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Paesi di intervento
di Simona Federico
Tante le energie messe in campo in Senegal grazie al progetto PONTI per l’inclusione sociale ed economica dei giovani e delle donne, la promozione delle opportunità, dell’impiego e della microimpresa e la valorizzazione del ruolo delle diaspore e dei migranti di ritorno.
La recente missione ci ha permesso di monitorare il lavoro dei partner del progetto e al contempo mettere le basi per nuove collaborazioni e migliorare il coordinamento con altre iniziative in corso.
Abbiamo partecipato all’inaugurazione del primo sportello di orientamento al lavoro per i giovani e le donne della regione di Kaffrine insieme ai partner Cim Onlus e CoopCim; insieme al CIPSI abbiamo avuto modo di approfondire la conoscenza con REMIDEV (Rete Associazioni Migrazione e Sviluppo) che riunisce ONG, Associazioni e ricercatori che si occupano di migrazioni e libertà di circolazione, CARITAS-PARI (Punto d’accoglienza per rifugiati e immigrati) tra i pochi soggetti che in Senegal forniscono assistenza a rifugiati, richiedenti asilo e migranti di ritorno, AJMS (Association des journalistes en migration et sécurité) che riunisce giornalisti impegnati per l’informazione responsabile sulle tematiche migratorie e COFLEC (Collettivo delle donne contro l’emigrazione clandestina di Thiaroye dur Mer) creato da madri dei dispersi in mare per parlare ai giovani delle alternative alla migrazione clandestina. A Thiès con La Palabre abbiamo incontrato il GRAIM (Groupe de recherche et d’appui aux initiatives mutualistes) e toccato con mano quanto si sta facendo per lo sviluppo rurale.
Inoltre si sono rafforzate le relazioni con altre ONG che stanno implementando iniziative su migrazione e sviluppo con cui si possono stabilire nuove e fruttuose sinergie, in quanto crediamo che mettere insieme le forze e lavorare in coordinamento sia fondamentale per ottenere buoni risultati.
Abbiamo poi incontrato diverse istituzioni ed autorità locali impegnate nel rafforzamento del legame tra migrazione e sviluppo e quindi la promozione degli aspetti positivi della migrazione e del ruolo che le diaspore possono giocare quali le Agenzie Regionali di Sviluppo di Dakar, Kaffrine e Louga, i Consigli dipartimentali e i referenti di alcuni Comuni e dell’ANPEJ (Agenzia nazionale per la promozione dell’occupazione giovanile) che saranno invitati a partecipare ai tavoli di concertazione previsti a partire dal mese di dicembre.
Grazie al progetto PONTI infatti si intende sviluppare il dialogo con istituzioni e organizzazioni della società civile che in Senegal sono impegnate per promuovere dinamiche positive e sostenibili di partecipazione, crescita e inclusione sociale e in tal senso si è scelto di rafforzare le capacità di coloro che sul territorio sono già impegnati attivamente.
Due nuovi soggetti sono stati coinvolti nelle attività di sensibilizzazione da ARCS e sono in particolare l’associazione di giovani BanlieueUp e l’Associazione ASSITEJ. BanlieueUP è un’associazione che lavora con i giovani delle periferie di Dakar, per promuovere la partecipazione attiva e l’impegno per lo sviluppo comunitario. Attualmente gestiscono anche un progetto finanziato dall’Ambasciata statunitense “Young Trasparency Ambassadors”. ASSITEJ Senegal è un’associazione che propone il teatro come strumento di formazione, informazione e partecipazione per i giovani. Il suo presidente è un migrante di ritorno che si è formato in Italia. Collaborerà alla realizzazione della campagna di sensibilizzazione attraverso il teatro di strada e l’organizzazione di giornate di sensibilizzazione e atelier nelle scuole.
Intanto, per quanto riguarda l’asse di rafforzamento delle capacità di donne e giovani ARCS, in collaborazione con l’associazione ASDOB, sta sostenendo la formazione professionale di donne e giovani per l’avvio di micro-imprese generatrici di reddito nella periferia di Dakar. Accompagnando 40 donne in gran parte capofamiglia, 20 ragazze e 20 ragazzi esclusi dai percorsi educativi tradizionali per lo sviluppo di progetti imprenditoriali in settori quali la sartoria, la serigrafia e la tintura dei tessuti, la produzione di sapone, la trasformazione di prodotti alimentari e l’avicoltura si intende migliorare la condizione socio-economica di soggetti particolarmente vulnerabili. Abbiamo potuto verificare il buon andamento delle formazioni e l’impegno dei partecipanti che stanno investendo tutte se stesse per ottenere i migliori risultati.
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