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Paesi di intervento
di Adele Cornaglia
All’interno del progetto “Inclusione sociale, formazione e salute riproduttiva per donne e bambini dell’area di Bourj Hammoud” finanziato da AICS si è realizzato, tra il 7 ed il 14 dicembre, un viaggio di conoscenza in Italia per 5 ragazze e ragazzi a vario titolo coinvolti nella gestione e realizzazione delle attività del centro comunitario di Naba’a, dove ARCS sostiene da 3 anni le attività dell’organizzazione Basmeh wa Zeitoneeh lungo 3 assi di intervento: rafforzamento femminile, educazione ed integrazione sociale e sostegno alla salute per minori e donne.
Dopo un primo incontro esplorativo sulla storia e l’azione di ARCS in Italia e all’estero, nonché del mondo ARCI, i giovani hanno ascoltato gli operatori di Arci Immigrazione, approfondendo la conoscenza delle attività in supporto ai migranti e del sistema di accoglienza italiano: spunti e riflessioni per nuove iniziative da riportare in Libano.
Successivamente hanno incontrato varie realtà dell’associazionismo e della società civile di Roma, Caserta e Napoli. Tra queste: la falegnameria ed officinale sociale K_alma a Roma, all’interno del Villaggio Globale, esempio di formazione, auto-espressione, integrazione ed inclusione sociale di migranti, richiedenti asilo ed italiani disoccupati; il ristorante multiculturale ALTROVE, promosso da CIES Onlus, dove tra piatti di differenti Paesi il gruppo ha potuto conoscere lo staff multiculturale che, in collaborazione con ristoratori e chef, ha avuto accesso a corsi e tirocini professionali; la cooperativa sociale New Hope di Caserta, dove tessitrici di nuove speranze hanno dato vita ad una sartoria etnica nata col desiderio di attivare un percorso che restituisca piena dignità a donne migranti e vittime di violenza; Casa Cidis a Napoli, promossa da Cidis Onlus, una casa vacanze dove scoprire la Napoli accogliente e solidale attraverso la forma dell’ecoturismo; la Bottega Buona della cooperativa Equazione di Caserta, inserita nel circuito delle botteghe solidali e del commercio equo.
Allo stesso tempo, il gruppo ha incontrato realtà e attività simili o parallele all’esperienza del centro comunitario di Naba’a, come l’iniziativa ARCI di Nonna Roma, banco del mutuo soccorso che, in uno dei quartieri più poveri di Roma, è partita “dal cibo per attivare una rete di servizi intorno alla persona, per permettere l’uscita da una condizione di disagio e marginalità economica e sociale”. E poi, MaTeMù di CIES Onlus, “il Centro Giovani e Scuola d’Arte del Municipio Roma I, punto di incontro, di crescita artistica e culturale, di ascolto, aiuto, orientamento e divertimento”.
Infine è stato lasciato spazio per le iniziative innovative. Tra queste, il coworking di Millepiani, “uno spazio pubblico (dove) deve essere attivato un progetto pubblico, declinato però su una nuova idea di pubblico, il Bene Comune”. E ancora, il Teatro Civico Spazio X, dove un gruppo di giovani ha dato vita ad uno spazio artistico e culturale punto di riferimento nel Sud Italia. Un ricco incontro con le esperienze di Patatrac e Spaccio Culturale, a Caserta, ha infine permesso uno scambio di nuove idee sulla cittadinanza attiva dei giovani attraverso la promozione sociale di diritti, cultura e solidarietà.
Condivisione, ispirazione, scambio, crescita, connessioni e networking, conoscenza, scoperta sono solo alcune delle componenti che il gruppo ha detto di aver messo nel bagaglio personale ed associativo grazie a questa esperienza nel nostro Paese. Un viaggio dove le strade italiane e libanesi si sono incontrate verso nuove direzioni, un punto di partenza che speriamo possa essere spinta per nuove iniziative nei due territori.
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