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Paesi di intervento
di Camilla Zurru, volontaria del Servizio Civile Universale in Camerun
Qualche mese fa, ho incontrato a Bafoussam Miriam Chimene Magni, direttrice esecutiva dell’associazione HURAC (Humanitaire Response Action) per parlare con lei degli ostacoli che le persone déplacée (sfollate interne) in Camerun incontrano nell’ottenere la documentazione civile. Il nostro incontro è incapsulato in un breve reel sulla pagina instagram di ARCS ma pensavo fosse giusto fornire un contesto un po’ più ampio sulla questione della documentazione civile in Camerun per inserire e dare più spazio alla ricca testimonianza di Magni.
Secondo i dati OCHA, a Marzo 2023, si contano circa un milione di persone sfollate interne in Camerun[1], ovvero persone forzate a fuggire dalle regioni in cui sono attualmente in corso conflitti armati e che però spostandosi rimangono all’interno del territorio nazionale. Le persone déplacée provenienti dalla regione dell’Estremo Nord (che fuggono dalla crisi del Lago Ciad) sono circa 427 mila e dalle regioni del Nord-Ovest e Sud-Ovest (NO-SO), le aree anglofone dove sono in atto conflitti armati tra forze governative e gruppi armati indipendentisti dal 2017, sono circa 639 mila[2]. HURAC è un’associazione che si trova a Bafoussam, capoluogo della regione dell’Ovest a confine con le regioni del NO-SO e che in quanto tale ospita circa 114 mila persone provenienti dalle zone confinanti di conflitto. Tra vari servizi di supporto alla popolazione vulnerabile all’interno della regione dell’Ovest, HURAC si occupa di accompagnare le persone che devono richiedere la documentazione civile nelle procedure spesso complesse e di coprirne i costi. Miriam Chimene Magni, infatti, sottolinea che per quanto il Camerun nel 2014 abbia ratificato la Convenzione di Kampala, un documento per la protezione e l’assistenza degli sfollati interni in Africa che riconosce loro tutele giuridiche particolari relative alla condizione di déplacée, gli ostacoli che incontrano nell’inserirsi all’interno di una nuova comunità sono innumerevoli. Per documentazione civile s’intende la documentazione che riguarda la vita di una persona: nascita, cittadinanza, matrimonio, morte. Magni ci tiene a sottolineare che le difficoltà di accesso alla documentazione civile non sono un fenomeno che riguarda unicamente le persone sfollate interne ma anche un’importante percentuale della popolazione camerunese in generale.
In Camerun la percentuale di bambine e bambini minori di 5 anni la cui nascita viene registrata al Ministère de l’Administration territoriale (MINATD) attraverso l’emissione di un certificato di nascita è circa del 62% (con una differenza di 0.2 punti percentuali tra maschi e femmine).[3] Secondo le statistiche del Ministère de l’Education de Base du Cameroun il 32% delle allieve e degli allievi della scuola materna e primaria su tutto il territorio nazionale non possiede il certificato di nascita.[4] Il certificato di nascita è il primo documento civile di ogni individuo ed è necessario all’ottenimento di tutti gli altri documenti, come la carta d’identità e la tessera elettorale.[5] Senza un documento d’identità non è possibile registrarsi formalmente a scuola, spostarsi liberamente all’interno del paese, votare, iniziare procedure legali e candidarsi per un lavoro formalizzato. Per quanto la nascita di per sé conferisca la capacità giuridica di un individuo, se questa non viene registrata ad un organo amministrativo il cittadino non viene riconosciuto come tale e non può godere dei suoi diritti civili, politici, economici, sociali e culturali.[6] Inoltre in Camerun la mancanza di documentazione civile è un’infrazione perseguibile penalmente. Proprio per questo, Magni racconta che HURAC spesso trova le persone che poi prende in carico per il processo di costituzione o ricostituzione dei documenti nei commissariati. Un’ulteriore problematica che deriva dal basso numero di nascite registrate e dalla mancanza di documentazione civile sono i limiti che il fenomeno pone alle proiezioni statistiche sulla popolazione e di conseguenza all’elaborazione di politiche nazionali[7] come viene anche evidenziato dalla Stament della Cameroon Humanitarian Rights Commission in occasione del quinto African Civil Registration and Vital Statistics Day (2022)[8].
