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Paesi di intervento
di Raffaella Biondo, Regional Coordinator Middle East per ARCS
Dopo anni di lavoro portato avanti all’interno delle principali carceri, negli ultimi mesi ARCS, con la consulenza della dott.ssa Jinan Khatib, ha condotto uno studio approfondito per analizzare le condizioni di detenzione e comprendere meglio le esigenze dei detenuti e delle detenute nelle tre principali prigioni libanesi: Roumieh, Barbar El Khazen e Tripoli.
La crisi che sta attraversando il Libano sta esacerbando le sfide e i problemi di un sistema penitenziario già in sofferenza. Il sovraffollamento delle carceri è uno dei fattori chiave che contribuiscono alle condizioni disumane di detenzione in Libano. L’alto livello di detenzione preventiva e la mancanza di misure alternative sono fattori critici di crescita dei tassi di incarcerazione.
In particolare, lo studio si è concentro sull’analisi delle condizioni delle infrastrutture esistenti e i relativi bisogni in termini di ristrutturazione, manutenzione, riabilitazione e sicurezza, sui principali bisogni di base dei detenuti in termini di accesso all’acqua, al cibo e all’assistenza socio-sanitaria, sull’accesso all’assistenza legale e la durata della detenzione preventiva, sulla valutazione dell’organico delle carceri in termini di qualifiche e attrezzature.
Condizioni di detenzione e sovraffollamento
Le condizioni di detenzione in Libano sono note per essere molto al di sotto degli standard. Le prigioni hanno strutture e servizi insufficienti, che pongono sfide critiche nel garantire condizioni di detenzione che rispettino i diritti umani e nel salvaguardare la conformità con le leggi e gli standard nazionali e internazionali. I servizi sanitari, la fornitura di beni di prima necessità, i laboratori e altri servizi di base sono inadeguati. L’uso eccessivo della detenzione preventiva e la durata delle procedure cautelari – che in alcuni casi possono essere indefinite – sono fattori critici del sovraffollamento carcerario.
Il sovraffollamento sta minando la capacità dell’amministrazione penitenziaria di soddisfare le esigenze di base dei detenuti in termini di cibo, acqua, igiene e sicurezza. La qualità e la quantità di cibo distribuito dall’amministrazione carceraria è diminuita e l’inflazione sta erodendo i mezzi finanziari dei detenuti. Inoltre, le esigenze di base dei detenuti in termini di servizi sanitari non sono garantite. Farmaci per uso cronico, prodotti per la pulizia, materassi, lenzuola e vestiti scarseggiano. Le visite delle famiglie sono sempre meno frequenti a causa dell’aumento delle tariffe di trasporto. Il sovraffollamento, inoltre, compromette anche l’offerta e l’efficacia dei programmi di riabilitazione, formazione professionale e attività socio-culturali.
Nella maggior parte delle carceri, le aree di alloggio sono gravemente sovraffollate. Celle, stanze e dormitori sono privi di arredi e i detenuti si sdraiano su stuoie o altri materiali (se disponibili). In molte di queste carceri, lo spazio a terra è insufficiente per permettere a tutti di sdraiarsi contemporaneamente, e i detenuti devono fare i turni per riposare.
Inoltre, i sistemi carcerari spesso soffrono di barriere organizzative, tra cui il personale penitenziario non specializzato e sottopagato, l’alto livello di corruzione e la legislazione obsoleta. I sistemi penitenziari devono anche affrontare ostacoli legati alla giustizia penale, tra cui l’interferenza politica nel sistema giudiziario. I leader politici e settari interferiscono nella risoluzione di casi che toccano interessi pubblici (ad esempio, l’indagine sull’esplosione del porto di Beirut), oltre alla rimozione e alla nomina dei giudici.
Infine, seppure gli standard internazionali stabiliscano che la detenzione non si limita alla privazione della libertà, ma comprende piuttosto il concetto di reintegrazione e reinserimento dei detenuti nella società, la carenza di risorse e il sovraffollamento delle carceri fanno sì che i programmi di riabilitazione rimangano molto limitati nella maggior parte delle carceri libanesi.
I fondi, le attrezzature e il personale necessari non sono disponibili per consentire programmi educativi e professionali, e non sempre vengono compiuti sforzi per incoraggiare la partecipazione dei detenuti, in particolare delle persone con disabilità.
In Libano, la società civile rimane ad oggi l’attore principale responsabile di monitorare sistematicamente le condizioni di detenzione e di fornire servizi di base così come programmi di riabilitazione che migliorino il benessere psicosociale e aiutino i detenuti a generare reddito per aumentare la loro autostima, le qualifiche e l’occupabilità al momento del rilascio.
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