Libia

15.Febbraio.2018

L’UNHCR evacua oltre 1.000 rifugiati dalla Libia

Comunicato UNHCR – Dal mese di novembre, l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, ha evacuato dalla Libia più di 1.000 rifugiati altamente vulnerabili e sta individuando per loro soluzioni durature in Paesi Terzi.

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13.Dicembre.2017

Libia: i governi europei complici degli abusi di rifugiati e migranti

da vita.it – È l’accusa lanciata da Amnesty International che nel suo ultimo rapporto ha denunciato il sostegno offerto dai governi europei al sistema di violenza e sfruttamento dei rifugiati e dei migranti, che coinvolge la Guardia costiera libica e le autorità addette ai centri di detenzione

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29.Novembre.2017

Migranti: Stilli (Ong italiane), “atteggiamento dissociato di governo e Ue sui diritti umani”

da agensir.it – Non si può da una parte chiedere il rispetto dei diritti umani e dall’altra fare accordi con la Libia per esternalizzare le frontiere, con il rischio di ulteriori violazioni dei diritti umani nei campi di detenzione o di morti in mare. “È un atteggiamento dissociato e incomprensibile”

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15.Novembre.2017

UNHCHR visita i centri di detenzione: “Disumana la cooperazione UE-Libia, orrori inimmaginabili”

da info-cooperazione.it – “La comunità internazionale non può continuare a chiudere gli occhi e sostenere che la situazione non può essere risolta che migliorando le condizioni di detenzione”, dice l’Alto commissario delle Nazioni Unite ai diritti umani, Zeid Raad al Hussein

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07.Novembre.2017

Riprendono le partenze dalla Libia e i naufragi: 34 morti in due giorni

(da Internazionale.it) – “La nave Cantabria ha partecipato a quattro operazioni di soccorso: tre gommoni e un barchino di legno”, spiega il portavoce dell’Unhcr. I sopravvissuti hanno riferito che il mare era molto mosso e per questo alcune persone sono cadute in acqua. “Sono state recuperate 23 salme da un naufragio e tre da un altro naufragio che si aggiungono alle altre otto salme che sono arrivate sabato al porto di Reggio Calabria. In tutto sono 34 morti”, aggiunge. Molto probabilmente ci sono dei dispersi, ma al momento non è chiaro di quante persone si tratti.

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16.Ottobre.2017

«Nei campi di detenzione in Libia si tortura». Parola di Corte d’assise

(da Vita.it) – Per la prima volta un Tribunale mette nero su bianco le efferatezze in atto nel Paese nordafricano contro le persone trattenute con la forza nei centri dove le condizioni sono disumane. Asgi: «E’ necessaria una svolta immediata nelle politiche migratorie italiane»

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12.Ottobre.2017

LIBIA. Ingerenze internazionali a Sabratha

(da nena-news.it) – L’azione di Italia e Europa mira a pacificare l’area per permettere la ripresa degli investimenti esteri e consentire di spostare il focus del problema migratorio dalla costa settentrionale alla costa meridionale del Mediterraneo. Il prezzo da pagare per questa futura stabilità rischia, però, di ricadere oggi sui migranti e sulla popolazione libica delle città di “confine”

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09.Ottobre.2017

La fragile speranza di un nuovo processo di pace in Libia

(da Internazionale.it) – La sfida di Salamé non è tanto in Libia, dove è forte il desiderio di dialogo e di pacificazione, ma negli altri paesi del Nordafrica e del Medio Oriente che partecipano ai negoziati. “Uno dei problemi è l’Egitto, che potrebbe voler rimettere in discussione l’accordo in scadenza il 17 dicembre e ripartire da zero.

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03.Ottobre.2017

L’Onu vuole aprire un centro di transito per i profughi in Libia

(da Internazionale.it) – La notizia dell’invio delle guardie di sicurezza dell’Onu, che qualche giorno fa era stata data da Ghassan Salamé, l’inviato speciale dell’Onu in Libia, è confermata da Mignone, che è in Italia insieme ad alcuni funzionari del governo di unità nazionale libico guidato da Fayez al Serraj

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02.Ottobre.2017

Mediterraneo: nuovo attacco della Guardia costiera libica alle Ong

(da vita.it) – L’Ong tedesca Mission Lifeline è stata minacciata dalla Guardia costiera libica in acque internazionali, colpi di arma da fuoco e la richiesta di consegnare le persone appena salvate. Una nuova situazione tesissima che rischia di degenerare e che rende il silenzio delle istituzioni europee ancora più pesante

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