Dr. Pierre-Claver Kamgaing, professore di diritto alle Università di Dschang e della Costa Azzurra, sottolinea che il sistema di stato di civile in Camerun era stato inizialmente elaborato all’inizio del secolo scorso dai coloni tedeschi[9] e successivamente rielaborato dalle amministrazioni coloniali dei mandati francese e britannico.[10] Questo sistema era stato disegnato secondo le esigenze dei coloni europei che occupavano il territorio camerunese più che per la popolazione “nativa”. “I vari testi adottati dalla legislazione camerunese in seguito all’Indipendenza sono essenzialmente una rielaborazione delle vecchie disposizioni.”[11] L’attuale quadro giuridico in materia di registrazione delle nascite è regolato dall’Ordinanza n. 81-02 (29 giugno 1981) sull’organizzazione dello stato civile e varie disposizioni relative allo stato delle persone fisiche, modificata e integrata dalla legge n. 2011/011 (6 maggio 2011). La legge in vigore stabilisce che la registrazione della nascita sia gratuita e implementata dai delegati del governo e i loro deputati all’interno delle comunità urbane, i sindaci e i loro deputati, capi di missioni diplomatiche o consolari e gli ufficiali di stato civile.[12] Nel caso in cui la nascita avvenga in un ospedale la registrazione dev’essere fatta entro 30 giorni, dal personale medico che ha assistito. In caso l’ospedale non effettui la dichiarazione di nascita, la legge garantisce un ulteriore periodo di 60 giorni. Passati i 90 giorni totali è ancora possibile effettuare la registrazione entro 6 mesi previa richiesta al pubblico ministero. Dopo i 6 mesi la nascita può essere registrata solo in virtù di una decisione giudiziaria resa dal tribunale di prima istanza del luogo di nascita.[13] Secondo il Dr. Kamgaing, la motivazione principale del grande numero di nascite che non vengono registrate è data da ostacoli di accesso alle informazioni, in particolare delle possibili proroghe; così, spesso, le famiglie si ritrovano a registrare la nascita solo dopo la scadenza massima. Magni, ad esempio, per la regione dell’Ovest, cita la popolazione Mbororo, che per ragioni culturali e religiose non accede agli ospedali per i parti, rendendo di conseguenza il processo di registrazione non automatico. Dr. Kamgaing aggiunge la problematica della lontananza dai centri dov’è possibile effettuare la registrazione e propone come una soluzione futura quella di creare una mappatura di tali centri[14].
Magni spiega che il processo di costituzione o ricostituzione dei documenti non è semplice per tempistiche e per costi ed è per questo che grava ulteriormente sulle persone sfollate interne che già si trovano in condizioni di vulnerabilità economica e sociale, a cui si aggiunge il problema linguistico. Infatti, le persone che provengono dalle zone anglofone non necessariamente parlano francese e, soprattutto, sono abituate ad un sistema amministrativo e legale che è differente. Come già detto, i documenti civili, a partire dalla carta d’identità (CNI) sono essenziali per usufruire di una serie di servizi, tra cui la ricerca di lavoro e di un alloggio. Questa difficoltà pone un ostacolo ulteriore per le persone che avendo lasciato la propria casa e la propria famiglia devono ricostruirsi una vita da zero. Miriam sintetizza questo fenomeno in una frase: “sans ce document, vous n’existez pas”[15] non a caso molto simile al titolo dell’articolo del Dr. Pierre-Claver Kamgaing “Without a Birth Certificate We Don’t Exist!”.
[1] https://reliefweb.int/report/cameroon/cameroon-2023-humanitarian-response-plan-march-2023
[2] ibid
[3]https://data.unicef.org/resources/data_explorer/unicef_f/?ag=UNICEF&df=GLOBAL_DATAFLOW&ver=1.0&dq=CMR.PT_CHLD_Y0T4_REG.&startPeriod=1970&endPeriod=2023
[4] https://www.cameroon-tribune.cm/article.html/48488/fr.html/civil-status-registration-judicial-actors-sharpen
[5] https://www.forestpeoples.org/en/legal-guide-birth-certificate-cameroon#:~:text=In%20Cameroon%2C%20the%20birth%20certificate,human%20right%20to%20a%20nationality.
[6] https://nkafu.org/without-a-birth-certificate-we-do-not-exist-rethinking-the-civil-status-system-in-cameroon/#:~:text=Although%20it%20is%20accepted%20that,main%20text%20organising%20civil%20status.
[7] (vedi 4).
[8] chrome-extension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/https://cdhc.cm/admin/fichiers/Statements2022-08-1013-16-10.pdf
[9] Il Camerun è stato una colonia tedesca dal 1884 al 1919.
[10] Nel 1919, Il trattato di Versailles sancisce il passaggio della colonia tedesca del Kamerun alla Società delle Nazioni che suddivide il territorio in un mandato britannico (attuali regioni del Nord Ovest e Sud Ovest) e un mandato francese. Fino all’Indipendenza, il 1º gennaio 1960 (Camerun francese) e 1º gennaio 1961 (Camerun britannico).
[11] https://nkafu.org/without-a-birth-certificate-we-do-not-exist-rethinking-the-civil-status-system-in-cameroon/#:~:text=Although%20it%20is%20accepted%20that,main%20text%20organising%20civil%20status
[12] https://data.unicef.org/crvs/cameroon/
[13] Ordinanza n. 81-02 (29 giugno 1981)
[14] (vedi 11)
[15] Senza questo documento, tu non esisti.
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