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Paesi di intervento
di Benedetta Bassi, volontaria di Servizio Civile Universale in Giordania
Lo scorso lunedì si sono conclusi i corsi di formazione previsti dal progetto “Sostegno alla resilienza dei rifugiati iracheni cristiani ad Amman, attraverso attività di formazione professionale e apprendistato”.
Il progetto ha come obiettivo generale quello di migliorare le condizioni di vita dei rifugiati iracheni di religione cristiana che risiedono in Giordania, in modo particolare le comunità cristiane che vivono nel governatorato di Amman, consentendo loro di affrontare le sfide causate dalla migrazione forzata e soddisfare i loro bisogni primari.
Dall’inizio del progetto, i partecipanti hanno potuto seguire un ciclo di formazioni sui fondamenti della lingua inglese, alfabetizzazione finanziaria, sicurezza sul lavoro e pronto soccorso, pianificazione famigliare, consapevolezza giuridica, competenze informatiche di base, problem solving e decision-making. A questo si sono aggiunte anche formazioni su argomenti di educazione civica e cittadinanza globale.
Al termine dei corsi, il team di ARCS Giordania ha incontrato i partecipanti formati dal progetto per raccogliere i loro commenti e le loro impressioni. Tutti gli intervistati sono rimasti molto soddisfatti delle formazioni, soprattutto del corso di inglese, e ci hanno comunicato il loro desiderio di partecipare a corsi aggiuntivi più avanzati.
Sempre nell’ambito del progetto, alle formazioni teoriche faranno seguito dei corsi di formazione professionale volti a facilitare l’accesso dei partecipanti al reddito, e l’acquisizione di competenze nei settori dell’agricoltura, della trasformazione dei prodotti alimentari, dell’etichettatura e dell’imballaggio dei prodotti.
Queste attività sono un tassello fondamentale del progetto poiché hanno l’obbiettivo di migliorare le competenze professionali dei partecipanti e favorire il loro accesso a una fonte di reddito. In questo modo le persone cristiano irachene partecipanti al progetto avranno la possibilità di far fronte alle spese quotidiane dell’intera famiglia e ridurre la loro condizione di vulnerabilità e dipendenza dagli aiuti internazionali, riducendo anche il loro isolamento sociale.
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