15Gennaio2019 PONTI: risultati concreti da Senegal e Etiopia

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di Simona Federico

Il mio 2018 si è concluso in bellezza, avendo avuto modo di toccare con mano i risultati concreti che si stanno ottenendo grazie al progetto PONTI e al lavoro congiunto dei suoi diversi partner che fanno ben sperare per i prossimi mesi che ci vedranno impegnati nella finalizzazione e capitalizzazione dei risultati.

A cavallo tra la fine di novembre e il mese di dicembre infatti ho svolto due missioni ad Addis Abeba e Dakar in cui ho avuto modo di incontrare tutti i partner locali del progetto, che vede coinvolti oltre 20 soggetti in tre Paesi (Etiopia, Senegal e Italia) e visitare alcune delle start-up che stanno contribuendo a garantire migliori condizioni di vita alle comunità più vulnerabili, aprendo – in contesti a forte tasso migratorio – nuove opportunità per chi ha voglia di investire ed investirsi grazie alla formazione e all’assistenza tecnica e alla facilitazione dell’accesso al credito.

In Etiopia ci ha raggiunto anche Antonio Ruggiero di Invitalia, ente incaricato dal Ministero dell’Interno di svolgere il monitoraggio, un’occasione per organizzare insieme ad AIDOS che garantisce il coordinamento in loco due giorni di attività congiunte per riflettere sullo stato di avanzamento del progetto, le criticità, le buone pratiche e condividere la programmazione dell’ultimo semestre insieme a GMA, OXFAM, REST e WISE.

E’ stato bello e interessante avere l’opportunità di lavorare per qualche giorno con lo staff di WISE Women’s Initiative for Self Empowerment. Altrettanto lo è stato incontrare le protagoniste di questo progetto che hanno condiviso con noi il loro entusiasmo mostrandoci i risultati ottenuti e parlandoci delle prospettive che gli si sono aperte grazie all’accesso a nuove opportunità e all’accompagnamento ricevuto nel quadro del progetto PONTI. Ad Addis Abeba sono state sostenute oltre 300 giovani donne nello sviluppo di attività nel settore della tessitura, sartoria, confezione, pasticceria, panetteria, nonché alcuni servizi.

Ognuna ha la propria storia e parlare di tutte è impossibile ma voglio condividerne alcune che ci hanno donato la loro testimonianza e che abbiamo incontrato nel loro luogo di lavoro.

Alem Chianyalewu ha avviato una bella attività di asilo nido dove ha due collaboratrici e ospita circa 30 bambini avendo potuto attrezzare una vecchia casa di famiglia grazie al prestito ottenuto. Ci ha parlato del suo metodo educativo facendoci visitare i due locali che ha riempito di colori, disegni e cartelli in cui vengono elencati i diritti dei bambini. Si tratta di un’attività generatrice di reddito per lei e di un servizio importante per le famiglie del quartiere e soprattutto per le donne a cui spesso è delegata in toto la cura dei bambini. Inoltre, trovandosi non lontano dai locali di Wise, alcune donne portano qui i bambini mentre sono impegnate nei corsi di formazione. Alem che partecipa attivamente agli incontri presso WISE sta restituendo il prestito ottenuto puntualmente e sogna di poter ingrandire la sua scuola.

Egigayehu Daniel è rientrata dopo una dura esperienza di emigrazione in Arabia Saudita e oggi grazie all’assistenza tecnica e alle opportunità di formazione gestisce un’attività che prima era svolta a domicilio, ha ampliato i locali e impiega 3 operai tra cui il marito nel suo atelier di tessitura, pelletteria e confezione e espone presso lo show room di WISE essendo di esempio per altre donne che vogliono investire nel loro Paese.

Mahder Zeyede ha perso il marito nel viaggio verso l’Europa e si è ritrovata senza risorse. Ora ci racconta la sua esperienza non nascondendo la sofferenza ma con orgoglio. Ha incontrato Wise due anni fa e grazie al sostegno e al prestito ottenuto ha potuto aprire la sua attività di produzione e rivendita di prodotti di panetteria con cui mantiene lei e i suoi due figli.

Abeba Kebede che ha conosciuto WISE da un anno, ha partecipato alla formazione tecnica in sartoria  vincendo la competizione e ha avviato una piccola attività, comprando una prima macchina con il prestito ottenuto: timidamente ci dice che si sta sbrigando a restituirlo per poter accedere ad uno più grosso. Infatti WISE prevede un meccanismo progressivo di prestiti per accompagnare le donne nello sviluppo delle attività di autoimpiego, fornendo monitoraggio e assistenza costante grazie al lavoro dello sportello di orientamento e accompagnamento, un servizio creato con il progetto PONTI.

