06Dicembre2022 Intervento nella scuola pubblica di Mhamra

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di Elena Povero, volontaria di Servizio Civile Universale in Libano

Stanno avanzando le azioni di intervento del progetto multisettoriale (WASH + Education) attivo nella municipalità di Mhamra (governatorato dell’Akkar, a nord del Paese).

In vista delle rigide condizioni climatiche dei mesi invernali, le attività legate al settore dell’istruzione hanno una natura di carattere emergenziale, che si pone l’obiettivo di distribuire vestiti per l’inverno a ragazz* e bambin* della scuola pubblica di Mhamra.

Sono state condotte delle azioni di monitoraggio sul campo con il fine di identificare i bisogni di studenti e studentesse e concordare un elenco di prodotti necessari. La scorsa settimana lo staff di ARCS si è nuovamente recato presso la scuola per definire gli ultimi dettagli (numero degli articoli, taglie per i vestiti, ecc.) attraverso visite classe per classe per recuperare le informazioni necessarie. La mattina sono stati raccolti i dati delle classi del primo turno e nel pomeriggio quelle del secondo.

Da quasi 10 anni, il sistema scolastico libanese ha infatti introdotto il cosiddetto second shift nelle scuole pubbliche: studenti e studentesse che non possiedono cittadinanza libanese (nella maggioranza dei casi si tratta di rifugiati siriani) non vengono inseriti nelle classi già esistenti, al contrario frequentano la scuola nel pomeriggio, al termine della giornata scolastica dei ragazzi appartenenti al primo turno. Viene garantita loro un’istruzione formalmente riconosciuta e non è richiesto di fornire la prova della residenza legale o pagare le tasse di iscrizione alla scuola. Tuttavia.

Tuttavia, questo sistema di turnazione è una risposta che interviene ma non risolve. Per fare alcuni esempi, la loro giornata di scuola inizia nel pomeriggio e finisce nella prima serata, cioè quando il sole inizia a tramontare e se non c’è corrente elettrica le classi restano al buio. Riguardo al corpo docente, non sempre ci sono nuovi insegnanti per coprire il secondo turno e spesso si richiede ai professori della mattina – i cui bassi stipendi sono tutt’ora motivo di scioperi – di restare tutto il giorno. La presenza stessa di questo secondo turno è poi ostacolata da molti altri fattori, in mancanza di quali l’avvio dell’anno scolastico per i ragazzi e le ragazze del turno pomeridiano viene spesso posticipato oppure ridotto nella durata. In altre parole a rimetterci sono ragazz* e bambin* che perdono giorni e settimane di scuola, essenziali per la loro formazione e per provare a contrastare i sempre più numerosi casi di precoce abbandono scolastico e lavoro minorile.

In conclusione, sebbene si tratti della risposta di emergenza di un Paese che ha sempre meno risorse per far fronte alla crisi umanitaria, concetti come scarsa integrazione, abbandono scolastico, risorse umane limitate, stanchezza, mancanza di servizi, lavoro minorile, ecc, non sono di per sé esaustivi ma, sicuramente rendono l’idea delle numerose fragilità in cui versa il sistema.

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