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Paesi di intervento
Il progetto TER-RE è nato in continuità con le attività di un altro intervento di cooperazione, il progetto TITAN, realizzato da un partenariato tra la Fondazione Alma Mater dell’Università di Bologna e l’Ufficio dello Sviluppo del Sud (ODS). TER-RE aveva l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico delle zone rurali di Tataouine, nel sud della Tunisia, attraverso la valorizzazione delle conoscenze tradizionali per incoraggiare la crescita di opportunità di lavoro autonomo e l’integrazione socio-economica di donne e giovani nel tessuto produttivo dell’area.
Il progetto ha raggiunto complessivamente 164 persone, tutte donne ad eccezione di due giovani uomini, appartenenti prevalentemente alla fascia di età compresa tra 25 e 35 anni. I beneficiari indiretti sono stati: 2.700 persone (la popolazione di cinque villaggi nel Governatorato di Tataouine).
Ter-Re nasce in continuità con il progetto TITAN gestito dalla Fondazione Alma Mater, raccogliendone i risultati in materia di sviluppo delle produzioni locali e di valorizzazione di itinerari di turismo rurale nella zona di Tataouine. L’obiettivo era quello di promuovere lo sviluppo economico delle zone rurali di Tataouine attraverso la valorizzazione delle conoscenze tradizionali per incoraggiare la crescita di opportunità di lavoro autonomo e l’integrazione socio-economica di donne e giovani nel tessuto produttivo dell’area. Il progetto voleva anche riunire gruppi di donne in strutture formali dotate di un’autentica capacità di produzione e di generazione di reddito.
Le donne dei villaggi coinvolti nel progetto hanno formalizzato la loro organizzazione in Gruppi di Sviluppo Agricolo (GDA), una struttura prevista dall’ordinamento locale che permette di gestire attività in ambito rurale, godendo anche di agevolazioni e accompagnamento tecnico da parte delle istituzioni. Attività di formazione professionale e di supporto a iniziative di piccola imprenditoria locale che potessero inserirsi in circuiti commerciali e di ecoturismo sono state realizzate, così come interventi di miglioramento delle qualità e quantità delle produzioni locali per promuovere il territorio.
Il parner IRA ha permesso di contare su formatori ben radicati nella realtà del sud della Tunisia. Le conoscenze tradizionali hanno incontrato le moderne metodologie di promozione, produzione e marketing arricchendosi di contenuti e potenzialità di sviluppo.
Le formazioni hanno riguardato: produzione e usi delle piante aromatiche e medicinali; valorizzazione dei prodotti locali; produzione di prodotti a base di datteri e fichi; preparazione di prodotti alimentari; tecniche di distillazione ed estrazione, realizzazione di prodotti cosmetici; norme igieniche e sterilizzazione dei prodotti alimentari. Cinque unità di trasformazione sono state create ed acquistate le attrezzature necessarie per la realizzazione dei prodotti. La promozione dei prodotti locali – tra cui i tappeti realizzati con l’antica tecnica di tessitura margoum – attraverso una strategia di presentazione sul mercato è stata una componente fondamentale dell’approccio di TER-RE.
Questa comprendeva lo sviluppo e la registrazione di un marchio, la progettazione di un design unitario, la produzione di strumenti di visibilità e il lancio ufficiale del marchio e dei prodotti. Il nome scelto per il marchio è stato TATAOUI, ad evidenziare l’origine territoriale dei prodotti. Anche altri strumenti di visibilità e di marketing sono stati realizzati, come un catalogo dei prodotti, un sito web, una pagina Facebook e un video di presentazione dei villaggi di Tataouine, dei GDA e delle donne protagoniste di TER-RE. Anche un sito web è stato lanciato (Tataouishop.com) con informazioni su prodotti, protagoniste e luoghi. Le attività di marketing hanno accompagnato l’intero progetto per garantire la buona visibilità e presentazione dei prodotti, fornire le capacità specifiche direttamente ai destinatari, sviluppare una rete di vendita, presentare i prodotti in fiere ed eventi. Per creare la rete di vendita si è puntato sul consolidamento di contatti diretti con negozi, siti web e rivenditori, ma anche sulla partecipazione a fiere ed eventi, attività considerata centrale nel processo di accompagnamento delle donne produttrici verso la gestione autonoma dei loro prodotti, sulla visibilità diretta sul web e sull’apertura di un punto vendita a Tataouine.
Il progetto TERRE ha previsto inoltre la creazione di alcune piccole imprese per i giovani (uomini e donne) di Tataouine. Insieme ad ANETI (agenzia di formazione del Ministero del Lavoro) è stato realizzato un corso di formazione in gestione d’impresa, finalizzato alla preparazione di un business plan per lo sviluppo di ogni idea imprenditoriale. Sono state 10 le imprese che hanno ottenuto supporto finanziario e tecnico. Tre si occupano di piccolo allevamento. Le altre gestiscono una sala da thè – caffè culturale, un punto vendita dei prodotti del territorio, uno di abiti tradizionali, un’impresa di servizi, un’unità di sartoria, una guesthouse, un’unità di distillazione di piante aromatiche. Dopo quattro anni, dove c’erano due piccoli gruppi informali di donne che producevano prodotti tradizionali, oggi ci sono cinque gruppi formalmente costituiti, organizzati, formati e attrezzati, che riuniscono più di 100 donne. La gamma di prodotti si è ampliata fino a comprendere una quarantina di specialità alimentari, cosmetiche e di tessitura, presenti sul mercato (anche online), con un marchio registrato e un design comune.
Tutto questo fa parte di una strategia di valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti, che comprende anche la creazione di dieci nuove piccole aziende che operano nel commercio, nella tessitura, nell’allevamento e nei servizi, e che in futuro potrebbero coinvolgere altri produttori della regione.
di Alberto Sciortino – Uno studio dell’Unicef dei giorni scorsi ha diffuso dati allarmanti sulla situazione dell’infanzia nel Paese. 61,4% dei bambini tra 0 e 5 anni sono obesi o a rischio obesità. Con il progetto SELMA siamo al lavoro anche per questo.
di Alberto Sciortino – Dopo i mesi della chiusura totale delle attività nel Paese, tra marzo e giugno scorsi, anche in Tunisia, come altrove, il ritorno alla vita normale continua a essere precario, complice il periodo estivo appena trascorso, ma soprattutto il senso di incertezza per la diffusione dei contagi da COVID19, nuovamente in crescita nelle ultime settimane.
di Alberto Sciortino – Che la crisi sanitaria si sarebbe ben presto trasformata in crisi sociale era chiaro a molti, in Tunisia. E oggi é nuovamente esplosa la rabbia dei giovani disoccupati di Tataouine.
di Alberto Sciortino – Ad oggi, la temuta esplosione del contagio in Tunisia non si é verificata. I casi accertati hanno da poco superato i mille (di cui circa 250 ancora attivi e solo 11 ospedalizzati), e i decessi la quarantina, che, su oltre 11 milioni di abitanti, fanno della Tunisia una dei paesi meno colpiti dalla pandemia.
di Alberto Sciortino – Costretta da anni a negoziare le proprie strategie economiche con le organizzazioni finanziarie internazionali in cambio di prestiti, é chiaro che la Tunisia da sola (come del resto la maggior parte dei Paesi africani) le risorse per superare questa crisi non potrà trovarle.
di Alberto Sciortino – Il caffé creato da Yosra é chiuso, come chiusi sono tutti i locali pubblici sulla Avenue Bourguiba di Tataouine. I clienti, e le entrate, non ci sono, ma l’affitto da pagare di 1.200 dinari al mese per il momento resta.
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