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Paesi di intervento
di Laura Coppi, volontaria di Servizio Civile Universale a Cuba
Non sempre persone che condividono lo stesso lavoro hanno la possibilità di poter parlare dei propri sogni, sembra infatti un argomento estraneo all’ambiente lavorativo comune, tranne che per gli uffici di ARCS, poiché è proprio alla base dei lavori di progettazione.
Questo era il tema degli incontri tenuti da Adriana Persia nell’ambito del progetto La Casa De Todos, presso le case della cultura Carlos Borbolla di Cotorro (17/11/2022) e Justo Vega di Arroyo Narajo (21/11/2022).
Alla domanda: Cosa significa per te la parola progetto? le risposte sono state sorprendentemente molto concrete, la mia preferita è stata quella dell’insegnante di teatro del Cotorro che ha risposto “svegliarsi e affrontare la vita quotidiana è un progetto, è impegno e costanza verso un obiettivo che ancora non conosci di preciso ma aspira ad essere il più vicino possibile ai tuoi sogni e desideri, rispecchiando però i bisogni giornalieri”.
Come coniugare sogni e necessità? Questo, il focus del lavoro di gruppo. E’ stato chiesto quali fossero le necessità o i problemi delle case della cultura e che progetto comune si poteva immaginare per risolverli. Seduti in circolo, così da riuscire a guardarsi negli occhi, alla pari, nonostante i ruoli differenti, dalla direttrice, al professore di arte, alla comunicatrice, al custode; i partecipanti hanno avuto la possibilità di pensare insieme, ascoltarsi e cercare di definire dei punti in comune. Soprattutto delineare i traguardi condivisi raggiungibili. Evidenziando nella pratica l’importanza di ciascun membro della comunità.
Questa è una piccola parte delle le metodologie di educazione non formale che ha permesso fin da subito la creazione di un clima di confronto sereno da cui sono usciti fuori spunti interessanti e idee progettuali realizzabili. Nonostante il poco tempo a disposizione si è istaurata una forte relazione che ha dimostrato quanto questo tipo di approccio alla risoluzione dei problemi sia anche momento di riflessione personale. Questo ha contribuito a donare valore emotivo al lavoro. Le attività di apprendimento non formale infatti sono progettate per favorire lo sviluppo professionale ma anche personale e sociale dei partecipanti.
L’istruzione formale, solitamente scolastica, si basa su una relazione “verticale” tra studente e insegnante; al contrario, in quella non-formale, non vi sono insegnanti che impartiscono lezioni ma bensì una relazione “orizzontale” che può essere spiegata con la formula “learning by doing”, ossia, imparare direttamente sul campo.
Questi metodi sono gli stessi che caratterizzano il mio percorso di servizio civile, che spero di poter approfondire ancora nel corso di questa esperienza.
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