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Paesi di intervento
di Federico Patacconi
Chawaghir esiste. Posso dirlo con certezza, ci sono stato.
Prima di partire per il Libano, poco più di un mese fa, il nome di questo villaggio del nord-est Libanese lo avevo letto solo dallo schermo di un pc. Qualche dubbio sulla sua esistenza poteva essere legittimo: cercandolo su Google maps non si trova nulla a meno che non si scriva il nome in arabo, vi invito a provare. Per non parlare di Tal Masoud, Beit el Tachem, Krayneh, Mesherfeh: villaggi ancora più piccoli che costellano le rive del fiume Assi nella sua corsa verso il vicinissimo confine Siriano.
Chawaghir esiste, come esistono Tal Masoud, Beit el Tachem, Krayneh, Mesherfeh e moltissime altre comunità che abitano alcune tra le aree più vulnerabili del Libano. È qui che ARCS ha scelto di lavorare da diversi anni e dove da una manciata di giorni è stato avviato il progetto, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, su cui lavorerò anche io per i prossimi dodici mesi.
Le condizioni di vita in Libano si sono deteriorate velocemente da quando, nel settembre 2019, il Paese è entrato in una gravissima crisi economica. In un anno e mezzo la moneta locale ha perso l’80% del suo valore, e ad oggi oltre il 55% della popolazione Libanese vive al di sotto della soglia di povertà e 9 Siriani su 10 sono in condizioni di povertà estrema.
Questo scenario si riflette anche sulla piccola comunità di Chawaghir e dei villaggi circostanti, dove le oltre 14.500 persone (13.000 libanesi e 1.700 siriani) residenti si trovano al centro della crisi (economica, sociale, siriana) e allo stesso tempo ai margini del Paese dei Cedri. Le comunità locali sono anche state fortemente colpite dal blocco delle attività commerciali e turistiche dovute al coronavirus. Perché sì, Chawaghir non solo esiste, ma è anche una rinomata località turistica: le acque trasparenti del fiume Assi attraversano i paesaggi color rame della provincia di Hermel, e dopo una mattinata di rafting si può mangiare in uno dei numerosi ristoranti che affacciano sul fiume.
Nei prossimi mesi lavoreremo a stretto contatto con la Municipalità di Chawaghir per sostenere la comunità locale, realizzando migliorie alle infrastrutture e alla viabilità dei villaggi e aumentando l’accesso ai servizi, a partire dalla realizzazione di un sistema integrato di raccolta differenziata dei rifiuti solidi, e per fare questo più di 280 persone avranno opportunità di impiego e di accesso al reddito. Nello specifico sarà realizzata la manutenzione ordinaria e straordinaria di strade interne, muri di contenimento e pulizia di canali di irrigazione, progettazione partecipata dell’area verde comunale e la sistemazione del cortile esterno della Moschea, piantumazione di alberi lungo le strade principali.
Una ricetta semplice e lineare, quella della metodologia Cash for Work, ma che nasconde un grande potenziale: la comunità locale potrà allo stesso tempo aumentare il suo reddito annuo e contemporaneamente essere parte attiva del cambiamento del proprio territorio. Per fare tutto questo è però necessario non lasciare indietro nessuno: avranno accesso al lavoro persone libanesi e siriane, donne, persone con disabilità; i giovani del territorio saranno coinvolti in attività di sensibilizzazione sui temi ambientali e di promozione della raccolta differenziata.
Nelle prossime settimane entreremo nel vivo delle attività, e già sembra passata una vita da quando cercavo Chawaghir su Google maps senza risultato. La strada è ancora lunga, ma sappiamo da dove partire: dal lavoro, dal territorio e dalla comunità.
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I dati nazionali sul Libano sono tratti dal Lebanon Crisis Response Plan 2017-2021 (versione aggiornata al 2021)
I dati locali su Chawaghir sono tratti dal need assessment realizzato da ARCS nell’agosto 2020.
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