04Marzo2022 Un viaggio verso lo scambio di buone prassi nella provincia di Villa Clara

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di Federico Mei-Country Manager ARCS Cuba

Sono le sette di mattina e sono tutti presenti all’appuntamento per la partenza in direzione Villa Clara per un primo scambio con le altre realtà culturali del Paese, previsto dal progetto ARCS “La Casa de Todos”, al quale ne seguirà un secondo a Holguín, programmato per il primo anno di progetto, ma rinviato a causa della pandemia da COVID-19.

Lo scopo principale di questi scambi è quello di condividere buone prassi, attraverso il confronto con le altre realtà culturali presenti nel Paese. Durante gli incontri si discute principalmente di sostenibilità economica delle Case della Cultura e di come queste ultime possano utilizzare il proprio patrimonio di capacità e la propria vicinanza alle comunità locali per tornare ad essere un punto di riferimento per la popolazione. Alla luce di quanto detto, la scelta di Villa Clara non è stata casuale. Proprio in questa città, ormai da quasi 30 anni, esiste un centro culturale, El Mejunje, che si è sempre distinto per la sua visione innovativa rispetto alla programmazione artistica e alle modalità di gestione.

Dopo quattro ore di viaggio, raggiungiamo la prima tappa: la Casa della Cultura di Santa Clara. Ospitata in un grande edificio coloniale sulla piazza principale della città, è dotata di una piccola caffetteria, aperta grazie al meccanismo dei “Progetti di Sviluppo Locale” che permette agli enti come questi di generare entrate reinvestendone una parte, in maniera tale da garantirne la sostenibilità. Di norma l’80% de ricavato viene reinvestito mentre il 20% viene trattenuto e rimane a disposizione della direzione cultura municipale. La posizione strategica di questa Casa, nel punto di partenza delle visite guidate alla città, le permette di avere un’ottima visibilità.

Come seconda tappa del nostro viaggio, nel pomeriggio abbiamo raggiunto il Centro Culturale “El Mejujne”, dove abbiamo assistito ad una “classe magistrale” del mitico Silverio, suo fondatore, sulla storia del centro e sulle “lotte” che da sempre porta avanti. El Mejujne è ormai conosciuto anche oltre frontiera per le sue rivendicazioni di autonomia sia rispetto alla proposta culturale che a livello economico.

Una carrellata di visite “mordi e fuggi” hanno invece caratterizzato il nostro secondo giorno di viaggio. Abbiamo alternato alle visite delle tre Case della Cultura di Camajuani, Remedios e Caibarien, momenti di vera e propria convivialità. Queste CdC sorgono nei municipi lungo l’arteria che da Santa Clara porta a Cayo Santa Maria.  Camajuani e Remedios sono particolarmente suggestive in quanto ospitate in stupendi edifici coloniali, al centro delle municipalità.

In questi luoghi, si è realizzato uno scambio “al contrario”, come del resto prevede il progetto pilota “La Casa de Todos”:  le buone prassi sperimentate nelle tre case dell’Avana, diventano di esempio per le altre case sparse su tutto il territorio nazionale. Dopo un primo momento fatto di saluti e spettacoli, frutto del lavoro artistico delle CdC, si è aperta una discussione serrata molto partecipata sul tema della sostenibilità economica. Il nostro compito è stato presentare le proposte che si stanno sviluppando nella Capitale e fornire le indicazioni necessarie per poter replicare, anche in questi municipi, tali soluzioni.

Viste le restrizioni economiche che hanno colpito in generale l’isola, anche a causa della pandemia, il tema della sostenibilità delle Case è indubbiamente uno dei più sentiti. Per questo sarà importante il seminario promosso proprio dal Consiglio delle Case della Cultura, partner esecutivo del progetto: sarà una buona occasione per mostrare a tutti i responsabili delle CdC del Paese i vari strumenti a disposizione, come peraltro già fatto lo scorso gennaio rispetto alla metodologia per lo studio del pubblico, in collaborazione con l’Istituto di analisi culturali Juan Marinelo.

Come in ogni gita che si rispetti il viaggio di ritorno è sembrato interminabile. Siamo arrivati nella Capitale a notte fonda, ma con la soddisfazione di aver dato un importante contributo alla crescita del Paese, in un periodo di crisi come quello che sta vivendo. Nel corso dei prossimi mesi, vedremo se i semi piantati dal progetto “la Casa de Todos” daranno i frutti sperati. Tuttavia, già da ora possiamo affermare che i risultati ottenuti superano di gran lunga le aspettative.

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