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Paesi di intervento
di Alberto Sciortino
Il 25 luglio 2022 é un giorno importante. Il giorno in cui verrà definito il futuro della Tunisia. Si terrà infatti il referendum costituzionale voluto dal Presidente Kais Saied. I cittadini saranno chiamati a votare per una modifica costituzionale radicale, il cui obiettivo è rafforzare i poteri del Presidente e ridurre l’influenza degli altri organi dello Stato: parlamento, governo e magistratura.
In realtà il risultato del referendum é molto prevedibile: con la crescente disaffezione dei tunisini verso la politica e con gli appelli al boicottaggio da parte di tutte le opposizioni (laiche e islamiste), risulta facile pensare che non molti elettori parteciperanno al voto, ma anche che il “Sì” sarà largamente prevalente. Proprio su questo punta il Presidente, infatti non necessitando di un quorum, il referendum risulterà valido anche senza il raggiungimento di un certo numero di voti, e di conseguenza la modifica costituzionale proposta dal Presidente Saied, probabilmente verrà approvata.
Nei giorni che seguiranno il referendum si capirà meglio il futuro del Paese: se il nuovo corso presidenziale (secondo molti, un ritorno al passato) prenderà avvio senza problemi o se aprirà un nuovo periodo di instabilità.
In questo contesto si inseriscono le diverse novità che caratterizzeranno i progetti di ARCS in Tunisia.
Per quanto riguarda il Sud del Paese, a Tataouine dove si svolge una parte del progetto “INDIMEJ”, finanziato dal Ministero degli Interni, in questi giorni si è svolta la riunione – sotto l’egida del Governatorato – della commissione incaricata di selezionare i progetti di piccola imprenditoria che saranno finanziati con un fondo da 100.000 euro disponibile nel budget di progetto. La commissione, che riunisce diverse istituzioni e associazioni locali, completerà la selezione nei prossimi giorni, dopodiché si aprirà la fase di finanziamento e accompagnamento dei giovani promotori e promotrici nella realizzazione dei loro progetti.
Contemporaneamente sarà avviata anche una campagna di sensibilizzazione sul tema “migrazione”. Un argomento particolarmente attuale a Tataouine, che in questi ultimi mesi sta assistendo a un’intensificazione del flusso migratorio, dovuto probabilmente, all’apertura di una nuova “rotta”. Pagando cifre importanti (anche 30.000 dinari, pari a circa 10.000 euro), spesso frutto dei sacrifici delle famiglie, migliaia di giovani scelgono di intraprendere il viaggio verso l’Europa. Partendo dalla Turchia, i “passeurs” indirizzano le persone, su come attraversare le frontiere dei diversi Paesi balcanici per arrivare alle soglie dell’area europea. I rischi del passaggio via mare sono in questo modo evitati, anche se non lo sono quelli legati alla presenza irregolare nei vari Paesi attraversati.
Ne giorni dal 19 al 27 luglio si svolgerà in Tunisia anche la visita di una
delegazione dell’associazione italiana Archivio Memorie Migranti, che lavorerà con l’équipe di ARCS Tunisia a una serie di incontri con giovani e donne, in diverse città del Paese, per raccogliere testimonianze ed esperienze di migrazione, così da poter contribuire alla costruzione dell’obiettivo finale del progetto “ITHACA”:ossia, creare un archivio internazionale e multimediale sulla memoria delle migrazioni.
Intanto, sempre a Tataouine, sono stati fatti passi in avanti, rispetto alla realizzazione del progetto “RINOVA”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Una commissione tecnica ha studiato i dettagli relativi all’installazione di un grande impianto fotovoltaico che permetterà il pompaggio delle acque depurate dalla stazione di depurazione della città verso i terreni pubblici. Questi ultimi, saranno affidati a un gruppo di giovani da selezionare, affinché vi possano realizzare delle imprese agricole.
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