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Paesi di intervento
Te ne sei andata in punta di piedi, come sapevi fare. Ci hai lasciati in un mondo più grigio e più brutto, senza di te.
Questa lettera di Valentina Itri, dell’ufficio immigrazione dell’Arci, è il messaggio di tutti e tutte quelle che ti hanno conosciuta, ti hanno voluto bene e che hai lasciato troppo presto.
Ciao Simona
Sapevo che mi sarei ritrovata davanti a un foglio bianco. Me lo dicevo di nascosto, Arriverà il momento e tu scriverai. Parlo a te, Simo. Lo faccio con gli occhi gonfi di lacrime e un petto appesantito.
Irriverente e scomoda in tutte le occasioni. Carica di vitalità, nient’affatto sobria ma sempre ricercata. Stilosa mi verrebbe da dire. Amante delle zeppe e di anelli e bracciali che tintinnano. Se c’eri non si poteva non notarti. Meravigliosamente libera nei tuoi decolté, ridevi negli occhi degli sguardi curiosi e spesso stupiti di compagni e soprattutto compagne. Io, amante del pudore, subivo tutto il tuo fascino e mi divertivo da matta osservando lo scompiglio che creavi. Una bella testa. Sei stata l’unica a riconoscere il nome che un giorno mi piacerebbe dare a un circolo, Waslala, l’unica a non far finta di capire: la Belli, una scrittrice femminista nella quale entrambe ci riconoscevamo.
Ti ho sempre sentita e ti ho sempre saputa. E so che per te era lo stesso. Ci volevamo bene, senza troppi salamelecchi. Capita alle volte di incontrare qualcuno che riconosci subito. Sapevamo guardarci aldilà delle apparenze. Sapevamo di poter fare affidamento su di noi. Molte idee erano in comune.
Tu sei stata una delle mie maestre. Ho iniziato quattordici anni fa a lavorare e tu eri la professionista di riferimento per il Numero Verde. Mi sembravi severa e poco propensa al compromesso. Bianco o nero. Ma era la tua scuola propedeutica a farmi capire da che parte stare, poi avrei imparato come starci.
Ricordo quando mi hai preso sottobraccio in preda all’eccitazione portandomi avanti e indietro nel cortile dell’Arci, Vale è successa una cosa incredibile…Io? Capisci? Io?, avevi saputo da pochi giorni di aspettare un figlio. La sublimazione del tuo voler vivere la vita senza scendere a patti.
Sei una che ha fatto senza paura di sbagliare. Ci hai sempre messo la faccia e sempre a testa alta.
Piena di ansia, questo sì. Il movimento continuo del tuo corpo a ricordarcelo, scuotevi il capo in continuazione cercando di scacciare le preoccupazioni e le responsabilità che gravavano sui tuoi diversi ruoli: presidente di un comitato, giudice.
Ci siamo parlate con i libri in questi mesi e l’ultima volta che ti ho sentito deridevi il tuo esser finita a leggere la Mazzucco…e ti era pure piaciuta! E allora io ti confessai il mio debole per la saga di Harry Potter, Devi leggerlo Simo, è intenso e stimolante..ma tu mi hai fermata, Non faccio in tempo Vale, non faccio in tempo.
“Tutte indomite, sensuali e selvagge le eroine di Gioconda Belli. Eroine, sì, nel senso romantico ed epico della parola: donne che corrono coi lupi, mischiando razionalità, autorevolezza e istintualità ferina; donne che soffrono e crescono alla ricerca di un sapere magico e ancestrale, “la ragione del sogno”;donne che fanno scelte di coraggio. Così è Melisandra, piccola amazzone dai capelli rossi, in cerca dell’isola che non c’è: Waslala, appunto, il regno dei poeti dove tutto è pace, ultima utopica risorsa di un paese allo sbando.”
Per te, Simona.
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