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Il primo Rapporto dell’Alleanza sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile avanza proposte concrete per mettere l’Italia sulla strada della sostenibilità. Anche sul fronte COP21 c’è finalmente un impegno europeo.
Due notizie importanti hanno segnato le cronache della sostenibilità nell’ultima settimana di settembre. La prima è senza dubbio la decisione del Consiglio dei ministri dell’Ambiente dell’Unione europea di promuovere la ratifica degli accordi raggiunti nel dicembre scorso nel corso dell’incontro COP21. “Oggi abbiamo cancellato qualsiasi dubbio sull’impegno di tutta l’Unione per gli accordi di Parigi”, ha dichiarato il commissario Ue responsabile per Clima ed Energia Miguel Arias Cañete.
Consideriamo importante anche per l’Europa la presentazione del Rapporto ASviS sull’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, non solo perché si tratta della prima analisi completa della situazione italiana rispetto ai 17 SDGs, ma perché questa elaborazione è stata promossa da un soggetto, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, che riunisce gran parte delle più significative rappresentanze della società civile. Le proposte contenute nel Rapporto nascono dai Gruppi di lavoro articolati per ciascun Goal, con la partecipazione di esperti delle associazioni aderenti. Questo metodo, che ha portato ad analisi e proposte che abbracciano tutti gli Obiettivi, non ha precedenti nei Paesi europei.
Sul sito dell’ASviS si può scaricare il Rapporto completo e molto altro materiale di documentazione e cronaca sulla presentazione avvenuta il 28 settembre alla Camera dei Deputati.
La presentazione alla Camera ha concluso tre giornate di approfondimento sui temi legati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile promosse da ASviS, da Fondazione Global Compact Network Italia (lo snodo italiano del Global Compact Network delle Nazioni Unite) e da SDSN Italia (l’hub italiano del Sustainable Development Solution Network delle Nazioni Unite).
Possiamo essere ottimisti per il futuro? In realtà il messaggio del Rapporto, come ha spiegato nella sua relazione il Portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini, indica molti gravi ritardi nel percorso per realizzare i traguardi elencati nell’Agenda 2030 approvata dalle Nazioni Unite. Anche la ratifica degli accordi di Parigi, come ha avvertito lo stesso Cañete, è in realtà solo un primo passo per conseguire l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature nei limiti dei due gradi o meglio ancora di un grado e mezzo. Però ci sono elementi di ottimismo, che vogliamo sottolineare riportando una citazione dalla “Amaca” di Michele Serra sulla Repubblica di sabato 1° ottobre.
Poi dicono che non esiste più il futuro: ma se avessi vent’anni mi ci butterei anima e corpo, in quel futuro che nasce dall’incrocio tra scienza, tecnologia e sostenibilità. Dev’essere entusiasmante, oltre che necessario: come se la pietra filosofale esistesse davvero, e fosse fatta di scienza+natura. Sui giornali ne parliamo poco, di questo solo vero percepibile varco che sembra aperto sul domani. Parliamo moltissimo della politica, sempre più debole, dell’economia, sempre più distorta, iniqua e malata, tanto che a furia di parlarne ci sembra che l’intero pianeta sia condannato alla debolezza e alla malattia; non parliamo abbastanza dell’ingegno umano, quell’operosità vigile, acuta e finalmente avvertita dei limiti del pianeta che potrebbe, lei sì, ridare idee e concretezza alle vite dei nostri figli e nipoti. Ad ogni servizio del telegiornale (in genere in coda alla scaletta) che mostra un’esperienza di innovazione e biocompatibilità, mi ridesto dal torpore nel quale ero caduto grazie al notiziario politico.
Tra le altre segnalazioni:
Hanno inoltre visto la partecipazione del portavoce dell’AsviS Enrico Giovannini:
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