25Ottobre2016 Calais, “Smantellamento inevitabile, ma non risolve la situazione di chi fugge”

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da repubblica.it

Mentre è in corso lo sgombero nella “giugla” di  Calaisdi di oltre 6.000 persone, c’è almeno una semi-buona notizia costituita dal fatto che 1.291 minorenni non accompagnati rimarranno comunque nella città francese finché non verrà accertata la loro situazione. Medici Senza Frontiere (MSF) continua in ogni caso la propria azione pur esprimendo preoccupazione per le persone più vulnerabili, i minori senza famiglia e quanti tenteranno ancora la traversata o vivranno in condizioni di precarietà nei prossimi mesi.

Ma il problema non si risolve così. “Lo smantellamento di Calais era inevitabile” – ha detto Loris De Filippi, presidente di MSF – “Non era pensabile in un paese come la Francia che migliaia di persone, tra cui centinaia di minori non accompagnati, venissero lasciate per anni a vivere in condizioni così indegne e pericolose. Ma lo sgombero non risolverà la situazione delle persone, di cui molte in fuga da conflitti e regimi autoritari, che cercano disperatamente di raggiungere l’Inghilterra per riunirsi alle proprie famiglie e continueranno a tentare la traversata. E siamo preoccupati per tutte le persone che si costruiranno ripari di fortuna in altri siti nel nord della Francia, in una regione dove la temperatura invernale scende molto al di sotto dello zero.”

Preoccupano soprattutto i minori. Secondo un censimento dell’organizzazione francese FTDA (France Terre d’Asile) del 12 ottobre, nel campo di Calais vi erano 1.291 minori non accompagnati, in media tra i 14 e i 18 anni (il più giovane 6 anni), che rimarranno a Calais finché non verrà accertata la loro situazione. Fino all’inizio di ottobre, solo 72 minori erano riusciti a raggiungere l’Inghilterra attraverso il processo di riunificazione familiare, in genere dopo mesi di attesa. I minori che non verranno accettati in Inghilterra, o che vorranno rimanere in Francia, saranno inviati progressivamente presso i CAOMIE (centri per i minori) creati appositamente in tutto il paese.

Diverse attività e progetti. Durante lo sgombero, MSF continuerà ad assistere e informare i minori che ha seguito nel campo negli ultimi mesi, veglierà affinché i pazienti più vulnerabili possano essere evacuati in via prioritaria e si è resa disponibile a supportare il sistema sanitario pubblico se necessario. MSF lavora nella Giungla di Calais dall’inizio dell’emergenza portando avanti diverse attività e progetti, che sono stati progressivamente consegnati ad altre organizzazione (servizi idrici e igienico-sanitari, cliniche mobili). MSF gestisce ancora una struttura dedicata per i minori non accompagnati chiamata Camie, insieme a una ONG britannica, la Refugee Youth Service. Questa struttura è stata vandalizzata nella notte tra il 22 e il 23 ottobre. MSF effettua inoltre consultazioni psicologiche e psichiatriche nella clinica dell’ospedale all’interno del complesso Centro Jules Ferry, vicino alla Giungla.

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