22Febbraio2023 Camerun: la forza di “fare” rete

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Intervista di Calogero Messina, Rappresentante Paese ARCS Camerun, a Georges Modeste MEKUI, Direttore dell’Agenzia dell’Acqua e dell’Energia (AMEE) del comune di Dschang.

CM: Buongiorno Modeste, mi piacerebbe avere una tua opinione sulla recente e importante collaborazione avuta con l’AMEE, Agenzia Municipale dell’Acqua e dell’Energia del comune di Dschang,  riguardo alla realizzazione delle infrastrutture idriche che ARCS – Arci Culture Solidali ha realizzato in Camerun nel quadro del progetto ENTER – Energie Rinnovabili e Tecnologie Appropriate per l’accesso all’acqua potabile in zona rurale” e del progetto API-Acqua Potabile e Igiene per la popolazione sfollata interna del NO-SO e le comunità ospitanti dei dipartimenti frontalieri della regione dell’Ovest”, co-finanziati dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

GM: Grazie dell’occasione, sono il Direttore dell’Agence Municipale de l’Eau et l’Energie de la Commune de Dschang (AMEE), creata nel 2011 per assicurare la gestione dell’acqua sul territorio comunale del comune di Dschang, nella Regione dell’Ovest Camerun.

CM: Che cosa è di fatto l’AMEE? Ci sono esperienze simili nella Regione dell’Ovest?

GM: L’Agenzia (AMEE) è il braccio tecnico del Comune di Dschang, ovvero il servizio tecnico che si occupa di tutto ciò che riguarda le opere idrauliche, i servizi igienico-sanitari di base e l’energia. L’agenzia è stata creata sul modello dell’Agenzia Comunale dell’Acqua di Kindia, in Guinée Conakry, nel quadro di un programma svoltosi nel 2013 con un gemellaggio con la città di Nantes, Francia. Io come Direttore ho iniziato a lavorare all’AMEE proprio nel quadro di questo progetto (2013-2016), con l’obiettivo di mettere in piedi un servizio che assicuri una gestione efficace e la manutenzione degli impianti idrici sul territorio di Dschang.

L’Agenzia è stata creata anche al fine di accompagnare altri Comuni che non hanno le stesse capacità nella creazione di servizi simili: ad oggi, sul modello della nostra Agenzia, nella Regione dell’Ovest sono stati creati sistemi di gestione simili sia nel Comune di Bangangtè che in quello di Fokouè. I rappresentanti dei Comuni interessati vengono regolarmente da noi per imparare dalla nostra esperienza, per “non cadere laddove noi siamo già scivolati”; è questo in breve il ruolo dell’AMEE.

CM: La ONG ARCS ha realizzato il Progetto ENTER in partenariato con l’AMEE. Pensate che questa collaborazione sia stata interessante? Quali sono stati i benefici ottenuti dal networking con un partner internazionale quale ARCS?

GM: Parte della missione dell’AMEE è ricercare nuovi partenariati, attivi negli stessi ambiti d’interesse della nostra Agenzia. Di fatto, noi siamo entrati in contatto con ARCS tramite un progetto finanziato dall’UE, grazie al quale ci è stato richiesto da un delegato dipartimentale di condividere la nostra esperienza (2011-2015). È stato durante questo scambio che ho realizzato che la vostra ONG operava esattamente nello stesso ambito che ci concerne e che si potevano unire le forze per ideare nuovi progetti e ricercare finanziamenti. Il divario tra le possibilità dell’Agenzia e la domanda di servizi da parte degli utenti è ancora grande, ed è dunque nell’interesse dell’Agenzia aderire a forum, associazioni e gruppi per ideare nuovi progetti per portare acqua alle popolazioni bisognose.

CM: ARCS pensa che la questione dell’acqua qui in Camerun possa essere risolta solo con una azione di networking che coinvolga più parti interessate. In primis i Comuni (legge sulla decentralizzazione 2018), ma anche i servizi settoriali decentralizzati (MINEE, MINAT, etc.), servizi tecnici appropriati, le Organizzazioni della Società Civile e le popolazioni interessate. Voi condividete questa visione?

GM: Sì, abbiamo bisogno di associarci perché la domanda di servizi è sempre crescente e i Comuni non possono farvi fronte da soli. Quando siamo insieme, siamo più forti e per regolare le questioni dell’acqua i Comuni, le associazioni, le istituzioni pubbliche e private devono collaborare fra loro, nonché con i servizi settoriali, che sono gli esperti dello Stato e che implementano le politiche pubbliche, definite dal Governo, per il settore dell’acqua. Lavoriamo per esempio a stretto contatto con il Delegato Dipartimentale dell’acqua che rappresenta un servizio settoriale, proprio perché ha una competenza specifica per noi fondamentale. Inoltre, il vantaggio di cooperare con le ONG e le associazioni è che queste ultime hanno una competenza tecnica elevata da condividere con i Comuni: noi di questo abbiamo necessità, e ci interessano molto le nuove tecnologie che permettono di migliorare la qualità degli impianti idraulici a beneficio delle popolazioni.

