31Agosto2023 Camerun: verso una Carta d’Integrazione di Genere

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Nell’ambito del progetto ELLE – Entrepreneuriat Local et Leadership Féminin pour l’Egalité des Chances realizzato da ARCS in Camerun con il cofinanziamento di Union Européenne au Cameroun, si sono svolti negli scorsi giorni due workshop regionali per la stesura della “Carta d’Integrazione di Genere” (CIG) rispettivamente a Bertoua, capoluogo della regione dell’Est, e a Ngaoundere, capoluogo dell’Adamaoua, in collaborazione con i partner locali APCRE e AJVN.

La creazione della CIG è l’elemento fondante del terzo asse progettuale di ELLE, ovvero delle pratiche di networking e advocacy rispetto alle tematiche dell’integrazione di genere e dell’implementazione di un approccio di gender mainstreaming che accolga e includa i bisogni delle categorie più vulnerabili della popolazione, nello specifico, donne e ragazze in Camerun. Questo significa la facilitazione, attraverso prassi di elaborazione partecipativa, di un dialogo tra le Organizzazioni della Società Civile delle tre regioni coinvolte (Ovest, Est, Adamaoua) che miri a portare le tematiche di genere all’attenzione di tutti i livelli della società camerunese.

Il presidente fondatore dell’associazione locale Solidarity Actions, Kadmel Keufe Fosso, tra i partecipanti al workshop tenutosi a Bertoua, sottolinea la necessità della CIG: “Per quanto la tematica di genere sia oggi molto attuale e spesso discussa all’interno delle organizzazioni, trovo indispensabile la creazione di una carta che stabilisca uno standard e che permetta il monitoraggio di come l’integrazione di genere venga implementata all’interno non solo delle organizzazioni della società civile ma anche di aziende e scuole.

Il lavoro svolto durante gli atelier è l’ultimo passaggio a livello regionale del percorso a cui Solidarity Actions ed altre OSC partecipano da mesi. “Oggi stiamo assistendo alla redazione della CIG e sono davvero contento della libertà con cui tutte le persone partecipanti si sono espresse e hanno portato le proprie idee. Il lavoro svolto finora è stato notevole, per noi è stato un grande piacere lavorare a tutte le fasi della creazione di questa carta, dalle prime attività di autovalutazione e formazione con le altre organizzazioni, alla nostra specifica ricerca sul campo grazie alla quale siamo riusciti ad indagare quali fossero i punti da portare e discutere assieme.

Dando la priorità ad un’elaborazione partecipativa, il percorso si è infatti svolto in diverse fasi. Innanzitutto, tramite dei focus group i membri delle organizzazioni hanno svolto un’autovalutazione per constatare, a livello di partenza, quanto le tematiche di genere venissero esaminate e informassero i processi decisionali – sia all’interno delle proprie organizzazioni sia individualmente nella propria vita lavorativa e personale. Dai contenuti emersi è stato possibile elaborare delle guide d’integrazione di genere nelle OSC e nei progetti di sviluppo. Queste guide sono state successivamente alla base di formazioni d’integrazione di genere rivolte sia ai membri delle OSC sia ai rappresentanti delle strutture pubbliche locali. Le pratiche emerse riguardano le modalità d’integrare una coscienza di genere all’interno di organizzazione e strutture: gestione del personale, funzionamento della struttura, statuti, politiche; ma anche l’integrazione della tematica di genere in tutte le attività svolte: dalla programmazione, alla realizzazione fino al monitoraggio.

Il presidente di Solidarity Actions enfatizza questo punto: “Quando non si utilizza una lente di gender mainstreaming nel valutare i processi organizzativi e decisionali non solo nelle OSC ma anche all’interno di aziende private e strutture pubbliche come ad esempio le scuole, ciò che avviene è una svalutazione del potenziale delle persone che ne fanno parte. Finché le attitudini naturali e specifiche delle persone non verranno valorizzate e fatte fiorire, continueremo a vedere situazioni in cui le donne non riescono a trovare impiego a causa di discriminazioni di genere.”

I membri di OSC e strutture pubbliche che hanno mostrato particolare interesse durante le formazioni, hanno in seguito avuto la possibilità di creare delle task force mirate a raccogliere input ed idee pertinenti all’elaborazione della CIG. Il lavoro svolto dalle task force è stato successivamente rielaborato dalla direzione generale del progetto (ARCS e CIPCRE) nella forma di un draft che è stato proposto in questi giorni agli atelier regionali; a cui oltre alle OSC e strutture pubbliche, hanno partecipato anche varie autorità locali, al fine di proporre modifiche e integrazioni, editare e fornire nuovi input alla proposta.

Questo è un punto cruciale secondo la direttrice del Centro di promozione della donna e della famiglia di Ngaoundere, Ousmanou Ben née Djaf Maryam Ithydal: “Sono molto contenta di questo atelier regionale perché ci ha permesso di presentare delle proposte e delle modifiche volte a fare emergere quelle che per noi sono necessità specifiche a livello locale e non vediamo l’ora di iniziare il processo di advocacy attraverso la CIG”. Una volta conclusa la fase attuale, infatti, si terrà un atelier nazionale per finalizzare e validare una carta unica che verrà poi prodotta e utilizzata come strumento principale per l’effettiva fase di advocacy.

Concludiamo con la testimonianza della capo progetto, Michela Gaffuri Riva, che dopo aver partecipato agli atelier condivide le sue riflessioni ed entusiasmo per i prossimi step:  “Grazie alle formazioni sull’integrazione di genere ci si è resi conto che per quanto in Camerun si parli sempre di più di diritti delle donne, le OSC locali non dispongono degli strumenti e delle conoscenze specifiche necessarie per garantire che l’approccio del gender mainstreaming sia applicato trasversalmente alle loro strutture e ai loro interventi. Da qui l’importanza del capacity building e di un approccio bottom up alla redazione della Carta d’Integrazione di Genere, al fine di assicurare che il documento finale rifletta davvero il punto di vista e i bisogni degli attori locali. La partecipazione attiva durante gli atelier regionali di redazione della carta e la qualità dei dibattiti emersi fanno sicuramente ben sperare per le future azioni di sensibilizzazione e advocacy!

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