13Novembre2019 ARCS in Egitto con le rifugiate siriane

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di Cecilia Trevisan

Si è realizzata tra il 3 e il 9 novembre la prima missione dello staff di ARCS in Egitto nell’ambito del progetto “Promuovere l’Empowerment economico e sociale in Libano, Giordania e Egitto” co-finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Il progetto che avrà la durata di 30 mesi, si propone di realizzare corsi di formazione in sviluppo d’impresa e di garantire accesso al micro-credito ad oltre 600 donne, di cui il 40% rifugiate siriane.

L’Egitto, con oltre 97 milioni di abitanti, è il Paese più popoloso del mondo arabo, e il terzo Paese più popoloso del continente africano (dietro Nigeria ed Etiopia) e metà della sua popolazione ha meno di 25 anni.

Nonostante gli sforzi del governo per promuovere lo sviluppo economico, la continua crescita della popolazione sta avendo un effetto negativo in ambito di riduzione dell’inflazione, della povertà e dei tassi di disoccupazione e nel migliorare gli standard di vita. La rapida crescita della popolazione sta inoltre portando ad un aumento dei livelli di malnutrizione e insicurezza alimentare ed energetica e ad un aumento della migrazione urbana in Egitto. Inoltre, questo tasso di crescita della popolazione rappresenta un onere per gli sforzi di creazione di posti di lavoro, con conseguenti alti tassi di disoccupazione, soprattutto tra giovani e donne.

A seguito della Primavera Araba che ha portato cambiamenti socio politici in tutta l’area mediterranea, il Paese è diventato un’importante terra di transito e di destinazione dei migranti, sia economici, diretti verso l’Europa, sia dei richiedenti asilo provenienti per la maggior parte dalla Palestina, ma anche dall’Africa orientale, Asia meridionale, e più recentemente dall’Iraq e dalla Siria.

In quest’ottica si inserisce il progetto di ARCS: che ha come obiettivo quello di fornire gli strumenti necessari per rafforzare l’empowerment socio-economico delle rifugiate siriane che risiedono nei tre Paesi e delle donne vulnerabili nelle comunità ospitanti fornendo loro sia opportunità lavorative che accesso al reddito.

Nel corso della missione di avvio del progetto, lo staff di ARCS ha avuto l’opportunità di visitare alcuni villaggi rurali nel distretto di Assiut dove il partner locale realizza sia programmi di microcredito che programmi di educazione informale per le donne dai 13 anni in su con lo scopo di farle rientrare nel sistema scolastico. In questi programmi educativi, oltre ai corsi di alfabetizzazione e di matematica si svolgono anche sessione di awareness su salute, Gender-based violence e women empowerment.

Per le donne in Egitto, soprattutto nelle aree piùrurali del Paese, alcuni diritti fondamentali non sono del tutto garantiti come ad esempio quello all’istruzione. Ad esempio nel villaggio di Tameya, la scuola media per le ragazze non esiste e non ci sono i mezzi di trasporto per raggiungere la scuola più vicina.

Tra le priorità del partner nelle aree di visitate figura la lotta alle le mutilazioni genitali femminili (MGF). Questa pratica infatti, sebbene criminalizzata nel codice penale egiziano, rimane una grande sfida per il paese colpendo ancora, in alcune aree, circa il 92% delle donne sposate tra 15 e 49 anni e l’ospedalizzazione della procedura è ancora in corso ed eseguita in cliniche private. Molte delle ragazze che abbiamo incontrato nel villaggio hanno subito questa pratica e ci hanno raccontato che grazie alle attività di sensibilizzazione a cui hanno partecipato e alla sofferenza subita in prima persona hanno preso coscienza delle conseguenze di questa usanza.

Ad Alessandria, abbiamo conosciuto due beneficiari del progetto di microcredito realizzato da Caritas-Egypt: Rosie, rifugiata sud sudanese che grazie a dei video di Youtube ha iniziato la sua attività di sartoria, colorando a mano sciarpe e magliette; e  Abdelrazeq rifugiato siriano che grazie alla sua esperienza di design ha aperto un bussiness per la creazione di inviti di nozze e stampa di certificati.

Secondo gli ultimi dati della Banca Mondiale il 23,6% delle donne in età lavorativa è disoccupata, mentre le attività di microfinanza rivolte alle donne sono cresciute da 2,2 miliardi di lire egiziane (circa 123 milioni di euro) nel 2016 a 3,2 miliardi ( circa 179 milioni di euro) nel 2017.

Il progetto verrà realizzato a Damietta, città a tre ore di distanza da Alessandria sulla costa mediterranea. Nel corso dell’iniziativa, circa 600 donne, di cui il 33% rifugiate siriane, verranno coinvolte sia in training che attività di microcredito al fine di migliorare le loro condizioni di vita attraverso l’inclusione sociale e la creazione di attività micro-imprenditoriali sostenibili nel lungo periodo.

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