Io credo inoltre nell’importanza di portare avanti dei progetti che coinvolgano tutti, a partire dalle popolazioni stesse; ad oggi si parla di sviluppo partecipativo: non possiamo andare lontano senza l’appoggio delle popolazioni beneficiarie dei nostri servizi perché sono proprio queste ultime che continueranno poi con la gestione degli impianti idraulici.

La particolarità di Dschang consiste proprio nel fatto che una volta realizzati i lavori di costruzione delle opere idrauliche, noi metteremo un accento particolare sulla gestione degli impianti, per assicurarne il buon funzionamento a lungo termine. In questo senso, la legge del 2010 che raccomanda ai Comuni di assicurare la buona gestione delle reti idriche anche sul piano legale, ha incoraggiato il Comune a dotarsi di un servizio locale per acqua, elettricità e servizi igienico-sanitari di base. Ecco dunque tutti gli elementi che hanno motivato il Comune a mobilitarsi in questo senso, anticipando così anche il quadro generale per la Decentralizzazione, validato dallo Governo nel 2019, nel quale si sottolinea la responsabilità dei singoli Comuni di alimentare le proprie aree di competenza, tanto quelle urbane quanto rurali, con acqua potabile per la popolazione.

L’AMEE incoraggia gli utenti a contribuire al servizio di approvvigionamento d’acqua mobilizzando piccole somme che permettano di intervenire rapidamente in caso di bisogno, per assicurare la continuità dei servizi. Si può parlare a tutti gli effetti di un “test” di solidarietà: l’AMEE gestisce 30 comitati di gestione che versano una percentuale all’Agenzia, permettendole così di agire su problemi minori. In questo modo spesso un comitato, versando una parte delle proprie risorse, ne aiuta un altro che ne ha bisogno. Questo meccanismo ci evita di passare dal Comune – cui ci appoggiamo solo in caso di spese più importanti – e di assicurare una risposta più immediata.

CM: Come sono composti di fatto questi comitati e come li avete creati?

GM: I comitati di gestione sono delle associazioni di beneficiari diretti delle opere idrauliche. Si tratta di gruppi di volontari che hanno accettato di monitorare che l’impianto funzioni in maniera sostenibile e continuativa. Trattandosi di associazioni volontarie, sta a noi organizzare una serie di assemblee per informare la popolazione del progetto in corso e comunicare l’esigenza del Comune affinché si identifichino sette persone (presidente, relatore, tesoriere, contabile, tecnici) che possano costituire un comitato con il compito di monitorare il funzionamento del punto d’acqua.

Questo meccanismo assicura che le comunità partecipino attivamente e si sentano direttamente interessate al buon funzionamento dell’impianto. Dunque c’è una lettura finanziaria e una seconda lettura politica: non può e non deve passare il messaggio che la costruzione di un’opera sul territorio di una comunità sia imposto dal Comune; al contrario, deve essere un bisogno condiviso cui la popolazione contribuisce attivamente. La decentralizzazione dopotutto consiste anche nella gestione partecipativa del territorio, se la popolazione esprime un bisogno effettivo – tramite il capovillaggio o il presidente del comitato di sviluppo – noi lo prendiamo a cuore e ce ne facciamo carico.

CM: Chi interviene in caso l’impianto costruito necessiti di manutenzione?

GM: Qualora l’impianto idrico riscontri un problema, il comitato di gestione lo segnala all’Agenzia, che mette a disposizione personale specializzato formato sulla materia. Data la vasta area di intervento, nei comitati abbiamo anche delle figure chiamate “artigiani riparatori” che operano a livello locale. Noi li formiamo affinché acquisiscano una competenza tecnica di base per degli interventi minori; in questo modo l’Agenzia interviene solo in caso di guasti maggiori.

Gli artigiani riparatori, cui si richiede un minimo di competenza tecnica iniziale (idraulica, muratura, etc.), vengono accompagnati dall’Agenzia, che organizza delle sessioni di formazione volte a rafforzarne le competenze tecniche. Gli introiti generati dal comitato di gestione (che versa solo il 35% all’AMEE), assicurano vi sia un rimborso per i tecnici riparatori in caso di intervento.

L’AMEE utilizza i restanti fondi per fornire mezzi materiali (veicoli, rinnovo delle attrezzature, etc.) ed organizzare sessioni di formazione anche per i presidenti dei comitati di gestione, per migliorarne le capacità manageriali e rinforzare il loro ruolo di coordinatori.

