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di Alessandro Vavalà, volontario nell’ambito del progetto YouthQuake
A più di 1300 KM dalla mia Genova, eccomi a Katowice piccola città nel sud della Polonia.
Sono partito al mattino presto da Genova con un FlixBus diretto a Bergamo, dopo una notte insonne a salutare gli amici e a preparare le ultime cose per la partenza. Arrivato a Bergamo mi imbarco sul volo che mi porterà a Katowice.
Una volta lì incontro Irina che mi accompagna nella mia nuova casa polacca: una stanza singola in residenza studentesca, ottima sia per comodità che per fare nuove amicizie.
Neanche il tempo di entrare in stanza che già ricevo messaggi dagli altri volontari di Bona Fides, l’associazione locale che ci ospita: mi chiedono di incontrarci per conoscerci subito, senza dover aspettare il lunedì. Mi cambio veloce, mangio qualcosa al volo e prendo il primo autobus per il centro. Mi perdo, ma alla fine riesco a raggiungere gli altri ragazzi.
Fin dal primo momento si sono dimostrati tutti disponibili con me: mi hanno fatto sentire parte del team. Mi hanno presentato un sacco di loro amici ed integrarmi è stato molto più facile di quello che si possa pensare. Persone davvero straordinarie con le quali è un piacere passare le ore in ufficio e nel tempo libero.
Sono qui solo da un mese, ma questo tempo è bastato per capire quanto questa città abbia da offrire ai giovani. Giorno dopo giorno mi piace sempre di più per la sua dinamicità ed internazionalità. E’ possibile partecipare a dei language meeting, parlando diverse lingue e facendo nuove amicizie, e a corsi di ballo, cucina e sport vari.
Il mio ruolo nel progetto mi permette di approfondire soprattutto due caratteristiche: la ricerca delle informazioni più attendibili e (la più importante per me) il public speaking in inglese. Ma non solo questo: il fatto di dover presentare un argomento delicato ed importante come il terremoto in Italia mi aiuta a migliorare le mie abilità nel trasmettere i concetti e spiegarli. Tutto molto utile per la crescita personale.
A inizio novembre ho partecipato al On Arrival TC. Un Training course dedicato ai volontari EVS. Una delle settimane più belle: ho avuto l’opportunità di confrontarmi con 25 ragazzi da 15 paesi diversi, una vera fortuna.
In conclusione, posso dirvi che sto vivendo un’esperienza fantastica. Ho deciso di fermare gli studi per diventare un volontario EVS e dopo solamente un mese posso confermare che non potevo fare scelta migliore di questa. Già immagino come saranno i prossimi tre mesi e presto vi manderò nuovi aggiornamenti.
Intanto, un consiglio: partecipate al Servizio Volontario Europeo!
Alla prossima.
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