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Paesi di intervento
L’intervento di ARCS nel Sahara Occidentale intende prevenire la fame e migliorare l’alimentazione per i cittadini Saharawi presenti nei campi per rifugiati in Algeria, nella provincia di Tindouf e nei territori liberati del Sahara occidentale, provincia di Tifariti. Il progetto si propone di supportare l’agricoltura di sussistenza con la creazione di orti familiari che utilizzano i principi dell’agricoltura naturale e un’irrigazione alimentata da fonte solare.
Il progetto nasce dall’esigenza dalle popolazioni locali emersa nei 10 anni di lavoro in loco dell’organismo partner la RESEDA onlus, in particolare per ampliare e rafforzare il precedente intervento “orti solari familiari nel campo rifugiati Saharawi di Dajla” che ha portato alla costituzione dei primi 80 orti solari della zona e ha permesso la sperimentazione di innovativi sistemi di coltivazione che utilizza i principi dell’agricoltura naturale e della permacultura.
Obiettivo specifico del progetto: accrescere l’autoproduzione alimentare del popolo Saharawi dei campi rifugiati attraverso la diffusione, l’ampliamento e l’autogestione di orti a energia rinnovabile. Attraverso questo intervento, ARCS mira quindi a creare una rete di orti solari dimostrativi per la diffusione delle pratiche agricole appropriate con una produzione aumentata e più regolare indipendente dagli aiuti umanitari esterni, così come a potenziare le conoscenze e le competenze sull’agricoltura di sussistenza, le tecniche di agricoltura naturale in ambiente desertico e sull’irrigazione sostenibile.
Le “Wilayas” Dajla, El Aiyun, Auserd, Smara e Tifariti, sono i cinque villaggi dove si realizza il progetto, principali campi per i rifugiati situati nelle vicinanze di Tindouf (Algeria) e Tifariti (Sahara occidentale) e portano il nome delle città Saharawi abbandonate dopo l’invasione del Marocco.
La “Tree based agriculture” dal 2007 garantisce la sopravvivenza della popolazione rifugiata nel deserto del Sahara.
Ci uniamo all’appello della rappresentante del Fronte Polisario per chiedere un calendario chiaro che porti al referendum per l’autodeterminazione dei Saharawi.
di Roberto Salustri – Non potevamo fare altrimenti: la chiusura dei campi per rifugiati era l’unico modo per scongiurare una epidemia, che può diventare letale in questi luoghi.
di Arci Modena
E’ emergenza alluvione nei campi profughi Saharawi: dal 17 al 24 ottobre la pioggia ha colpito quasi ininterrottamente la provincia di Tinduf, in territorio algerino, procurando gravi danni ad abitazioni, ospedali e scuole. L’associazione Kabara Lagdaf si è subito mobilitata e con il sostengo di Arci Modena e di altre associazioni della regione, solidali con il popolo Saharawi, ha lanciato una campagna di raccolta fondi per ricostruire una struttura di pubblica utilità
Il Deserto Intorno è un libro fotografico di Giulio Di Meo sui campi profughi saharawi, che documenta la vita e la quotidianità di un popolo che conduce la propria battaglia politica nonostante il silenzio, spesso assordante, della comunità internazionale, silenzio che genera un “deserto intorno” alla propria esistenza e aggrava le condizioni di un esilio ormai dimenticato.
Il 27 febbraio 1976 il movimento di liberazione nazionale sahrawi, Fronte Polisario, proclamava la Repubblica Araba Sahrawi Democratica (RASD). Dopo 38 anni il Sahara Occidentale è ancora diviso in due da un lungo muro: da una parte i territori liberati, dall’altra quelli occupati dal Marocco.
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