
11
Paesi di intervento
di Giuseppe Cammarata
Nelle recenti elezioni universitarie in Libano molti dei giovani attivisti che avevano partecipato alle proteste esplose a partire da ottobre 2019 si sono candidati in liste indipendenti ed hanno nettamente sconfitto le liste di studenti sostenute dai partiti politici tradizionali che riflettono la suddivisione settaria delle cariche politiche ed istituzionali a livello nazionale.
Mentre diversi analisti “esperti” delle questioni libanesi e mediorientali descrivevano la rivolta libanese come un altro capitolo fallito, molti giovani attivisti sono finalmente passati dalle proteste alla politica, raggiungendo risultati mai ottenuti in precedenza: all’Università St Joseph gli indipendenti hanno ottenuto 85 seggi su un totale di 101, mentre all’Università americana di Beirut, la più rinomata del Libano, hanno ottenuto 80 rappresentati su 101, quadruplicando i seggi ottenuti nelle ultime elezioni del 2018. Persino alla Rafik Hariri University per la prima volta sono stati eletti candidati indipendenti: quattro su un totale di nove.
Molti dei candidati hanno basato il loro programma sulla riduzione delle tasse universitarie, pagate in dollari ed il cui costo è divenuto insostenibile a moltissime famiglie a seguito della crisi economica e della massiccia inflazione che sta vivendo il Paese a partire dal marzo dell’anno scorso.
In ogni caso, molti giovani che per la prima volta si sono accostati alla politica in prima persona confidano che questi risultati possano rappresentare un primo passo verso la rottura delle regole elettorali che non permettono una espressione libera e democratica del proprio voto.
Molti studenti, ad esempio, hanno affermato che le elezioni studentesche sono trasparenti perché non v’è alcun passaggio di denaro fra candidati ed elettori, contrariamente a quello che accade durante le elezioni politiche generali, e che quindi i candidati vengono eletti esclusivamente in base al programma, alle competenze ed al carisma e non per altre caratteristiche che nulla hanno a che fare con la politica.
Molti continuano a chiedere un cambiamento della legge elettorale prima del 2022, quando il Libano dovrebbe andare alle urne per le elezioni politiche generali (il condizionale è sempre d’obbligo, quando si tratta di elezioni politiche in Libano). In ogni caso, diversi giovani indipendenti eletti alle elezioni universitarie si sono sin d’ora detti disponibili a candidarsi alle elezioni del prossimo anno in un blocco indipendente.
E hanno cominciato ad organizzarsi in tal senso.
Paesi di intervento
Progetti
Operatori locali