19Settembre2023 “Tutti a tavola” per Rihab

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di Francesca Spada, volontaria di Servizio Civile Universale in Giordania

Il 25 luglio ho partecipato alla tavola rotonda organizzata da AVSI (capofila del progetto Jodhour) per discutere della situazione presente e delle prospettive future di Rihab, una piccola area abitata nel governatorato di Mafraq, nord della Giordania. L’evento è stato interessante proprio perché ha riunito attori locali e tutti gli stakeholder del progetto, che dopo due anni sta volgendo al termine. Erano presenti le ONG partner, i principali donatori impegnati nell’area, le microimprese che beneficiano del progetto, i rappresentanti delle organizzazioni non governative locali e delle autorità locali. La tavola rotonda mirava a far conoscere le iniziative attualmente in corso nell’area, in particolare il progetto Jodhour di cui ARCS è partner; promuovere la collaborazione tra il settore pubblico e quello privato e discutere le sfide esistenti al rafforzamento dell’economia di Rihab, in particolare nel settore agricolo e turistico. 

Negli ultimi due anni, AVSI, UNESCO, GIZ and AECID si sono occupate di restaurare il ricco patrimonio archeologico e culturale di Rihab. L’area è dotata di chiese di epoca bizantina e moschee di epoca omayyade, nonché antiche abitazioni tradizionali tutt’ora in ottimo stato di conservazione. Tramite programmi di cash-for-work, la popolazione locale, incluse donne e persone con disabilità, è stata coinvolta nel restauro dei siti archeologici e non solo. Le ONG attive nella zona si sono impegnate a migliorare l’accessibilità dell’intera area, per renderla appetibile a un potenziale turismo: è stato elaborato un percorso turistico che attraversa le principali attrazioni della zona, costeggiato da un marciapiede con alberi e luci per renderlo più sicuro, accessibile e facilmente riconoscibile. Infine, la rotonda della piazza principale di Rihab è stata restaurata e decorata con mosaici che richiamano la radicata tradizione artistica locale. 

Di pari passo con la promozione culturale e la riqualificazione urbana, il progetto Jodhour ha previsto il sostegno all’economia locale. In Giordania, ed in particolare nel governatorato di Mafraq, dove si trova Rihab, l’impiego costituisce una sfida cruciale per il Paese, che negli ultimi dieci anni ha accolto oltre 2 milioni di persone siriane ed irachene in fuga, nonostante un’economia già fragile e risorse, in particolare idriche, molto scarse. In questo senso, ARCS si è impegnata nell’offrire supporto economico e logistico a piccole imprese locali, favorendo la partecipazione femminile e coinvolgendo sia giordani che siriani del progetto. Tramite programmi di mentoring e training sulla gestione di una attività e circuiti di microcredito, nell’ultimo anno il progetto ha rafforzato le capacità dei business pre-esistenti e supportato la creazione di start-ups. 

A monte, ARCS ha effettuato una una analisi di mercato, che è stata presentata durante la tavola rotonda, ed ha evidenziato come settori chiave dell’economia di Rihab (turismo, agricoltura e artigianato) abbiano un forte potenziale. Mentre l’agricoltura è molto sviluppata nell’area, considerata “il granaio della Giordania“, il settore dell’artigianato è tutto da esplorare: la popolazione manifesta un grande interesse per l’artigianato tradizionale e non, come il cucito, il restauro dei mosaici, il riciclaggio della plastica. Infine, il turismo è emerso come il settore più adatto per il lavoro autonomo e come quello più inclusivo per gruppi vulnerabili, come le donne e le persone con disabilità. 

La parte più interessante dell’incontro è stata quella interattiva. I partecipanti sono stati divisi in tavoli di lavoro per discutere le principali sfide e opportunità per lo sviluppo del turismo agro-culturale a Rihab. Ho trovato molto stimolante il fatto che allo stesso tavolo sedessero, ad esempio, un titolare di startup beneficiario del progetto, un rappresentante di una ONG, e qualcuno dell’amministrazione locale. È stato emozionante assistere allo scambio tra questa pluralità di punti di vista concentrata attorno, appunto, ad una tavola rotonda, potervi prendere parte per offrire uno sguardo esterno e soprattutto ascoltare (finalmente con l’aiuto di un traduttore), l’opinione di alcuni beneficiari che ho avuto il piacere di incontrare durante la fase di procurement per il progetto. 

Dalla discussione è emersa un’impasse: da un lato, l’area non ha visitatori che possano giustificare investimenti nella creazione di strutture turistiche, dall’altro la mancanza di tali servizi ostacola l’attrazione dei turisti. Come risultato, in completa contraddizione con la ricchezza del patrimonio culturale della zona, il turismo è ancora inesistente. Attualmente, i partecipanti sono fortemente divisi su come affrontare la questione. Il dilemma, rimasto irrisolto, è se iniziare a creare i servizi (ad esempio, alberghi, ristoranti, infopoint, ecc.) di cui l’area è priva o se aspettare che i turisti arrivino per primi. Non solo: come fatto notare con veemenza, da una partecipante, oltre a riqualificare l’area, la comunità di Rihab deve elaborare una narrazione accattivante per promuovere la propria identità e l’unicità del suo territorio

Oltre al grande patrimonio archeologico, Rihab può vantare un ambiente incontaminato che preserva la natura e le attività tradizionali, come il mosaico, la sartoria, le latterie. Queste caratteristiche, se valorizzate, potrebbero rispondere perfettamente al crescente interesse in un turismo “autentico” e sostenibile. Purtroppo, nonostante la sua ricchezza culturale, il cammino verso un turismo fiorente a Rihab sembra essere ancora lungo, a causa della mancanza di servizi adeguati, di formazione e soprattutto di un coordinamento efficiente tra il settore pubblico e quello privato. Tuttavia, il turismo sostenibile sembra davvero la chiave per risolvere molti dei problemi della zona. L’impetuosa discussione scaturita dai gruppi di lavoro ha dimostrato l’interesse della popolazione locale nella promozione e conservazione del suo grande patrimonio culturale.

Questo entusiasmo, se concretizzato, potrebbe essere la migliore risorsa per il futuro di Rihab. 

 

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