26Febbraio2021 Riaprono le porte virtuali del centro comunitario di Naba’a, Beirut

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di ARCS Libano

I continui “apri e chiudi” a cui ha assistito il Libano, come la maggior parte del mondo durante l’ultimo anno di pandemia, hanno intralciato l’implementazione armoniosa della seconda annualità del progettoEducazione e prevenzione del disagio sociale per donne e bambini vulnerabili a Naba’a, Beirut” finanziato da Fondazione San Zeno e in partnership con l’organizzazione locale Basmeh & Zeitooneh.

Il progetto, che prevede un’azione di empowerment economico femminile e un’azione didattica per i bambini di uno dei quartieri più marginalizzati di Beirut, si colloca in un momento storico drammatico per il Paese e, soprattutto, per le popolazioni vulnerabili che lo abitano. Pertanto,  è stato fondamentale trovare le soluzioni migliori per garantire il proseguimento dell’intervento reso ancor più necessario dal deterioramento della situazione socio-economica.

Per entrambe le azioni, quindi, lo spazio del centro comunitario si è temporaneamente spostato su gruppi dedicati WhatsApp, e sono stati garantiti dispositivi e accesso ad internet alle beneficiarie e ai beneficiari sprovviste/i.

Anche se i training di accesso al mercato e di soft skills entreranno nel vivo alla fine del mese corrente, le prime 13 donne sono già coinvolte da remoto nell’attività di supporto psicosociale, e i primi riscontri sono incoraggianti. “L’atmosfera che si è creata nelle sessioni iniziali è magnifica, si ha l’impressione di partecipare ad un sobheyi” (nella tradizione locale, momento del mattino in cui amici o vicini di casa si siedono davanti ad un caffè e si immergono in conversazioni delle più svariate, ndr) riporta la coordinatrice locale del progetto, Nahida Tawbe, soddisfatta dello “spazio sicuro” in cui si sta svolgendo l’attività.

Anche i bambini, che più soffrono la chiusura del centro diventato ormai un luogo di riferimento e di aggregazione,  riescono a continuare le attività di sostegno scolastico e di alfabetizzazione grazie ai video didattici condivisi giornalmente sui gruppi WhatsApp dedicati ed integrati con followup individuali da parte delle insegnati. La nota positiva delle video-lezioni è la loro diffusione tra tutti i membri delle famiglie degli studenti, specialmente fratelli e sorelle, sicuramente un fattore che accresce l’impatto dell’intervento, già limitato dalla chiusura del centro.

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