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Lo scambio ha voluto sensibilizzare e formare i giovani partecipanti alla consapevolezza critica delle interconnessioni tra fenomeni migratori e ruolo dell’informazione attraverso l’uso di strumenti di informazione e comunicazione. La realizzazione di uno scambio sul ruolo dei media nel racconto dei fenomeni migratori e in particolare del contesto libanese, voleva incoraggiare l’adozione di tecniche narrative moderne e inclusive che potessero contribuire a combattere fenomeni di razzismo, xenofobia, marginalizzazione e radicalizzazione, in particolare fra i giovani.
19 giovani italiani e libanesi coinvolti direttamente nello scambio.
Obiettivo specifico dello scambio è stato sensibilizzare e formare i giovani partecipanti alla consapevolezza critica delle interconnessioni tra fenomeni migratori e ruolo dell’informazione attraverso l’uso di strumenti di informazione e comunicazione.
La realizzazione di uno scambio sul ruolo dei media nel racconto dei fenomeni migratori e in particolare del contesto libanese, voleva incoraggiare l’adozione di tecniche narrative moderne e inclusive che potessero contribuire a combattere fenomeni di razzismo, xenofobia, marginalizzazione e radicalizzazione in particolare fra i giovani. Lo scambio giovanile si è tenuto in Libano dal 24 al 30 marzo 2018 nel quartiere di Naba’a, coinvolgendo diverse realtà locali: Basmeh & Zeitooneh partner del progetto, il centro Al Hayat, l’Ong libanese Nahno, il gruppo per la promozione del turismo urbano Exploring Beirut. A fare da sfondo al workshop è stato il Centro Comunitario gestito da ARCS nel quartiere di Naba’a, a nord-est di Beirut. Il ruolo dei media nel contesto dei fenomeni migratori è il tema attorno al quale ruotava lo scambio. Come analizzare e comprendere le complesse dimensioni e realtà della migrazione, come avviare processi di cambiamento, come promuovere l’empowerment di comunità vulnerabili ed entrare in contatto con esse stimolando un dialogo interculturale profondo e proficuo?
Lo strumento scelto per rispondere a queste domande è stata la fotografia e il suo potere comunicativo e aggregante.
La realizzazione di uno scambio sul ruolo dei media nel racconto dei fenomeni migratori e in particolare del contesto libanese voleva contribuire a promuovere la partecipazione attiva dei giovani attraverso l’utilizzo di strumenti di informazione e comunicazione (nuovi media, social network, blog, graphic novel, video e fotografia) come mezzi per costruire e incoraggiare narrative nuove e multi-vocali sui fenomeni migratori promuovendo la sensibilizzazione rispetto a tali fenomeni, contribuendo quindi a combattere razzismo e xenofobia, marginalizzazione e radicalizzazione in particolare dei giovani.
Accanto alla narrativa dominante su rifugiati e migrazione, i partecipanti sono entrati in contatto con le vere storie di persone che hanno affrontato un tale destino e deciso di condividere la loro storia. Giovani di origini diverse (Palestina, Libano, Siria, Iraq), tutti tra i 25 e i 35 anni, hanno testimoniato la variegata complessità e la ricchezza di stimoli delle loro diverse comunità e appartenenze, raccontando le proprie storie di integrazione e memorie.
La fase preparatoria del workshop si è avvalsa dell’ausilio di 4 volontarie del Progetto Corpi Civili di Pace che hanno supportato l’organizzazione logistica e la pianificazione del workshop. I giovani hanno partecipato ad incontri con membri della comunità locale, esplorazioni del quartiere, momenti formativi in aula con approfondimenti sulle tecniche fotografiche di narrazione sociale.
L’etnografia può permetterci di «fare spazio» alle parole dell’altro perché possano «trovarvi rifugio», affinché possa realizzarsi una relazione significativa a cui entrambi partecipiamo.
ARCS, con la consulenza della dott.ssa Jinan Khatib, ha condotto uno studio per analizzare le condizioni di detenzione e comprendere meglio le esigenze dei detenuti e delle detenute nelle tre principali prigioni libanesi.
L’obiettivo del Centro, è quello di favorire l’apprendimento, la stabilità emotiva e l’inclusione sociale dei bambini nei quartieri di Naba’a a Beirut e Abou Samra a Tripoli, attraverso attività socio-educative e di supporto psicologico.
Alcuni updates sul progetto Before You Go, in Marocco.
Saona, volontaria del Corpo Europeo di Solidarietà, ci racconta sensazioni ed esperienze, vissute nei primi giorni a Macerata.
Estelle, volontaria del progetto YOUTHQUAKE 2.0 ci racconta i suoi primi giorni a Macerata.
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