L’Onu e l’emergenza. E per domenica mattina è stato convocato un Consiglio di emergenza delle Nazioni unite, per l’aggravarsi della situazione in Siria.
Le forze del governo siriano hanno riconquistato una zona in mano ai ribelli a nord della città, la notizia è confermata sia dagli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani che dalla televisione di Stato al-Ikhbariya Tv. La cattura del campo di Handarat “è il risultato degli intensi bombardamenti condotti dalle forze del regime e dai continui bombardamenti sferrati dai caccia russi” fa sapere l’Osservatorio. Il regime siriano ha lanciato un’offensiva mirata a riprendere il controllo dell’intera città di Aleppo, attualmente divisa tra governo a ovest e ribelli a est.
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Come rende intanto noto la rappresentante di Unicef in Siria, Hanaa Singer, due milioni di abitanti della città, sia nella parte orientale in mano ai ribelli sia in quella occidentale controllata dai governativi, sono nuovamente senza acqua corrente ed elettricità a causa dei combattimenti, come era già avvenuto il mese scorso.
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“Gli intensi attacchi avvenuti ieri sera – spiega Singer – hanno danneggiato la stazione di pompaggio di Bab al Nayrab, che fornisce acqua a 250 mila persone nei quartieri orientali di Aleppo. Le violenze impediscono alle squadre di intervento di raggiungere la stazione”. Come rappresaglia – aggiunge la rappresentante dell’Unicef – la stazione di pompaggio di Suleiman al Halabi, anch’essa situata nella parte orientale, è stata spenta, lasciando senz’acqua 1,5 milioni di residenti delle parti orientali della città”.
Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov dice di dubitare che i raid della Coalizione a guida Usa contro le truppe di Assad vicino Deir ez-Zor siano stati un errore. “È difficile immaginare che gli ufficiali dei servizi di intelligence della coalizione a guida Usa, che sta operando contro l’Isis in tutta la Siria, possano aver dimenticato chi è dove”, dichiara Lavrov in un programma della tv di Stato russa, aggiungendo comunque di non voler “accusare nessuno di nulla”. Per un’obiettiva indagine sul raid contro il convoglio Onu di aiuti umanitari colpito nei pressi di Damasco è necessario trovare ed esaminare i proiettili che sono stati usati”, aggiunge Lavrov.
Lavrov afferma anche che Mosca non è preoccupata per il fatto che il cambio della guardia dell’amministrazione americana dopo le elezioni possa condurre al fallimento dell’accordo per il cessate il fuoco in Siria ottenuto grazie alla mediazione di Russia e Stati Uniti. “Non ho avuto discussioni del genere”, aggiunge il ministro. La Russia – continua Lavrov – “non è interessata a guardare nella sfera di cristallo ma al lavoro vero. Esiste un accordo fra i due presidenti e questo accordo deve essere applicato”.