villaggio di Qaa e su diversi altri villaggi della Bekaa. Inoltre, sebbene il Ministero degli Interni abbia identificato i responsabili come soggetti provenienti dalla Siria e appartenenti a cellule dell’Isis, e quindi non rifugiati nel Paese, a pagare sono stati i campi allestiti al confine dove numerose persone che vivono in condizioni disagiate e senza uno status legale che li tuteli, sono stati arrestati preventivamente.

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