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“Abbiamo tracciato una mappa, l’abbiamo fatto nella nostra città, abbiamo ripercorso i luoghi dell’odio, abbiamo parlato con le persone, abbiamo meditato sul passato, sperato nel futuro. Abbiamo scritto parole d’odio e parole d’amore. Le abbiamo attaccate in giro per Roma ci abbiamo messo la faccia. Siamo i ragazzi delle Belle Arti…”
Così gli studenti che hanno partecipato alla HATE MAP ROME hanno commentato il workshop durato due giorni, promosso insieme all’artista Elena Bellantoni. Nella seconda fase più operativa, dopo una settimana di lavoro “in solitaria”, il gruppo si è ritrovato per disseminare in città la mappa fatta di parole e immagini stampate su dei grandi manifesti gialli.
Gli studenti hanno ri-tracciato il percorso già fatto con nuovi significati, ri-nominando, ri-abitando lo spazio pubblico attraverso un’azione di “guerrilla art” affiggendo sui muri questi manifesti con delle parole nuove per creare delle vere e proprie contro-narrazioni. Attraverso questa semplice azione di cittadinanza attiva, il linguaggio ed il corpo sono diventati i protagonisti di questa semantica dell’esistenza.
Durante il percorso ci siamo interrogati su questa geografia dell’odio, ogni partecipante ha spiegato le ragioni delle parole che ha scritto. Possiamo scegliere le parole che ci raccontano. Possiamo scegliere se dipingere il nostro essere umani come agglomerati di rabbia e risentimento o come individui aperti alla vita e al mondo. Possiamo scegliere le parole inclusive.
L’evento è stato organizzato nell’ambito del progetto Pinocchio: cultura, sport, partecipazione civica e social network contro le discriminazioni per una maggiore inclusione sociale (AID11786) cofinanziato da AICS-Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
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