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Paesi di intervento
di Laura Coppi, volontaria di Servizio Civile Universale a Cuba.
Una delle esperienze più affascinanti vissute a l’Habana è stato per me il corso di danze folkloristiche promosso dalla Casa della Cultura di centro Habana. Il corso diviso per età è spalmato su tre giorni alla settimana. I ragazzi sono sempre puntuali e precisi. Si comincia con un po’ di riscaldamento, per proseguire poi con qualche nozione di tecnica e apprendimento dei primi passi base. Nella seconda parte della lezione, invece, si ripassa o si studiano una o più coreografie. Ma per me è molto più di questo.
È la prima volta che mi capita di assistere ad una lezione di danza senza etichette. È la prima volta che vedo divertimento e libertà. Qui ogni fisicità viene esaltata nella sua bellezza e ogni passo è memoria di un concetto. E’ un perfetto esempio di educazione non formale. Non si tratta di imparare meccanicamente un movimento ma di comprenderne la storia, la cultura. Il gesto delle braccia per esempio nel ballo “Mozambique” non è solo un elegante movimento ma rappresenta il ricordo di come i contadini falciavano le canne, e il movimento della gambe deve ricordare il pestaggio delle formiche che cadono dall’albero nella raccolta dell’avocado.
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