di Elena Povero, volontaria di Servizio Civile Universale in Libano.

La Valle della Beqaa è una regione situata a nord est del Libano, al confine con la Siria. Provincia Romana a partire dal I secolo, la Valle conserva ancora le testimonianze di quel periodo nei diversi santuari e templi romani presenti in tutta la regione. I più grandi e imponenti sono conservati nella città di Baalbeck, chiamata dai romani “la città del sole”. I templi di Bacco, Giove e Venere sono oggi parte di uno dei siti archeologici più importanti del Medio Oriente, riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1984. Un luogo che ha assistito a due guerre mondiali, a guerre civili, bombardamenti, e non solo. Rappresenta, infatti, anche, un importante punto di riferimento culturale. Dal 1956, il sito archeologico ospita il Festival di Baalbek, evento culturale che ogni anno vede la partecipazione di poeti, scrittori e musicisti da ogni parte del mondo.

Il territorio della Valle si caratterizza anche per la sua buona esposizione alla luce solare e i terreni fertili. È un’area prevalentemente agricola e un tempo era legata commercialmente alla Siria. Tantissimi dei prodotti agricoli distribuiti in Libano arrivano dalla Valle della Beqaa, nonostante, oggi sia una delle regioni più povere e svantaggiate del Paese, soprattutto a causa della profonda crisi economico-finanziaria che sta attraversando il paese.

La sua collocazione geografica, rende la Valle della Beqaa uno dei primi punti di arrivo e accoglienza della popolazione siriana. Si tratta, tuttavia, di un territorio vulnerabile, profondamente colpito da crisi umanitarie, sociali ed economiche, che ha registrato un evidente peggioramento delle condizioni di vita della popolazione, costretta a sperimentare una povertà multidimensionale.

Le relazioni intercomunali, inoltre, si stanno sempre stanno più polarizzando. Sono frequenti le tensioni tra la comunità siriana e quella libanese (a sua volta diversificata in base alle comunità di stampo confessionale di appartenenza), legate principalmente a questioni lavorative e di concorrenza rispetto all’accesso ai servizi.