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Paesi di intervento
di Micol Simonato, volontaria di Servizio Civile Universale in Libano
Il 16 novembre il team di ARCS ha visitato il centro di Nabaa gestito dall’ONG partner Basmeh & Zeitooneh nell’ambito del progetto “Prevenzione del disagio sociale per i bambini vulnerabili di Naba’a (Beirut) e Abou Samra (Tripoli)”.
Finanziato da Fondazione San Zeno, il progetto intende contribuire a migliorare le condizioni di vita di minori vulnerabili nei quartieri di Naba’a a Beirut e Abou Samra a Tripoli, favorendone l’apprendimento, la stabilità emotiva e l’inclusione sociale attraverso attività socio-educative e di supporto psicologico.
Nello specifico, infatti, l’intervento si ramifica in due azioni. Da un lato, le attività si concentreranno sul settore istruzione, avviando corsi di alfabetizzazione, abilità di calcolo e di recupero per minori non frequentanti la scuola. Rimane un aspetto cruciale anche la realizzazione e il mantenimento di percorsi di collaborazione con gli istituti scolastici del quartiere. Dall’altro e in accompagnamento alla prima azione, il progetto prevede attività di protezione e supporto psicologico rivolte ai minori e alle famiglie per favorire la stabilità emotiva dei bambini e relazioni sane all’interno dei nuclei familiari.
Nel mese di ottobre sono così iniziate le prime lezioni al centro di Nabaa. Qui risultano iscritti unicamente bambini di nazionalità siriana, a dispetto del centro di Tripoli che vede tra i banchi anche studenti libanesi.
Nell’occasione della visita a Nabaa, il team di ARCS ha incontrato alcuni dei minori iscritti, accompagnati dalle famiglie.
Le storie sono tremendamente molto simili. Il forte desiderio di poter frequentare la scuola ostacolato e stroncato dalle difficoltà economiche e dall’impossibilità di accedere al sistema scolastico pubblico.
Il sistema educativo in Libano prevede due turni a scuola, uno mattiniero per soli libanesi e uno pomeridiano che accoglie principalmente studenti siriani. C’è una legge non scritta, per cui la priorità viene data ai bambini libanesi. A causa della crisi che affligge il Paese e che sta colpendo drammaticamente anche il sistema scolastico è accresciuto il numero di bambini libanesi iscritti al secondo turno per via dell’impossibilità di continuare a pagare le rette delle scuole private. Come effetto domino, ciò si è riversato sulla comunità siriana rendendo più difficile l’iscrizione a scuola per i bambini data la diminuzione di posti disponibili.
Ad inasprire una situazione già disastrosa, nell’ultimo mese l’UNHCR ha tagliato i fondi distribuiti ai rifugiati siriani. Per diverse famiglie, come nel caso delle due incontrate al centro di Nabaa, il sostegno finanziario dell’UNHCR è l’unica fonte di reddito. A causa della crisi è sempre più difficile trovare lavoro e in molti casi le famiglie siriane cercano di mantenersi collezionando e vendendo imballaggi di plastica. Il guadagno è ovviamente minimo e insufficiente per i costi della vita. Il piccolo profitto deve bastare per far fronte ai costi d’affitto e dell’elettricità. Difficilmente bastano, nonostante le famiglie vivano in condizioni assai precarie spesso condividendo anche solo una stanza con tutti i membri del nucleo familiare, che possono raggiungere anche le 10 persone.
In questo drammatico contesto, il centro di Basmeh & Zeitooneh con il supporto di ARCS prova così a sopperire alle carenze di un sistema completamente allo sbando. E così Aliah che da anni sognava la scuola preparando ogni mattina la cartella e piangendo perché questo diritto le veniva negato, ora corre in aula tra sorrisi e lacrime. L’educazione informale è fondamentale per continuare a garantire a questi bambini un futuro, ma non può che essere temporanea. La speranza e l’obiettivo del progetto nei due centri di Basmeh & Zeitooneh è che i bambini possano poi proseguire nelle scuole pubbliche o private negli anni futuri.
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