25Ottobre2022 I fili intrecciati di un paese in crisi

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di Elena Povero, volontaria di Servizio Civile Universale in Libano.

Le molteplici crisi che stanno attraversando il Libano hanno un’origine complessa e diversificata. Esse impattano e modificano la vita di questo Paese ma soprattutto colpiscono il quotidiano delle persone.

Le cause sembrano essere così intrecciate tra loro che raramente si riesce a mettere a fuoco un aspetto se non si tiene conto del contesto generale e della sua storia.

È come avere un insieme di fili intrecciati: tirarne uno muove inevitabilmente anche gli altri. Pertanto, spesso indentificarne l’origine sembra essere un lungo percorso senza fine. Al tempo stesso, un approccio analitico di suddivisione e analisi del singolo filo, rischia di diventare un esercizio quasi esclusivamente accademico che si allontana dal contesto reale, dalla vita delle persone.

Queste righe non saranno esaustive sull’argomento, e non ne hanno nemmeno intenzione. Piuttosto rappresenteranno una fotografia di questo momento su un tema che racchiude in sé innumerevoli cause.

Dal 2019 la crisi economica e finanziaria – considerata tra più gravi dalla metà del XIX secolo, secondo il Lebanon Economic Monitor, 2021 – sta spingendo sempre più persone nella povertà. Non si tratta di un fenomeno che colpisce solo le fasce più vulnerabili, al contrario coinvolge tutta la popolazione. È una situazione sempre più critica, i cui effetti sono drammaticamente evidenti in ogni settore, dall’accesso al cibo all’assistenza sanitaria, dall’istruzione al lavoro.

Muovendosi un filo inevitabilmente si muovono anche gli altri. Così, il deterioramento della crisi aumenta la disoccupazione. La disoccupazione esaspera una concorrenza per posti di lavoro, servizi e utenze. La concorrenza contribuisce ad alimentare la percezione negativa dell’altro. Questo è particolarmente evidente nel caso delle relazioni intercomunitarie, in particolar modo tra la popolazione libanese e siriana. Report e analisi, del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNPD) ottobre 2022, rivelano un forte aumento di queste tensioni a livello regionale.

Sulla base di alcune interviste effettuate nei distretti dove gli attriti sono maggiori (Monte Libano e Beirut), l’87% degli intervistati nella zona del Monte Libano e il 33% a Beirut ha dichiarato che delle misure restrittive nei confronti dei rifugiati potrebbero contribuire a mantenere sicura la loro zona; mentre l’82% a Beirut e il 34% nel Monte Libano concordano sul fatto che il ritorno dei rifugiati in Siria migliorerebbe le relazioni intercomunitarie.

Come detto all’inizio, non si può guardare un punto senza considerare il contesto nel sui insieme. Le tensioni intercomunitarie e le pressioni dell’opinione pubblica per il ritorno in patria sono destinate ad aumentare se il Libano non riceverà un sostegno sufficiente a mitigare l’impatto delle crisi multiple e ad affrontare il deterioramento del mercato del lavoro.

foto di Adele, partecipante al workshop fotografico in Libano, 2018.

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