Dall’inizio del progetto si è puntato in Etiopia e in Senegal ad ampliare le opportunità e migliorare la redditività e la sostenibilità di alcune attività tradizionali introducendo tecniche innovative e sviluppando le capacità, lo spirito imprenditoriale e l’accesso ai servizi.

Nel caso di WISE sono state formate 380 donne e, trattandosi in molti casi di un target molto vulnerabile selezionato con le autorità pubbliche, è stato garantito anche supporto psico-sociale per essere in grado di partecipare ai corsi e sessioni di educazione alla salute, primo soccorso, HIV/AIDS, salute riproduttiva e pratiche dannose. Un percorso di empowerment per ricominciare a credere in se stesse e nella possibilità di reintegrazione nel proprio contesto. Dopo le attività di orientamento, le donne potenziali imprenditrici hanno seguito un corso di formazione manageriale di base. Si tratta di momenti formativi integrati e adattati ai bisogni specifici del target di riferimento. La formazione manageriale è stata integrata da altre attività formative: life skills, pensiero creativo, leadership, alfabetizzazione e calcolo; uso del computer.

Sulla base del tipo di impresa prescelta o già avviata dalle donne, sono stati organizzati, con formatori locali, corsi tecnici di diversa durata in base alle abilità delle donne e del tipo di formazione necessaria. Per migliorare le competenze delle formatrici di WISE e differenziare le produzioni sono stati promossi due corsi di formazione su produzione tessile, condotto da uno stilista spagnolo consulente di AIDOS, e un corso di pasticceria e panificazione tenuto da due cuoche della Federazione Italiana Cuochi – Ladychef.

Per accrescere la commerciabilità dei prodotti, meglio organizzare il marketing al livello micro e sviluppare un network tra le imprenditrici e i mercati locali, si sono stabiliti contatti tra i distributori locali e venditori al dettaglio. Un totale di 235 imprese create ad Addis attraverso il progetto hanno ricevuto servizi specializzati: supporto al marketing e alla commercializzazione dei prodotti con la partecipazione a fiere e bazar, assistenza tecnica per l’elaborazione di piani di impresa, assistenza individuale e di supporto sociale, attività di scambio di buone pratiche. WISE ha organizzato concorsi per incoraggiare le imprenditrici a migliorare la loro produzione e ha facilitato l’accesso al microcredito, grazie ad un fondo ampliato con le risorse del progetto PONTI e gestito dall’Union dei SACCOS.

Oxfam con REST e GMA invece stanno sostenendo le attività di agricoltori e allevatori in Tigray e Wolayta, due regioni rurali al Nord e al Sud dell’Etiopia, insistendo sulla differenziazione della produzione, la riduzione del rischio, la catena di valore, il lavoro in rete dei piccoli produttori, l’introduzione di nuove tecniche di orticoltura. GMA lavora con circa 200 agricoltori e allevatori organizzati in 13 cooperative, che si sta contribuendo a rafforzare, valorizzando meccanismi e strumenti di solidarietà e mutuo aiuto, migliorando le competenze tecniche e gestionali. Per differenziare la produzione, riducendo il rischio in caso di condizioni climatiche avverse alle attività agropastorali, si introdurrà la lavorazione del sapone artigianale e della terracotta. E’ attualmente in costruzione una banca delle sementi che permetterà agli agricoltori di approvvigionarsi in loco, produrre e stoccare sementi di qualità laddove al momento non fossero disponibili. OXFAM lavora in Tigray sostenendo un ampio programma per migliorare le condizioni di vita della popolazione locale rispondendo ai gravi problemi derivanti dai cambiamenti climatici anche con un complesso sistema di assicurazioni sui raccolti.

E non ci fermiamo qui, ma prima di parlarvi delle realtà con cui stiamo lavorando in Senegal aspetto la scadenza che è stata definita dal nostro terzo bando per la presentazione degli ultimi progetti di impresa che beneficeranno dell’accompagnamento per lo start-up. Il bando è aperto ai giovani sotto i 30 anni e ai migranti di ritorno delle regioni di Dakar e Thies. Aspettiamo dunque con ansia di conoscere quali saranno le nuove idee che ci verranno proposte.

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