CM: Il Forum Regionale degli Attori dell’Acqua della Regione Ovest del Camerun che si è tenuto a Dschang dal 21 al 22 Settembre 2022 e a cui hanno partecipato molti attori del settore WASH, tra cui anche ARCS, è servito a dare visibilità all’AMEE e al Comune di Dschang? Che risultati ha portato? Altri sindaci riproporranno il vostro modello all’interno del loro Comune?

GM: Sì, al Forum Regionale degli Attori dell’Acqua della Regione dell’Ovest hanno partecipato in molti. C’erano gli addetti del settore, i tecnici, i ministeri, organizzazioni della società civile e tutti e 40 i sindaci della Regione dell’Ovest. Il Forum è una piattaforma di scambio che è stata creata all’interno di un programma dell’Unione Europea. Uno degli obiettivi di questo programma, che raggruppa sette Comuni dell’Ovest, è proprio di mettere in piedi una piattaforma che permetta ai vari attori WASH attivi nella Regione di ritrovarsi e condividere le loro esperienze. Tutti i comuni della Regione dell’Ovest ad oggi sono impegnati nella creazione di servizi di approvvigionamento dell’acqua, più o meno simili al nostro modello. L’acqua è essenziale per la vita e tutti i Comuni hanno il dovere e la volontà di realizzare dei servizi in questo senso, per valorizzare le spese pubbliche dello Stato sul loro territorio.

CM:  Con il Progetto ENTER abbiamo realizzato, insieme, nel comune di Dschang otto mini-reti idriche e diverse formazioni sia per l’AMEE che per i tecnici del Comune (produzione di cloro, costruzioni in ferrocemento, filtri biologici, etc.), sensibilizzando al tempo stesso altri Comuni dell’Ovest sul modello di gestione dell’AMEE e sull’importanza di una gestione partecipata dell’acqua. Quali sono stati i benefici nati dalla collaborazione con ARCS in generale, e all’interno del Progetto ENTER?

GM: Nel quadro del progetto ENTER, l’AMEE aveva la missione ben precisa di fare formazione, e io stesso, in quanto Direttore, ho organizzato due formazioni per parlare della regolamentazione per la gestione dell’acqua in Camerun. In generale, la nostra Agenzia ha sicuramente beneficiato di molte formazioni nell’ambito del Progetto ENTER, in ambiti quali la cartografia, le nuove tecniche in materia di ferrocemento e la trasformazione del sale in ipoclorito di sodio, per disinfettare l’acqua. Quest’ultima tecnologia è decisamente innovativa per noi ed ha molto aiutato le comunità, perché il sale è facilmente disponibile e acquistabile da tutti.

Il Progetto ENTER in generale ci ha permesso di entrare in contatto con una serie di esperti, che ne hanno accompagnato l’implementazione, come per esempio l’Associazione degli Ingegneri senza Frontiere, che ha organizzato una formazione a Dschang. Essere stati partner del progetto ENTER ha apportato un importante plusvalore e rafforzato le nostre capacità.

Oltre ad averci permesso di tessere una stretta relazione con i vicini Comuni di Fumbot e di Batcham, che continueranno a beneficiare del nostro supporto anche al di là del progetto stesso. Inoltre, attraverso il Progetto ENTER abbiamo potuto realizzare delle opere idrauliche che non moriranno mai perché l’Agenzia ne assicurerà la gestione e la sostenibilità a lungo termine.

CM:  Quali sono i problemi ancora non risolti e i bisogni delle popolazioni sui quali è necessario continuare a lavorare per il bene delle comunità e qual è la vostra visione futura?

GM: Ci sono ancora tanti villaggi che aspettano l’acqua, circa il 70% dei villaggi in zona rurale rimane ancora senza acqua potabile, rifornendosi di acqua nei ruscelli e negli stagni contaminati da diversi batteri patogeni che sono causa di malattie e di un’elevata mortalità infantile, e il disequilibrio tra la domanda e l’offerta è ancora troppo grande. Noi continueremo dunque in futuro a cercare delle collaborazioni con le organizzazioni internazionali come ARCS. Dobbiamo continuare a collaborare perché c’è ancora molto da fare e ci sono ancora tanti villaggi che soffrono per mancanza d’acqua.

L’Agenzia e il Comune di Dschang da soli non hanno risorse sufficienti per coprire l’importante domanda di acqua potabile fatta dalle popolazioni, e dunque abbiamo bisogno della partecipazione di tutte le nostre comunità, se agiamo in rete agiamo in maniera più efficace e realizziamo obiettivi concreti: “da soli siamo deboli, in rete siamo forti”.

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