14Ottobre2021 A Beirut scene di guerriglia urbana

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di Giuseppe Cammarata

Oggi intorno alle 10.45 l’area di Tayyoun, ove si trova il tribunale centrale libanese, ha vissuto scene di vera guerriglia urbana. Centinaia di persone, chiamate a raccolta da Amal e Hezbollah, si erano riunite davanti al tribunale per chiedere la rimozione del giudice Bitar dal suo incarico. Il motivo? Perché il giudice ha fatto il suo mestiere di giudice ed ha rimandato a giudizio due ex-ministri, guarda caso uno di “area” di Amal e l’altro membro di Hezbollah, in quanto dichiarati colpevoli di diversi reati in conseguenza delle 2 esplosioni del porto di Beirut del 4 agosto dello scorso anno.

Improvvisamente, dai tetti delle abitazioni circostanti il tribunale alcuni cecchini hanno aperto il fuoco contro la folla di manifestanti, i quali hanno risposto con armi pesanti. Io stesso ho udito almeno 4 boati provocati dall’esplosione di granate RPG (ovvero armi da guerra).

L’ufficio ARCS è infatti molto vicino all’area degli scontri, e per circa tre ore intorno a noi gli spari non sono mai cessati. Abbiamo quindi applicato i protocolli di sicurezza previsti in questi casi ed abbiamo lasciato l’ufficio per rientrare tutti nelle rispettive abitazioni soltanto quando le condizioni lo hanno consentito.

Restano da capire le responsabilità di questo ennesimo attacco alla sicurezza nazionale da parte di forze interne: non è chiaro chi abbia cominciato a sparare dai tetti, ma è certamente vero che simpatizzanti di Amal ed Hezbollah si erano recati al raduno ben armati senza che nessuno (né l’esercito, né le forze di sicurezza) si fosse premurato di evitare quello che poi in effetti è successo:  in rete girano diversi video che mostrano miliziani con la bandiera di Hezbollah ben visibile con armi da guerra in spalle o con mitragliatrici pesanti sui pick-up che muovono verso Tayyoune.

Come pure circolano foto in cui si vedono decine di bambini accucciati sui pavimenti dei corridoi delle scuole di Furn el-Chebbak e Badaro. Gli scontri armati non si sono infatti limitati all’area adiacente al tribunale, ma si sono estesi ai quartieri a maggioranza cristiana: fonti di stampa riportano alcune vittime e diverse decine di feriti.

Cosa succederà domani, nessuno riesce a prevederlo. Le condizioni economiche e sociali a Beirut ed in tutto il Libano rimangono molto difficili, ed il nuovo governo insediatosi alcune settimane fa non sembra sia ancora in grado di prendere delle decisioni capaci di alleviare le conseguenze della grave crisi: perdura la carenza di carburante, di medicine e di generi di prima necessità, Electricité du Liban ha spento tutte le centrali elettriche lasciando l’intero Paese al buio, molte famiglie non riescono ad fare fronte alle spese scolastiche dei figli adesso che la scuola sta ricominciando.

Naturalmente, lo staff di ARCS continua a monitorare la situazione e a realizzare le attività sul terreno, anche grazie ai nostri partner, per come possibile.

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