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LOCAL (Lavoro, Occupazione e Crescita Economica: Donne e Giovani per lo Sviluppo Locale) è un progetto realizzato da ARCS in Camerun in collaborazione con Arci Modena, Legacoop Estense, Associazione Centro Documentazione Donna Modena, l’ONG locale CIPCRE e con il co-finanziamento della Regione Emilia-Romagna. LOCAL intende contribuire a rafforzare l’accesso alle attività produttive e alle opportunità d’impiego dignitoso a favore delle categorie vulnerabili (donne e giovani, sfollati interni) in 6 comuni della regione dell’Ovest del Camerun: Foumban, Foumbot, Koutaba, Mbouda, Bafoussam 1, Bafoussam 2.
Attraverso l’accompagnamento di 150 donne e giovani nella creazione e gestione di 15 iniziative d’impresa, LOCAL supporta progetti la cui componente d’innovazione sostenibile presenta le potenzialità per rafforzare l’autosufficienza economica dei/lle beneficiari/e e per generare opportunità d’impiego a favore della comunità locale. Questo obiettivo è perseguito con attività di formazione all’impresa, supporto materiale ai/le microimprenditori/trici, tutoraggio continuo da parte di esperti/e nell’ambito della microimprenditorialità e promozione delle attività produttive attraverso la partecipazione ad una fiera dell’innovazione imprenditoriale.
A causa di un conflitto socio-politico in corso dal 2016 nelle regioni a maggioranza anglofona del Camerun (Nord Ovest e Sud Ovest), la regione dell’Ovest è una delle maggiori zone di accoglienza di un numero crescente di déplacés, sfollati interni, che lasciando i territori di conflitto si ritrovano a doversi integrare in altre zone, spesso in condizioni di estrema povertà, difficoltà di accesso alle opportunità d’impiego e barriere culturali e linguistiche che ostacolano il loro inserimento all’interno delle comunità ospitanti. In generale in Camerun, i giovani e le donne riscontrano una maggiore difficoltà ad accedere alle opportunità d’impiego e produttive. Questa componente discriminatoria diventa duplice nel caso delle donne déplacées – che per ragioni legate al conflitto rappresentano il numero maggioritario di sfollati interni.
Nella città di Bafoussam, incontriamo Barira, presidente del gruppo Happy Farmers. Una giovane imprenditrice déplacée, originaria del Nord Ovest che insieme alle sue colleghe di Happy Farmers e agli altri gruppi selezionati ha partecipato alle sessioni di formazione organizzate nella città di Bafoussam. Questa fase del progetto LOCAL si è focalizzata sul capacity-building delle/i titolari d’iniziative di microimprese per fornire loro le conoscenze, il know-how e le abilità interpersonali necessarie per formalizzare, strutturare, gestire e sviluppare le loro microimprese.
Ci racconti un po’ di come è nata Happy Farmers?
“Nel 2020 a causa dell’aggravarsi della crisi [nelle regioni anglofone], mi sono trasferita a Bafang nell’Ovest, per seguire la scuola di Agraria da cui mi sono laureata l’anno scorso. Nel mentre nel 2021 ho fondato la cooperativa Happy Farmers. Siamo 9 persone a lavorarci e ci occupiamo di coltivazione e distribuzione di njama njama [una verdura tipica della regione del Nord Ovest].”
Quali sono le maggiori difficolta che hai incontrato nella creazione della tua iniziativa di micro-imprenditoria?
“Trovare finanziamenti, anche se si è studenti di agraria, è molto difficile; è necessario acquisire la terra e poi finanziare i materiali, la manodopera e la gestione. Per gli anglofoni, a queste difficoltà si aggiunge anche il fattore linguistico, molte procedure burocratiche nell’Ovest sono presentate prevalentemente in francese. Le mie colleghe ed io siamo tutte anglofone ma alcune di noi sono ormai diventate fluenti in francese. Siamo grate di essere state selezionate per il bando promosso da LOCAL e speriamo che tra la formazione e il supporto materiale e tecnico iniziali sia possibile dare la spinta necessaria allo sviluppo di un’impresa duratura e pronta ad espandersi.”
Hai già una visione per il futuro di Happy Farmers?
“Certo, Happy Farmers ha un obiettivo chiaro: entro i prossimi cinque anni vogliamo esserci espanse in altre regioni e possibilmente avere aggiunto alla nostra attività il processo di essicazione delle verdure. Quest’ultimo passaggio ci permetterebbe di esportare i nostri prodotti locali anche in zone più lontane del Camerun.”
Com’è stata la tua esperienza in questa prima fase del progetto LOCAL?
“Per capire come raggiungere gli obiettivi di cui vi parlavo, la prima fase di formazione è stata molto importante. Mi ha permesso di creare un business plan sul lungo periodo, comprendere quali sono le nostre risorse e come investirle al meglio. In più anche a livello gestionale ho scoperto aspetti che non conoscevo, in particolare strumenti tecnici legati alla contabilità, archiviazione e custodia dei documenti e al marketing dei nostri prodotti. All’inizio è stato difficile entrare nel gergo economico e tecnico ma ho subito potuto vedere l’impatto che avrebbe avuto su Happy Farmers.”
Parlavi di crescita duratura nel tempo… cosa significa per te la parola “sostenibile”?
La sostenibilità per me è una responsabilità dell’imprenditore. L’accompagnamento offerto da iniziative come LOCAL serve ad avviare il progetto ma perché un’impresa funzioni è necessario avere un piano di sostenibilità nel tempo. Questo significa utilizzare le risorse a disposizione per dare il massimo, in modo che nel tempo il progetto cresca.”
In questo momento lo staff locale del progetto sta valutando insieme ad Happy Farmers ed altri gruppi di beneficiari/e i loro bisogni in termini di attrezzature e materie prime per potere organizzare al meglio le successive attività di fornitura del supporto materiale per l’avvio effettivo o il potenziamento delle loro imprese. Ringraziamo Barira e facciamo un caloroso in bocca a lupo ad Happy Farmers e gli altri gruppi coinvolti dal bando sperando di rincontrarci presto per i prossimi aggiornamenti.
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