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Paesi di intervento
Bridges for Inclusion intendeva – in linea con priorità del programma Erasmus Plus – fornire competenze e conoscenze sulle questioni relative ai fenomeni migratori per prevenire radicalizzazioni violente, costruire comunità globali resilienti e contribuire alla promozione della libertà di espressione, della democrazia e della cittadinanza attiva attraverso i social media e altri strumenti di comunicazione e advocacy. Il programma ha coinvolto 5 giovani volontari provenienti da Serbia e Libano, accolti presso le associazioni ARCI Perugia e ARCI Lecce.
I destinatari raggiunti sono stati: 5 giovani volontari con meno di 25 anni (3 ragazze e due ragazzi), tre dei quali provenienti dal Libano e due dalla Serbia, a supporto delle associazioni che lavorano per l’inclusione di richiedenti asilo e rifugiati.
Bridges for Inclusion intendeva – in linea con priorità del programma Erasmus Plus – fornire competenze e conoscenze sulle questioni relative ai fenomeni migratori per prevenire radicalizzazioni violente, costruire comunità globali resilienti e contribuire alla promozione della libertà di espressione, della democrazia e della cittadinanza attiva attraverso i social media e altri strumenti di comunicazione e advocacy.
Il programma ha coinvolto 5 giovani volontari provenienti da Serbia e Libano, accolti presso le associazioni ARCI Perugia e ARCI Lecce. Il consorzio legato al progetto era infatti composto da ARCS, dai comitati provinciali di ARCI Perugia e ARCI Lecce come enti di accoglienza e da IDC Serbia e Hayya Bina come associazioni di invio. Le cinque organizzazioni condividono l’obiettivo di aumentare la consapevolezza dei giovani sui temi legati ai fenomeni migratori, e di rafforzare i valori della solidarietà e della democrazia. I risultati sono stati raggiunti grazie al coinvolgimento diretto dei volontari in attività destinate all’inclusione sociale di richiedenti asilo e rifugiati nelle comunità locali. I volontari hanno appreso modelli di inclusione disegnati dalle organizzazioni ospitanti, ma hanno anche potuto apportare qualcosa dal loro bagaglio di conoscenze e competenze e da quello delle organizzazioni di invio, entrambe operanti nel settore dell’inclusione in particolare di rifugiati e migranti. In particolare, i volontari libanesi hanno giocato un ruolo importante come mediatori culturali con rifugiati e richiedenti asilo di origine siriana. Un’esperienza che ha permesso loro di modificare il proprio punto di vista verso i rifugiati siriani in Libano. Tutti i partner hanno coinvolto le reti di appartenenza (locali, nazionali e internazionali) e i propri stakeholder rispetto al tema migratorio, perché fungessero da cassa di risonanza del progetto.
A Lecce le volontarie si sono occupate di attività educative, formative e ludiche con bambini e con le loro famiglie e del supporto alla scuola di italiano. Hanno seguito attività con i beneficiari degli SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) accolti da Arci Lecce, come la scuola di inglese per i bambini e i giovani delle famiglie accolte. Le volontarie, e in particolare quella libanese, si sono rivelate un prezioso contributo nell’attività di mediazione in particolare con le famiglie siriane.
A Foligno, con Arci Perugia, sono state da loro ideate attività di informazione e sensibilizzazione sulla realtà locale. La volontaria serba ha realizzato e organizzato una mostra con i volti dei beneficiari dello SPRAR, aperta alla cittadinanza, in modo da poterne raccontare le vite nella piccola città di Foligno.
I risultati raggiunti dai volontari in termini formativi e di crescita professionale e personale delle proprie competenze sono stati pienamente in linea con quelli previsti dal progetto. I volontari hanno migliorato le loro competenze linguistiche parlando in inglese, una lingua che hanno dovuto usare per comunicare con gli altri volontari, con le associazioni ospitanti, con i beneficiari dello SPRAR. Hanno avuto modo di comprendere il funzionamento del sistema di accoglienza italiano (SPRAR, CAS e sistema per minori stranieri non accompagnati). Hanno migliorato le proprie competenze comunicative documentando la propria esperienza attraverso la scrittura di articoli per il sito web di ARCS e delle altre associazioni partecipanti, l’uso dei social network e della fotografia, la stesura di documenti, e interviste radio.
Infine, hanno rafforzato le loro competenze gestionali e relazionali soprattutto attraverso il lavoro di gruppo. Due volontarie dal libano e dalla serbia sono state intervistate dalla giornalista Jolanda Pupillo della SBS radio, Special Broadcasting Service, una radio australiana, all’interno del programma “Global Mail. Viaggio nell’impegno italiano nel mondo” che dedica uno spazio ogni settimana a italiani/e impegnati in progetti di solidarietà internazionale. Per ascoltare l’intervista, clicca qui: http://www.arcsculturesolidali.org/it/2018/04/10/intervista-alle-volontarie-di-bridges-for-inclusion/
Giovedì mattina alle 5 è infatti cominciato il coprifuoco totale imposto per 11 giorni a tutto il Paese
In tempi in cui l’isolamento sociale continua ad essere la normalità, ARCS continua il suo impegno in Italia in progetti di cittadinanza attiva e globale
di Giulia Gerosa – “La Beirut che avete conosciuto qualche mese fa non esiste più, scordatevela”. Diverse persone, colleghi o amici, ci hanno presentato così la città dove siamo approdati solo pochi mesi fa, a febbraio, e che abbiamo lasciato subito a marzo a causa del dilagare della pandemia.
Padre Najib Baklini, presidente di AJEM, partner di ARCS nell’ambito del progetto DROIT, ha rilasciato ieri un’intervista telefonica alla radio Voice of Lebanon (Sawt al Lubnan) sulla situazione delle carceri libanesi.
La situazione è delicata in tutto il Paese, soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione
Nell’ambito del progetto Pinocchi abbiamo organizzato insieme a Guide Invisibili due passeggiate sonore nei quartieri Trastevere e Monti, a Roma.
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