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Paesi di intervento
di Cecilia Trevisan
Sono passate quattro settimane dall’inizio del lockdown qui in Giordania e sebbene i casi registrati fino ad ora siano solo 428, il governo ha comunque deciso di estendere la quarantena fino a fine Aprile.
L’esecutivo fin dall’inizio della pandemia ha deciso di adottare misure molto restrittive, limitando anche la possibilità di spostamento della popolazione per cercare di mitigare la propagazione del virus.
Una delle ultime decisioni prese in questi giorni è stata quella di non riaprire le moschee per il mese santo del Ramdan, che inzierà alla fine delle prossima settimana.
Se da un lato il governo sta cercando di proteggere i suoi concittadini dal virus, dall’altro lato non bisogna dimenticare la forte pressione sociale ed economica che la chiusura della maggiorparte degli esercizi commerciali e delle attività industrali sta provocando. Non bisogna inoltre dimenticare che il 52% dalla forza lavoro nel Pease è impiegata nell’ambito informale, quindi senza contratto e senza tutele né per loro né per le loro famiglie.
Per non rischiare di alimentare l’insofferenza dei cittadini il Governo in questi giorni ha emanato diverse direttave introducendo una serie di importanti misure per supportare le persone che in questo momento non stanno lavorando, in modo particolare per i lavoratori giornalieri che in questo momento sono quelli che stanno soffrendo di più.
Per quanto riguarda invece il lavoro di ARCS, lo staff insieme ai suoi partner sta cercando di portare avanti da remoto alcune delle attività dei progetti in corso, soprattutto per non lasciare ancor più isolate tutte quelle persone che già sono vulnerabili in situazioni normali. Per questo abbiamo creato dei gruppi Whatsapp per supportare i nostri beneficiari, cercando di informarli sia in merito al COVID-19 sia alle tematiche di protezione di donne e minori, fulcro delle nostre attività. Inoltre abbiamo organizzato un contest per i bambini su Facebook e stiamo sviluppando del materiale video da condividire con i beneficiari del progetto.
Il lavoro, sebbene con tutte le restrizioni del caso, non si ferma: continuiamo a supportare le comunità locali, pensando al futuro.
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