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Paesi di intervento
di Benedetta Bassi, volontaria di Servizio Civile Universale in Giordania.
Parte del lavoro che svolgo nell’ufficio di ARCS è analizzare il contesto giordano ed egiziano per predisporre nuove proposte progettuali che vadano incontro alle necessità di questi Paesi. ARCS ha individuato come priorità la diseguaglianza di genere, e al momento stiamo preparando una proposta di progetto che vada a migliorare le condizioni delle donne in quattro villaggi dell’Alto Egitto e a sostenere delle ONG locali per combattere la violenza di genere.
La disparità di genere rimane una questione critica e centrale in Egitto, dove le donne nelle comunità rurali e urbane affrontano numerosi ostacoli nell’accesso all’istruzione, al lavoro e al processo decisionale in questioni riguardanti la propria vita, i bambini, la famiglia e le comunità. Queste barriere si traducono in tassi più elevati di analfabetismo, abbandono scolastico, disoccupazione, cattive condizioni di salute, violenza domestica e accesso ineguale ai servizi. Il Global Gender Gap Report del 2020 ha classificato l’Egitto al 134° posto su 153 nell’indice globale del divario di genere. Più in particolare, l’Egitto si è classificato 140° in termini di partecipazione economica e opportunità femminile, 102° per quanto riguarda l’istruzione femminile, 85° per salute e sopravvivenza, e 103° per la partecipazione politica. Alcune importanti questioni relative alla diseguaglianza di genere in Egitto sono l’analfabetismo femminile, la Mutilazione Genitale Femminile, la violenza domestica, le molestie sessuali e il matrimonio precoce.
L’iniziativa che intendiamo proporre include sessioni di sensibilizzazione sulla lotta contro la pratica della Mutilazione Genitale Femminile (MGF) nelle aree di progetto. La MGF è una pratica ancora diffusa in Egitto e in altri paesi che comporta l’alterazione dei genitali femminili per ragioni non mediche e che è riconosciuta come una violazione dei diritti umani delle donne. La “Demographic Health Survey (DHS) – Egypt 2021” prodotta dal Ministero della Salute e della Popolazione ha indicato che circa l’86% delle donne di età compresa tra 15 e 49 anni è circonciso, un tasso che raggiunge il 90% nei governatorati dell’Alto Egitto. Tuttavia, i tassi più bassi (14%) di MGF per le ragazze di età compresa tra 0 e 19 anni sono una buona prova che la pratica continua a diminuire tra le nuove generazioni.
Vari studi hanno esplorato le ragioni alla base della continuazione di questa pratica in Egitto. Queste includono il fatto che la MGF fa parte di usanze e tradizioni ereditate nel corso dei decenni, l’errata convinzione che questa pratica sia un rito di passaggio dall’infanzia all’età adulta, che la circoncisione porti a una diminuzione del desiderio sessuale, controlli la lussuria e preservi la verginità delle ragazze prima del matrimonio. In aggiunta, molte idee errate sui benefici per la salute della MGF sono diffuse nel Paese: la circoncisione è considerata purificante; si ritiene che gli organi femminili crescano e si ingrandiscano troppo se non vengono rimossi; si pensa che questa pratica aumenti anche la fertilità femminile e sia necessaria per il matrimonio e i rapporti sessuali. Inoltre, la MGF è erroneamente associata ai doveri religiosi islamici.
Purtroppo, siamo consapevoli che un solo progetto con limitazioni di budget e tempo non riuscirà a risolvere il problema, ma ci permetterà di raggiungere delle ragazze e proteggerle da queste pratiche.
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